2 febbraio – “D’la Candlora da l’inverne a sem fura”, ma…
2 Febbraio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 2 febbraio è la festa della Presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39). In questa occasione si benedicono le candele di ogni chiesa, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
Fino alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, e tuttora nella forma straordinaria del rito romano, la festa è chiamata Purificazione della Beata Vergine Maria. La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse Chiese protestanti. In moltissime zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.
In Italia il 2 febbraio è detto il giorno della Candelora, ma nomi simili si riscontrano presso tutti i popoli che lo festeggiano: Candelaria per gli spagnoli e i portoghesi, Chandeleur per i francesi, Candlemas per gli inglesi, e così via.
In Irlanda vi intravedono la cristianizzazione della festa celtica di Imbolc (o anche Imbolic e Oimelc) che là però è diventato il “Giorno di Santa Brigida” (Lá Fhéile Bríde). Cadeva il primo giorno di febbraio e rappresentava il culmine dell’inverno, a metà strada il solstizio e l’equinozio di primavera. Imbolc in irlandese significa “in grembo”, inteso quello delle pecore. E’ infatti questo il periodo in cui nascono gli agnellini e le pecore producono quindi latte. Oimelc sta quindi anche per “latte ovino”. A sua volta Santa Brigida (patrona d’Irlanda assieme a San Patrizio) è la palese cristianizzazione di Brigid (o Bríg, Brig), divinità celtica della primavera e della fertilità che sovrintendeva a Imbolc, nonchè protettrice di poeti, guaritori, druidi, combattenti e artigiani, in particolare dei fabbri.
In ambito latino, la Candelora è in effetti una di quelle feste religiose il cui trapasso dal paganesimo al cristianesimo è documentato da prove scritte e ufficiali. Durante il suo episcopato, papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato di Roma l’abolizione dei Lupercalia, che furono sostituiti dalla festa cristiana della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
I Lupercalia, una delle feste più antiche di Roma, si celebravano nei giorni nefasti (dal 13 al 15) di febbraio, mese purificatorio a sua volta. Erano in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco (Lupercus), cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi. Secondo Dionisio di Alicarnasso, i Lupercalia ricordano il miracoloso allattamento dei due gemelli Romolo e Remo da parte di una lupa che da poco aveva partorito. Venivano celebrati nella grotta chiamata appunto Lupercale, sul colle del Palatino dove sarebbe avvenuto il prodigio.
La celebrazione consisteva fra l’altro nelle fustigazione rituale delle donne, che offrivano il ventre (in seguito, le palme delle mani) ai colpi inferti da giovani Luperci con strisce ricavate dalla pelle della capra appositamente sacrificata. Il rituale doveva favorire la fertilità del popolo romano.
Nella cultura popolare, la Candelora, circa a metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, è uno di quei giorni da cui si possono ricavare indicazioni sul futuro meteorologico, come confermano tantissimi proverbi di tutta Italia.
In Romagna: “E’ dé dla Zariôla, o ch’al bôfa o ch’al piôva da l’inverne a sem fura, mo s’u j é e’ suladèl a j avèm anc pr’ un msarèl”, Il giorno della Candelora, che nevichi o piova, dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mesetto.
“La Madona d’la Candlora, da l’inverne a sem fura, ma se sol e temp bel, sem te mez dl’invernel”, La Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori ma se c’è sole e il tempo bello siamo in mezzo all’invernello.
“Se bat e’ sol int la Candilora, quarânta dè d’inveran u si rinova”, se batte il sole il giorno della Candelora si aggiungono quaranta giorni all’inverno.
Gianni Quondamatteo: “Molte luci, in qualsiasi ambiente, provocano il modo di dire è pareva la prucision dla Candlora!“, pareva la processione della Candelora!. “E al bambino che ha la ‘candela’, cus’el, è de dla Candlora? cos’è, il giorno delle Candelora?”.
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