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Il libro di Alessandro Catrani: "Gli anni dell’incanto. Eleganza e mondanità nella Rimini della Belle Epoque"

Alessandro Catrani: "Gli anni dell’incanto. Eleganza e mondanità nella Rimini della Belle Epoque" Panozzo Ancora una volta la passione collezionistica di Alessandro Catrani abbinata alla grande professionalità dell’editore Massimo Panozzo hanno dato vita ad un libro bellissimo. Dedicato forse ai quindici anni più felici della giovane Italia che consolidava la sua unità nazionale e contemporaneamente gettava le basi per una crescita economica importante: la Belle Epoque, il periodo che va dagli ultimi decenni dell’Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale. Naturalmente, come sempre, nei libri di Alessandro non c’è traccia delle proteste sociali, delle nuove organizzazioni politiche della sinistra, dei “poveracci”: “Planeremo fra arciduchi e ballerini, contesse e contessine, pennacchi e carrozze, culottes e champagne, livree e pagliette, in una favola di circa trenta anni, un tempo sospeso, magico, di prosperità, eleganza, e di festa”. Scrive Piero Meldini nella sua Introduzione: “I collezionisti, in genere, sono gelosissimi delle proprie raccolte, che non amano mostrare ad anima viva. Esibire un pezzo della loro collezione equivale per molti a svilirlo, a macchiarne, quasi, la reputazione. Non è il caso di Alessandro Catrani, che non ha mai esitato a rendere pubbliche parti consistenti della sua vasta e preziosa raccolta attraverso mostre e volumi. Dove non sono le immagini

Il libro di Giulio Zavatta: "Audiface Diotallevi. Un marchand -amateur tra Rimini, Roma e Parigi"

Giulio Zavatta: "Audiface Diotallevi. Un marchand-amateur tra Rimini, Roma e Parigi" NFC La storia è ricca di “magnifiche canaglie”, a volte geniali e protagonisti di vicende che meritano di essere raccontate. E’ quello che fa Giulio Zavatta, classe 1974, critico d’arte riminese con questo volume dedicato al marchese riminese Audiface Diotallevi (1792-1860). Zavatta si è occupato in passato delle vicende della Madonna di Raffaello (“Raffaello: la Madonna Diotallevi. La vicenda storico-critica” sempre edito da NFC nel 2019) e da questo primo lavoro di ricerca ha avuto avvio lo studio del ricco carteggio storico ancora in possesso degli eredi della famiglia Diotallevi che ha dato vita a questo volume. La “Madonna Diotallevi” (nell'immagine in apertura) è un dipinto a olio su tavola (69x50 cm) di Raffaello Sanzio, databile verso il 1504 e conservato nella Gemäldegalerie di Berlino. L'opera, sicuramente il pezzo più importante, faceva parte della collezione del marchese Audiface Diotallevi, finendo nella sede odierna nel 1842 in seguito all'acquisto effettuato da Gustav Friedrich Waagen, mercante d’arte di cui si parla a lungo nell’attuale volume. Scrive nell’Introduzione Piergiorgio Pasini, che da decenni prova a ricostruire la composizione e l’attuale localizzazione dei pezzi più importanti delle collezioni d’arte riminesi venduti e dispersi negli ultimi due secoli,

Gli ultimi due libri di Carlo Cervellieri "Chius ‘na porta u s’ivra un purtón" e "I murales di Saludecio"

Carlo Cervellieri: "Chius ‘na porta u s’ivra un purtón" La Piazza "I murales di Saludecio" La Piazza Nel giro di pochi anni Carlo Cervellieri, con questi due, ha dato alle stampe sette libri. Epicentro della sua attenzione in tutti i volumi l’amato paese natale: Saludecio in Valconca. Due di questi Chiamamicitta.it li ha segnalati: “Saludecio. Com’era. Com’è” (La Piazza, 2017) e “Iscì per mod da dì” (La Piazza, 2020). Cervellieri ha la capacità eclettica di unire nei suoi testi poesie dialettali e in lingua italiana, fotografie con immagini storiche e contemporanee di Saludecio. Scrive don Tarcisio Giungi, parroco di Saludecio, nella sua presentazione del primo volume: “Questi scritti sono vere poesie perché evocativi: leggendoli, la mente vola, immagina, colora, insomma va oltre. Ed è proprio questo lo specifico della poesia: non descrivere semplicemente, ma fare cantare l’anima. Questo libro è un canto d’amore alla vita in tutte le sue sfaccettature: dalle storie di paese ai luoghi cari, dai personaggi ‘coloriti’ ai fatti vissuti”. Il libro è diviso in tre parti: 23 poesie in dialetto, 30 in italiano, e una terza fotografica dedicata alle porte e portoni del Paese. I testi in dialetto, privi di titolo, sono accompagnati da foto dei principali edifici e luoghi di Saludecio.

