18 gennaio – Senta Presca e la Crusìna, sante e chiese dimenticate
17 Gennaio 2020 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 18 gennaio la Chiesa commemora Santa Prisca, vergine e martire romana. Morta a 13 anni nel I secolo sotto l’impero di Claudio, figlia di Aquila e Priscilla martiri anch’essi e discepoli di San Pietro (che l’avrebbe battezzata) e San Paolo? Oppure uccisa nel III secolo, sempre tredicenne, sotto Claudio II detto “il Gotico”? O invece una matrona, addirittura moglie di Diocleziano (III-IV secolo), l’ultimo e più accanito persecutore dei Cristiani? La confusione delle leggende sovrapposte è alimentata anche da testi dove Priscilla e Prisca sembrano la stessa persona.
Nel 1934 i padri Agostiniani scavarono sotto la chiesa di Santa Prisca a Roma alla ricerca della domus dei S.S Aquila, Priscilla e Prisca di cui scrive San Paolo e su cui sarebbe stata edificata. Trovarono invece uno dei Mitrei più splendidi e meglio conservati dell’Urbe, con tracce di profanazione non anteriori all’epoca di Teodorico (V-VI secolo). Dunque nella casa dove si sarebbero dovuti radunare i primissimi Cristiani di Roma, in realtà si adorava l’iranico dio Mitra?
Priscilla è il diminutivo di Prisca e già appare strano che non sia l’inverso, dovendosi trattare di figlia e madre. Prisca in latino significa “prima, primitiva” e Santa Prisca-Priscilla sarebbe stata la protomartire, prima donna a dare la vita per la fede: con tutti i sospetti che ogni nome “parlante” e profetico può sollevare. A partire dallo stesso Stefano, il primo in assoluto a ricevere la corona (in greco στέφανος: stephanos) del martirio.
Secondo la tradizione Aquila e Priscilla erano fabbricanti di tende emigrati a Roma, originari del Ponto (sul mar Nero nell’odierna Turchia) ma ebrei come Pietro e Paolo (e in quanto tali esiliati dall’imperatore Claudio). Ma i loro nomi sono palesemente latini: traduzioni di generalità orientali o solo degli appellativi?
Tanti misteri per una Santa dimenticata. Forse anche perché Senta Presca, da noi non più di un nome del calendario da recitare nel rosario alla data di oggi, non è mai divenuta patrona di qualche mestiere o corporazione, né miracoloso scudo da qualche specifico male. Come appartata e poco nota ai turisti, per quanto affascinante, è la sua chiesa sull’Aventino.
Più fortunati i suoi genitori: Santa Priscilla, ritenuta fondatrice delle visitatissime catacombe dove sarebbe stata sepolta anche la figlia Prisca, per qualche ragione fu adottata anche dai protestanti, con il risultato che il suo nome è piuttosto diffuso nei paesi anglosassoni. E’ stato portato anche da molte artiste, la più celebre delle quali è probabilmente Priscilla Presley, l’unica moglie di Elvis, Re del Rock’n Roll.
San Aquila ha invece trovato una fortuna del tutto diversa: è il patrono ufficiale della Società Sportiva Lazio, unica squadra di calcio a poter vantare un’icona santificale.
Appartata e sconosciuta, anche perché chiusa al pubblico e con ben poco di spettacolare da mostrare, è anche la Crusìna, la chiesa più antica di Rimini fra quelle a noi rimaste.
Ecco la sua storia:
18 gennaio 592 – Nasce la Crocina, la chiesa più antica esistente a Rimini