12 agosto 1979: “Giovanna Ruggeri è la prima donna riminese pilota di aeroplani”
24 Agosto 2023 / Redazione
La Gambalunga Racconta ha pubblicato on line quanto accadde il 12 agosto 1979: “Giovanna Ruggeri è la prima donna riminese pilota di aeroplani”
Sono passati 44 anni ma Giovanna, quella calda domenica d’agosto, la ricorda come se fosse stata ieri. Miramare di Rimini, bordo pista dell’aeroporto. Di fronte all’hangar dell’Aero Club, Davide Minghini le sta scattando una serie di foto accanto ad un Piper, andranno ad illustrare l’articolo che uscirà il giorno successivo su Il Resto del Carlino. È quasi Ferragosto, il giornalista che l’ha contattata è un po’ risentito, avrebbe voluto che Giovanna fosse andata in redazione. Minghini, invece, è sempre di buon umore quando fotografa una bella ragazza e gli è capitato altre volte di ritrarre Giovanna, ma questa è un’occasione speciale: Giovanna Ruggeri è la prima ragazza riminese a conseguire il brevetto, di 2° grado, di pilota civile per gli aeroplani con l’Aero Club della città di Rimini. Non è la primissima volta che sulla pista riminese si affaccia una presenza femminile, infatti nella prima metà degli anni Sessanta, la marchigiana Maddalena Medas, dopo aver conseguito il brevetto con l’Aero Club di Fano, è atterrata qualche volta sulla pista di Miramare, poi però solo dai primi anni Ottanta tornerà a volare con il sodalizio riminese. Ma chi è Giovanna e perché ha voluto diventare pilota di aerei?
Frine Amadei, casalinga, è la mamma di Giovanna, il padre, Iseo, imprenditore e fondatore della Ruggeri Estintori, è il cugino di Ettore, noto concessionario di auto. A 16 anni, appena concluso il biennio all’Istituto per il Commercio Einaudi, Giovanna si impiega in un’agenzia di pratiche auto. Nel 1969 si sposa con Ettore Menghi Sartorio, fratello di Arturo, il fondatore, nel 1974, dell’istituto di vigilanza privata Civis Augustus. Nel 1971 nasce la figlia Samantha e Giovanna è impiegata presso la Provincia di Forlì. Nonostante l’impegno familiare Giovanna riprende gli studi e si diploma in Ragioneria, si iscrive anche all’Università di Urbino dove frequenta il corso di Organizzazione Internazionale alla Facoltà di Giurisprudenza.
Nel frattempo, dagli uffici di Forlì, si trasferisce alla segreteria scolastica dell’Istituto Tecnico Valturio di Rimini e successivamente a quella del Liceo Scientifico Serpieri. All’epoca abita in centro e un giorno come tanti, tornando a casa dal lavoro, nota, in Corso d’Augusto, un manifesto dell’Aero Club riminese che pubblicizza i corsi di volo. Nella testa di Giovanna i pensieri prendono subito forma: “Il tempo non mi manca, qualche soldo ce l’ho… il carattere anche”, perciò detto fatto. Arrivata a casa telefona all’Aero Club e prende appuntamento per l’iscrizione. Quando Giovanna si presenta a Miramare qualche piccola battuta, soprattutto dai piloti più anziani, non si fa attendere: “sei venuta perché ti piacciono i piloti?” è quella più gettonata, ma con l’istruttore, Giuliano Fortunati, e i compagni di corso si trova bene.
La classe è composta da poche persone e Giovanna capisce subito che quello che sta affrontando non è un impegno da sottovalutare, c’è molto da studiare, le materie sono tante, complicate e molto tecniche e poi, poi c’è il volo. Il primo, certo, le fa un po’ paura, ma è giusto, è sano, e le serve per affrontare questa avventura con tutta la grinta che Giovanna sa di avere. E infatti tutto fila per il verso giusto. Nel 1978 consegue il Brevetto di 1° grado e l’anno successivo quello di 2°. “Qualcuno ha provato a mettermi in buca ma non ce l’ha mai fatta”, racconta oggi Giovanna, “davo esami a ripetizione, ero promossa e passavo davanti a tutti. Ma non mi regalavano niente! Per me era sempre esame doppio, sia nella teoria che nella pratica. Gli esaminatori mi mettevano sempre nelle peggiori condizioni che si sarebbero potute verificare”. Ma ormai non la ferma più nessuno. Giovanna studia e vola, vola e fa esami, arriva al Brevetto Civile di 3° grado, il massimo, con questo si diventa piloti di linea.