Il libro di Pasquale D’Alessio "Chopin mi sorride. Un racconto"

Pasquale D’Alessio: "Chopin mi sorride. Un racconto" Nolica Edizioni “Resta da scrivere l’ultima pagina. E’ sua! Io? In sincerità: non saprei dire. Lei saprà scrivere l’ultima pagina, le ultime parole”. Quest’ultima opera di Pasquale D’Alessio (classe 1955) è un block notes di appunti con ricordi, sensazioni, fatti inerenti la morte della moglie Luigina (Luisa) Migani (1949-2008) a seguito di un tumore. A distanza di quindici anni lo scrittore/poeta ci porta dentro il doloroso mondo di un coniuge che vede la moglie amata pian piano andarsene. “E’ solo tempo. Lascia un dono: il ricordo”. E’ l’ultimo libro di una trilogia che l’Autore ha voluto dedicare alla cara moglie scomparsa. “Per alcune settimane ho frequentato l’ospedale, arrivando nel primo pomeriggio, per uscirne a notte inoltrata e tutti i giorni, festivi compresi, nel corridoio del reparto di Chirurgia generale, trovavo un giovane, sempre lì: stesso posto, stessa sedia. Accavallava le gambe e scriveva, scriveva in un quaderno”. Fino a quando D’Alessio non l’ha più visto: “La porta della camera dove entrava, sempre socchiusa o chiusa, era spalancata. Spalancata la finestra, alla camera vuota”. Il testo si muove tra narrazione e poesia. Scrive nella Prefazione Gianfranco Lauretano: “E’ una lettura dalla quale è impossibile uscire indenni, per struggenza,

In edicola fra Le Guide di Repubblica "Emilia Romagna il regno della scienza. Luoghi, persone, futuro"

"Emilia Romagna il regno della scienza. Luoghi, persone, futuro" Le Guide di Repubblica Nelle edicole (in quelle superstiti mi verrebbe da dire), in quelle più importanti, arrivano come in passato tante pubblicazioni che gli editori inviano. Quasi sempre una sola copia. E quindi bisogna stare con gli occhi aperti per trovare pubblicazioni particolari, riviste o libri, spesso non pubblicizzate in alcun modo. E poi ci sono pubblicazioni promosse da grandi quotidiani, ad esempio quelle de La Stampa, che vengono però distribuite solo, nel suo caso, in Piemonte. All’edicola del Gros Rimini qualche settimana fa ho trovato il libro che oggi segnalo, edito dalla GEDI, la società editrice de La Repubblica. Pubblicazione interessante perché raramente capita, per non dire mai, che escano volumi dedicati alla scienza e ai suo centri di ricerca. E questo è doppiamente interessante perché è dedicato alla nostra Regione. La presentazione del volume è del Presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini, che nei suoi due mandati si è ampiamente speso per il potenziamento dei centri di ricerca scientifici nei nostri territori. Lo ha scritto anche, con penna felice, nei suoi due libri usciti in questi ultimi anni: La destra si può battere. Dall’Emilia-Romagna all’Italia, idee per un Paese migliore (Piemme, 2020),

Il libro "Ogni casa una storia" a cura di ACER

Ogni casa una storia ACER Non abbiamo trovato in rete dati aggiornati inerenti il numero di appartamenti gestiti da ACER Rimini, in provincia, in proprietà o in gestione. Ma sono sicuramente molte decine, presenti un po’ in tutti i comuni della Provincia. E comunque insufficienti rispetto ai bisogni. Ma che cos’è l’ACER? La legge regionale Emilia-Romagna n. 24 dell'8 agosto 2001, riguardante la "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo", entrata in vigore il 24 agosto 2001, ha trasformato lo IACP in Azienda Casa Emilia-Romagna della Provincia di Rimini (ACER). L'ACER è un ente pubblico economico dotato di personalità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e la sua attività è disciplinata dalla legge regionale e dal codice civile. In altre parole sono le “case popolari”. “Vivere in una casa popolare significa essere in una condizione economica precaria”, ma questo non deve generalizzare un giudizio di criticità negativa. “La generalizzazione è nemica della comprensione e lede la dignità umana”. In alcuni edifici popolari le famiglie si aiutano a vicenda, creando uno spazio sicuro. Ma “situazioni di difficoltà esistono, aggravate dalla mancanza di legami sociali, a tal punto da rendere il disagio invalidante”. E le recenti notizie comparse sui giornali a proposito di situazioni difficili in case ACER

