10 dicembre 1910 – Mussolini porta a Rimini la rivoluzionaria socialista Angelica Balabanoff
10 Dicembre 2023 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 10 dicembre 1910 giunge a Rimini Angelica Balabanoff. Tiene nella “sala dei concerti” una conferenza sul tema “Lotta di classe e socialismo”. A organizzare l’evento è Benito Mussolini, all’epoca esponente di spicco del Partito Socialista nella provincia di Forlì.
Anželika Isaakovna Balabanova era nata a Černigov, presso Kiev, il 4 agosto 1877 (ma alcuni riportano 1878, altri ’79 e altri ancora addirittura 1869). Il padre Isaak era un proprietario terriero e uomo d’affari benestante, la famiglia ebraica. Ultima di sedici figli, essendo in Russia l’istruzione superiore preclusa alle donne, studiò in Svizzera, Belgio e Germania. Laureata in lettere e filosofia a Bruxelles, vi ebbe i primi contatti con il socialismo internazionale, conoscendo fra gli altri il professor Augsmans, sindaco socialista della città, l’avvocato Umberto Zanni, August Bebel e Clara Zetkin. Nel 1900 giunse a Roma dove divenne allieva di Antonio Labriola.
Si iscrisse al Partito Socialista Italiano e successivamente in Svizzera svolse opera a favore degli operai italiani. Nel 1904, a Lugano, fondò, con Maria Giudice il giornale Su, compagne, rivolto alle donne proletarie. Fu qui che conobbe Benito Mussolini, allora su posizioni anarco-socialiste, ricercato e senza un soldo, al quale sarebbe restata legata da un’amicizia durata un decennio. Qualcuno ha però insinuato che fra i due ci fosse una vera relazione sentimentale e che addirittura Angelica sarebbe stata la vera madre di Edda, prima figlia di Mussolini.
Scrive però Francesco M. Biscione (in “Dizionario Biografico degli Italiani Treccani”): «Su Mussolini la Balabanoff torna ripetutamente nelle autobiografie ed in alcuni scritti sul “traditore”. La sottolineatura dei tratti nevrotici del futuro capo del fascismo, tratti che trovano del resto significativi riscontri, e la funzione di guida che ella ebbe sia nel cercare di “spingerlo sulla strada del marxismo e, in generale, di un maggior approfondimento culturale del socialismo” (De Felice, p. 40), sia nella leadership politica che a lungo esercitò su di lui, tutto ciò lascia pensare che, oltre al ruolo di maestra, vada tenuto presente, per la comprensione del rapporto, un suo coinvolgimento di tipo “materno”».
Trasferitasi in Italia, dal 1912 al 1917 fece parte della direzione del Partito socialista e nel 1913 affiancò Benito Mussolini nella direzione dell’Avanti!. Tanto più profonda fu la rottura fra i due quando Mussolini, il 18 ottobre 1914, mutò repentinamente la sua posizione pacifista per sostenere che i Socialisti avrebbero dovuto partecipare alla guerra per trasformarla in rivoluzione proletaria. Angelica invece fin dallo scoppio della prima guerra mondiale si era schierata a fianco di Clara Zetkin con la parola d’ordine di “Guerra alla guerra!”.
Nel 1917 la Balabanoff aderì al partito Bolscevico russo, dopo aver conosciuto in Svizzera Lenin, da cui ebbe importanti incarichi nella fase iniziale della Rivoluzione russa.
Nel 1919–1920 fu segretaria della Terza internazionale e lavorò a stretto contatto, oltre che con lo stesso Lenin, con Leon Trotsky, Iosif Stalin, Grigorij Zinov’ev, Emma Goldman e altri. A seguito della rivolta di Kronstadt, nel 1921, ruppe clamorosamente con Lenin, Trotsky e tutta la dirigenza del Partito bolscevico e nel 1922 rientrò in Italia. Ma quasi subito, con l’avvento del fascismo, emigrò in Svizzera, poi a Parigi e a New York.
Alla fine della seconda guerra mondiale, la donna che aveva rinfacciato i loro tradimenti a Mussolini come a Lenin, tornò in Italia: internazionalista e cosmopolita, era questo il Paese che aveva scelto per vivere.
Nel 1947 aderì alla scissione di Palazzo Barberini ed entrò a far parte del PSLI (poi PSDI) di Giuseppe Saragat.
Angelica Balabanoff è morta a Roma nel 1965.