Consegue l’abilitazione per Istruttore a doppio comando, Istruttore di volo strumentale, l’abilitazione al lancio dei paracadutisti e l’abilitazione al volo con i Turbofan, gli aviogetti civili, conseguito a Genova. Per accumulare ore e mantenere i brevetti Giovanna fa da tappabuchi, per ferie, malattie e imprevisti, al personale dell’Aero Club per i servizi di aerotaxi. Un giorno le capita di trasportare Corrado Sberlati, patron della MARR e naturalmente diventa la sua Comandante preferita. È proprio durante un viaggio verso la Sardegna, con a bordo Sberlati, che “a un certo punto sento un gran botto” racconta Giovanna, “mi accorgo che un pistone è andato, il motore, però, non si spegne; quindi, mi attesto sulla quota di sicurezza, inizio a sudare freddo ma ostento tranquillità e atterriamo a Cagliari, come da programma. Sberlati non si era accorto di nulla. Poi però il ritorno lo abbiamo fatto con un volo di linea!”.
Giovanna, in aereo, porta anche la famiglia in vacanza, come quella volta che è andata con marito e figlia alle Baleari: “ho preso un libro, mi sono studiata un po’ di spagnolo ed ho organizzato tutto il viaggio. Se ci penso ora… però mi veniva bene! Siamo stati in Grecia, in Francia, in tutta Italia, in tutte le isole, ricordo quella di Giannutri, la pista era piccolissima!”. Giovanna ormai è un fiume in piena che lascia scorrere i suoi ricordi. “Poi, visto che l’abilitazione l’avevo per un certo periodo ho fatto anche da istruttrice, all’aeroporto di Forlì”. E parlando di Forlì Giovanna tira fuori dalla sua valigia dei ricordi due medagliette, piccole ma preziose. “Queste me le hanno date il gruppo paracadutisti di Forlì, mi ringraziavano sempre per i soldi che gli facevo risparmiare quando li portavo in quota per il lancio. Venivo giù in scivolata d’ala, una manovra importante, che richiede una certa dimestichezza con i comandi e che in queste occasioni fa anche risparmiare carburante. Però non ero spericolata, mi frenavo a fare cose troppo pericolose perché avevo una figlia che, tra l’altro, quando non avevo nessuno a cui lasciarla, portavo con me in aereo!”.
“Una delle soddisfazioni più grandi è stata quando sono andata a Roma per l’esame di volo strumentale. Mi presento… naturalmente ci sono tutti uomini, il primo che mi rivolge la parola lo fa per dirmi che forse ho sbagliato piano, che lì si fanno gli esami di volo. Allora io, prontamente, gli rispondo che sì, se qui si tengono quegli esami allora sono nel posto giusto! Mi guardavano tutti dall’alto in basso, loro con 12.000 ore di volo, traversate transoceaniche sui Jumbo. Poi però durante le lezioni di ripasso mi è capitato di fare qualche intervento e poco prima dell’esame più d’uno mi ha chiesto di potersi sedere vicino a me. Mi avevano visto preparata e fresca di studi, forse sarei stata utile per un aiutino. All’inizio ho anche accarezzato l’idea che volare sarebbe potuto diventare un lavoro” prosegue Giovanna “così, anche per sfida, provai a presentare domanda per pilota di linea ad una nota compagnia aerea. Quando andai al colloquio mi dissero: lei ha una figlia e potrebbe farne un’altra. Più chiaro di così! Se ci penso ora è come se avessi passato 15 anni in guerra!”.
Sì perché Giovanna, alla fine del 1993, dopo 2.882 decolli e 2.109 ore di volo, lascia scadere tutti i suoi brevetti e abilitazioni e da allora non ha più volato. Ha dimostrato ampiamente il suo valore e le sue capacità e si è molto divertita, poi le stagioni della vita hanno imposto altre scelte. Nel 1978 quando Giovanna consegue il primo brevetto l’Aero Club di Rimini ha appena compiuto 50 anni di attività e sono stati circa 367 i brevetti rilasciati dal 1928. Dopo di lei solo altre tre donne hanno conseguito il brevetto di volo all’Aero Club riminese: Valerie Jean Wilkinson (moglie del banchiere Lucio Amati), Grazia Meluzzi (Agente della Polizia Municipale del Comune di Rimini) e Daniela Rosa (una signora toscana che si è fermata a Rimini per pochi anni).
Si ringraziano per le informazioni Maddalena Medas, Fabio Falsetti, Giuliano Fortunati, Maurizio Menicucci.