Il libro di Rita Giannini sulla terza città della provincia di Rimini e una delle più giovani con un'età media di 46 anni

Rita Giannini: "Santarcangelo di Romagna" Pazzini Difficile raccontare questo nuovo libro di Rita Giannini, giornalista e scrittrice, ex dirigente del servizio Cultura della Provincia di Rimini, ed ex responsabile dell’Ufficio Stampa e dell’Ufficio Istruzione Cultura Servizi Sociali e Sport del Comune di Santarcangelo, nonché biografa e tra i promotori dell’“Associazione Culturale Tonino Guerra”. Difficile perchè è un libro molto bello, ma non è un libro di storia locale, di letteratura, di poesia, di saggistica. Anche se in realtà è tutto questo. Come ha scritto il Sindaco di Santarcangelo di Romagna, Alice Parma: “con la sua competenza e sensibilità Rita ha saputo dar vita a un libro denso, interessante e completo. Una storia che non mancherà di appassionare anche i più profondi conoscitori di Santarcangelo, una guida alla evoluzione culturale della città e un manuale a disposizione del visitatore che voglia conoscere a fondo il nostro paese”. Pubblicato per la Pro Loco, con il patrocinio del Comune, il volume racconta storia, arte, cultura, personaggi e itinerari della città. La Giannini sostiene che Santarcangelo è una città speciale. Ed ha ragione: “Ma non è solo la bellezza a renderla speciale. Santarcangelo è una città aperta, sincera, accogliente, propositiva, stimolante, un po’ straripante. E’ ricca di

A vent'anni dalla scomparsa del grande artista pubblicata la retrospettiva "Animae" a cura di Laura Badioli

Guerrino Bardeggia (1937-2004) "Animae" Retrospettiva a cura di Laura Badioli Comune di Cattolica Il 5 gennaio 2004, vent’anni fa, moriva nella sua Gabicce Guerrino Bardeggia, dopo una lunga malattia. Aveva quasi 67 anni. Bardeggia è stato pittore, incisore, ceramista e scultore eccelso di questa terra di confine fra Marche e Romagna.. Scrive Lara Badioli, curatrice della Mostra “Animae” in corso alla Galleria Santa Croce di Cattolica (dal 16 dicembre 2023 al 24 marzo 2024), nel Catalogo: “E’ un figlio del suo tempo dalla personalità riconoscibile, cresciuto in disparte in un piccolo territorio ‘marchignolo’, dove il boato della sua poetica, durante la sua vita terrena, viene attutito da confini poco inclini alla sua comprensione ed un humus poco ricettivo al suo grande messaggio”. Forse è anche vero ciò che dice la Badioli, ma Bardeggia nella sua vita ha allestito oltre 200 mostre e ha vinto oltre 500 premi ed è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana. Nelle sue opere ha comunicato emozioni brillanti, intense, potenti, aggressive, sconvolgenti, apocalittiche. “Animae” è una retrospettiva che vuole rendere omaggio alla carriera di un artista, molto legato al territorio in cui è vissuto e da cui ha tratto grande ispirazione. Sono oltre settanta le opere presentate: disegni, oli, collage, sculture e

L'ultimo romanzo poliziesco di Maurizio Maria Taormina "Sotto la sabbia"

Maurizio Maria Taormina "Sotto la sabbia" Libri dell’Arco Non ricordo se esiste un libro sui fantasmi riminesi, ma se ci fosse credo che uno dei protagonisti dovrebbe essere Giulio Cesare, o meglio la statua che il Duce buonanima regalò ai riminesi nel settembre 1933. Essa, in un tripudio di folla acclamante, venne installata ed inaugurata in Piazza Giulio Cesare (oggi Piazza Tre Martiri) il 10 settembre 1933. Questa statua in bronzo, copia della statua originale in marmo esposta al Campidoglio a Roma, venne rimossa nel 1945 e per una decina d’anni sparì. Rischiò di andare perduta per sempre perché fu sepolta nel greto del fiume Marecchia dove fortunatamente venne riscoperta nel 1953. Recuperata venne collocata nella Caserma Giulio Cesare, dove rimase per decenni, sino all’abbattimento della Caserma ai giorni nostri. Nel luglio 2023 fu rimossa e inviata a Parma, ad un laboratorio di restauro, per un lifting necessario dopo 90 anni. “Una volta restaurata l’opera tornerà a Rimini – ha dichiarato l’amministrazione Comunale - per essere collocata nello spazio più opportuno alla sua valorizzazione, in una sede che sarà individuata dopo il confronto con le realtà del tessuto culturale e associazionistico della città”. E qui apriti cielo: fortuna che il restauro durerà del tempo e

