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17 gennaio 1634 – Nasce a Rimini Antonio Draghi, musicista eccelso alla corte di Vienna


17 Gennaio 2024 / Redazione

Il 17 gennaio 1634 nasce a Rimini Antonio Draghi. Di lui non si sa nulla fino al 1645, quando all’età di undici anni entra come cantante soprano nella cappella della Basilica di Sant’Antonio di Padova assieme allo zio Francesco Florido (che viene ingaggiato come organista e suonatore di strumenti ad arco). Nella stessa cappella, Draghi viene spostato prima alla posizione di contralto nell’agosto del 1648 e poi di basso dall’ottobre 1649 al dicembre 1651. L’anno successivo è a Ferrara presso l’Accademia della Morte sempre come cantante; vi resta fino all’ottobre 1657, ma nel frattempo è anche a Venezia durante il carnevale del 1657, quando canta nell’opera Le fortune di Rodope e di Damira di Pietro Andrea Ziani.

Nel 1658 approda alla corte imperiale di Vienna. Dapprima è ancora cantante basso, poi inizia l’attività di librettista: il suo primo lavoro è L’Almonte che venne musicato da Giuseppe Tricarico e messo in scena il 9 giugno 1661 a Vienna. 

Nello stesso 1661 Draghi sposa Livia Cristina Seliprandi, appartenente ad una famiglia mantovana di musicisti, dalla quale avrà otto figli.

Nel frattempo il fratello Giovanni Battista Draghi (curiosamente omonimo di colui che nel secolo successivo si farà chiamare Giovanni Battista Pergolesi), anche lui musicista e nato a Rimini intorno al 1640, fa fortuna in Inghilterra presso la corte di Carlo II.

Antonio continua a scrivere libretti d’opera per alcuni anni, per compositori come Antonio Bertali e P. A. Ziani. Debutta come operista nel 1666 con La Mascherata a Vienna. Nel 1667 presenta a Vienna Vero amore fа soave ogni fatica, nel 1668 Achille riconosciuto, Gl’amori di Cefalo e Procri, Il Ciro vendicatore di se stesso a Hofburg, Comedia ridicula, Giuditta e La vedova generosa e nel 1669 Achille in Sciro ed Atalanta con il libretto di Nicolò Minato, Chi più sa manco l’intende a Hofburg, L’humanitа redenta ed Il Perseo.

Con il passare degli anni scala le più alte cariche musicali della corte asburgica: nel 1668 l’imperatrice Eleonora Gonzaga lo nomina vice Kapellmeister e nel 1669 Kapellmeister della sua corte, succedendo a Giovanni Legrenzi.

L’imperatrice Eleonora Maddalena Gonzaga-Nevers ritratta da Frans Luycx nelle sembianze di Diana (1651)

Scrive di lui Raoul Meloncelli (Dizionario Biografico degli Italiani Treccani): «Dotato d’una straordinaria capacità lavorativa tanto da riuscire a comporre anche cinque opere per anno, oltre a varia musica d’occasione, il D. ha lasciato una produzione vastissima comprendente circa centosettantacinque lavori teatrali, oltre quaranta composizioni vocali di vario genere e numerosa altra musica profana e religiosa appartenente a generi e stili diversi. In oltre trent’anni di attività, in cui ebbe collaboratori il librettista N. Minato e lo scenografo L. A. Burnacini, contribuì più d’ogni altro compositore al consolidamento e all’affermazione dell’opera viennese in tutta l’Europa, fornendo alla corte le musiche richieste dalle numerose attività artistiche sollecitate da Leopoldo I, che tra l’altro aggiunse arie di propria composizione in circa trentacinque sue opere teatrali. Ai balletti delle sue opere collaborarono Johann Heinrich e Anton Andreas Schmelzer».

L’imperatore Leopoldo I ritratto dal santarcangiolese Guido Cagnacci (1657/1658).

Nel 1680 muore Johann Heinrich Schmelzer e il 1 gennaio 1682 Draghi gli succede nella posizione di Kapellmeister della corte imperiale. Nel 1690 viene rappresentata a Vienna la sua opera lirica La Chioma di Berenice, ispirata all’omonimo carme di Catullo. Mantiene la carica di Kapellmeister della corte imperiale fino alla morte, avvenuta a Vienna il  16 gennaio 1700.  E’ sepolto nella cattedrale di S. Stefano. Compositore e organista della cappella imperiale è stato anche il figlio Carlo Domenico, nato a Vienna il 21 maggio 1669.

Quanto alla critica odierna, «Gli studi recenti del Neuhaus e di N. Hilti hanno rivalutato la sua figura di compositore, a torto accusata in passato di futile convenzionalità; in realtà il D., pur attenendosi agli stilemi tipici dell’opera veneziana caratterizzata da una tendenza all’astrazione, seppe discostarsene manifestando una propensione per una più realistica ed appassionata tensione espressiva».

E ancora, «Musicista agguerrito tecnicamente, il D. mostra nella sua produzione teatrale non soltanto abilità di scrittura ma grande varietà stilistica»; «Un diretto predecessore della scuola napoletana, costituendo un ponte verso il suo più alto rappresentante, Scarlatti».

Rimini, via Antonio Draghi

La città di Rimini ha dedicato una via al raffinato e prolifico compositore barocco: è una traversa destra di Via Flaminia in direzione Riccione.

17 gennaio – Sant’Antoni dal bes-ci