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14 novembre 1874 – Muore Luigi Tonini, il grande storico di Rimini


14 Novembre 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Si legge in “Nuova antologia di scienze, lettere ed arti” VOL. XLIII, Serie II del 15 febbraio 1884: “In una solenne adunanza tenutasi anni indietro a Forlì, per onorare la memoria dell’illustre Giovanni Battista Morgagni, un giudice competente, nè sospettabile di parzialità, Giosuè Carducci, proclamava Luigi Tonini autore d’una delle più erudite e critiche storie municipali che in questo secolo abbia avuto l’Italia. Il comm. Luigi Tonini, bibliotecario della Gambalunga di Rimini, moriva il 14 novembre 1874 fra il più sincero rammarico di tutti i cultori di studi storici, i quali vedevano così troncato a mezzo un lavoro sulla storia civile e sacra di quella città, al quale fino dal 1846 egli aveva dedicato il raro ingegno e la non comune cultura. In fatti il Tonini non ne aveva pubblicati a più riprese che tre volumi; il primo nel 1848, Rimini avanti il principio dell’èra volgare, nel quale discutonsi le antiche origini della illustre città, si raccolgono le memorie istoriche della medesima dalla istituzione della colonia dei romani fino al cominciare dell’era cristiana; se ne espone l’antica pianta; si ragiona de’templi e altre opere pubbliche, dei vari ordini di cittadini, dei collegi, delle arti, delle famiglie, e finalmente si raccolgono tutte le iscrizioni antiche. Il secondo volume apparve nel 1856, Rimini dal principio dell’èra volgare al 1200. In mezzo alle inesplorate tenebre del medioevo, l’autore in questo volume passa in rassegna dodici secoli, suddivisi in due capi principali, uno per la storia civile, l’altro per la storia della Chiesa riminese. Autorevoli scrittori resero conto in quell’epoca dell’erudito lavoro del dotto bibliotecario, e fra gli altri ne piace ricordare l’Ugolini, che ne scrisse nell’Archivio storico di Viesseaux; Zeffirino Re che ne parlò nell’ Enciclopedia di Fano; Ignazio Cantù che ne discorse nelle Letture di famiglia”.

“Dopo qualche anno e precisamente nel 1862 il Tonini pubblicò il terzo volume Rimini nel secolo XIII, contenente la storia del comune, le sue varie vicende, e i primordi della famiglia de’ Malatesta. In esso è riassunta la storia dei casi di Paolo e Francesca, è risoluta la contesa circa il luogo e l’epoca di quell’avvenimento reso immortale dalla musa dantesca, e leggonsi ampie notizie sulle memorie sacre della città. L’illustre e infaticabile scrittore moriva, come dicemmo, nel cadere del 1874 e lasciava in parte completo, in parte abbozzato un altro periodo assai importante della sua storia, Rimini nella Signoria dei Malatesta, diviso in due volumi, uno già pronto sino dal 1870, che per cura del figlio Carlo, erede degnissimo di sì nobile padre, fu pubblicato nel 1880, e un altro che il figlio medesimo ha riordinato sulle orme paterne ed ha recentemente reso di pubblica ragione”.

La lapide che ricorda Luigi Tonini sulla casa in cui visse

Così invecene parla il sito il Rimini Turismo:

““Maestro e padre della storia di Rimini” come lo ha ben definito Augusto Campana, eminente storico, bibliofilo, promotore di campagne di scavo, appassionato di epigrafia e numismatica, Luigi Tonini ha svolto instancabilmente la sua attività culturale in anni cruciali per l’identità e la storia italiana. In Rimini, dove ha sempre vissuto e di cui ha voluto ricostruire la storia civile e sacra con scientificità, sgombrando il campo da leggende false e superstizioni e legando le vicende cittadine al quadro storico-culturale italiano, è stato parte della società civile, ricoprendo anche altre cariche pubbliche, quale quella di consigliere comunale, di insegnante nel ginnasio, di socio fondatore della Cassa di Risparmio”.

“Luigi Tonini per oltre trent’anni, dal 1840 fino alla morte, ha ricoperto l’incarico di direttore della Biblioteca civica Gambalunga e ha avuto un ruolo decisivo nella fondazione del museo che oggi porta il suo nome: nel 1872, nel cortile di palazzo Gambalunga, ha dato vita ad una Galleria archeologica, che aveva il pregio di “appartenere esclusivamente al luogo”. Le opere esposte erano infatti considerate memoria e identità del glorioso passato cittadino allo stesso modo dei documenti custoditi nella biblioteca. Fu proprio Luigi Tonini a scrivere la prima guida di Rimini, edita nel 1864 e indirizzata al ‘forestiere’, come recita il titolo, destinata in realtà anche ai cittadini riminesi e alle loro radici identitarie”.

Il Museo della Città di Rimini dedicato a Luigi Tonini nella via omonima

Luigi Tonini quando ha solo 16 anni, perde entrambi i genitori, Francesco e Lucrezia Pedrizzi. Avviato agli studi prima a Rimini e poi a Bologna, si iscrive alla facoltà di legge dell’Università di Bologna, dopo aver frequentato fisica e filosofia morale. Nel 1834 si impiega presso la Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, prima come coadiutore, quindi come bibliotecario reggente (1840) ed infine come bibliotecario titolare (1853).

Esperto bibliografo e paleografo, appassionato alla ricerca di documenti e manoscritti antichi, contribuì ad arricchire progressivamente il patrimonio della biblioteca, curando l’acquisizione di importanti raccolte, quali quelle di Domenico Paulucci, Michelangelo Zanotti e soprattutto, nel 1871, riuscì ad acquisire un’importante raccolta di incisioni, disegni, pergamene, carte e libri già appartenuta al sacerdote Zeffirino Gambetti. Archeologo appassionato e rigoroso, fu lui a riportare alla luce l’Anfiteatro romano di Rimini riuscendo a farsi finanziare gli scavi del 1843-1846, fugando i dubbi ancora persistenti sull’esistenza di tale monumento nel sito detto popolarmente “Le tane”. Negli stessi anni condusse sondaggi anche all’Arco d’Augusto, per la prima volta studiato con metodo scientifico.

Catalogava instancabilmente reperti, trascriveva epigrafi, setacciava archivi e ricopiava documenti; molto di quel materiale oggi è scomparso e solo il suo lavoro lo ha salvato dall’oblio. Visse nel palazzo che fu dei Simbeni, in piazzetta Ducale, poco distante dalla via ora a lui dedicata dove ha sede il Museo della Città che tanto gli deve e che pure porta il suo nome. Non poteva esimersi, naturalmente, dal sondare la sua stessa abitazione, che scoprì essere sorta sul sito di un torrione romano a presidio di una porta, che nell’alto medio evo divenne fulcro del complesso fortificato dei Duchi riminesi, quella che per il popolo sarà La Castlaza, di cui tracciò l’ipotetico perimetro.

La casa di Luigi Tonini in piazzetta Ducale