I libri "Rimini revisited – Oltre il mare" e "Il funerale di Fellini nelle immagini inedite" a cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova

Marco Pesaresi "Rimini revisited – Oltre il mare" A cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova NFC "Rimini 1993-2023. Il funerale di Fellini nelle immagini inedite di Marco Pesaresi" A cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova NFC La casa editrice NFC di Amedeo Bartolini ha editato i due cataloghi usciti in occasione delle mostre fotografiche di Marco Pesaresi allestite a Rimini nel 2023. Il primo, “Rimini revisited – Oltre il mare”, per la mostra nelle due sedi di Rimini (Ala Isotta di Castel Sismondo) e Savignano sul Rubicone (Palazzo Martuzzi) dal 24 giugno al 24 settembre 2023. Il secondo, “Il funerale di Fellini”, a Rimini (Palazzo del Fulgor), dal 21 ottobre al 5 novembre. Marco era nato a Rimini nel 1964. Nel 1990 entrò a far parte dell’agenzia fotografica milanese Contrasto. Dopo aver trascorso molti anni tra Milano e Roma, tornò a stabilirsi a Rimini. Le sue foto erano pubblicate regolarmente sulle più importanti testate giornalistiche italiane e straniere (Panorama, L’Espresso, Sette, El País, The Independent, The Observer tra le altre). Marco viaggiò tra Africa ed Europa, dedicando il suo interesse fotografico a fenomeni come l’immigrazione, la droga, l’emarginazione, la prostituzione e documentando la vita notturna raccontando momenti intimi e situazioni estreme. Dal suo interesse per la vita contemporanea nacquero i reportage fotografici internazionali

Pubblicato il catalogo della mostra "L’altra stagione. 20 panchine 26 sguardi su un mare d’inverno"

"L’altra stagione. 20 panchine 26 sguardi su un mare d’inverno" Comune di Rimini Diceva Carlo Verdone nel film “Viaggi di nozze” del 1981: “'O famo strano!”. E’ questo che devono aver pensato il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e il Presidente della Cooperativa Bagnini Mauro Vanni quando gli hanno proposto l’allestimento di questa mostra fotografica e testi lunga tre chilometri sulla duna della spiaggia, dalla zona libera al porto sino al bagno 63. Una mostra dentro al Capodanno più lungo del mondo: dal 2 dicembre 2023 fino al 7 gennaio 2024, poi prorogata sino al 31 gennaio. Ma potrebbe tranquillamente rimanere allestita sino al ponte pasquale. 54 artisti riminesi dell’immagine e della parola: 26 fotografi e 28 scrittori, donne e uomini, che hanno accolto l’invito a raccontare il loro “mare d’inverno”. “L’altra stagione”, il titolo di questa sorta di esperimento collettivo di land-art, di questa installazione a lunga gittata percorribile più che visitabile, curata dal Comune di Rimini in collaborazione con Piacere Spiaggia Rimini, resa possibile grazie alla disponibilità di tutti gli artisti coinvolti. Una mostra naturalmente prima o poi finisce. Ma un catalogo, con la riproposizione delle immagini e dei testi, rimane. Ed è quello che è stato fatto anche per “L’altra stagione”. Scrive il

Il libro "La bellezza degli inizi. Pedagogisti in Romagna" a cura di Lorenzo Campioni e Giovanni Sapucci

"La bellezza degli inizi. Pedagogisti in Romagna" A cura di Lorenzo Campioni e Giovanni Sapucci Zeroseiup “L’area romagnola è stato un vero e proprio crogiolo di fermenti innovativi, in particolare il Centro Italo Svizzero con Margherita Zoebeli la cui attività ha favorito, nell’immediato dopoguerra, la nascita, la diffusione e il consolidamento di una pedagogia sperimentale. Una pedagogia che finalmente si affrancava da un indirizzo pesantemente idealista e autoritario per approdare a un nuovo concetto di scienze dell’educazione, basate su ricerche sul campo, sul rinnovamento organizzativo e dei contenuti e sull’impegno civico di immettere e fare vivere una cultura democratica nella scuola, dopo l’epoca di indottrinamento e retorica fascista”. Così i curatori presentano questo straordinario volume dedicato alle donne e agli uomini che a Rimini e in Romagna hanno consentito nei decenni la costruzione di un progetto pedagogico innovativo per le scuole dell’infanzia e quelle delle elementari. Persone che sono state le protagoniste di un rinnovamento a beneficio dei bambini e dei ragazzi, di tutto il personale impegnato nei servizi educativi e nella scuola, di una nuova alleanza con le famiglie e di rapporti collaborativi con le comunità locali. Anche i due curatori sono stati dei protagonisti di questo percorso: Lorenzo Campioni è stato per molti