25 settembre 1983 – Federico Fellini presenta in anteprima a Rimini “E la nave va”
25 Settembre 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 25 settembre 1983 al teatro “Novelli” di Rimini viene proiettato in anteprima assoluta “E la nave va” di Federico Fellini, alla presenza dello stesso regista, di Giulietta Masina e di Tonino Guerra, co-autore della sceneggiatura. I testi delle opere liriche cantate nel film sono del poeta Andrea Zanzotto. Il personaggio della Principessa Lherimia è interpretato alla ballerina e coreografa tedesca Pina Bausch. Il semiologo Paolo Fabbri definirà quella proiezione “memorabile”.
La trama: nel 1914: il piroscafo “Gloria N.” salpa dal molo n. 10 di un non meglio definito porto di Napoli con a bordo le ceneri della “divina” cantante lirica Edmea Tetua. Meta della crociera: l’isoletta di Erimo nel Mar Egeo, nelle cui acque – per ottemperare alle ultime volontà del soprano – le ceneri dovranno essere sparse. A bordo della nave, celebrità varie, nobili e amici della defunta artista, descritti con un’ironia comprensiva e impietosa al tempo stesso dal giornalista Orlando, a bordo per redigere una cronaca dell’evento. A bordo è presente persino un rinoceronte, ammalato di tristezza d’amore, che saltuariamente viene visitato dai passeggeri.
Il corso della Storia irrompe però con forza: a Sarajevo il granduca Ferdinando è ucciso e scoppia la Prima guerra mondiale; contemporaneamente, il comandante della nave si trova costretto a dover soccorrere dei naufraghi serbi. In vista della meta, il piroscafo italiano incrocia una corazzata austriaca e viene colpito ed affondato. Nell’ultima scena il giornalista Orlando informa il pubblico del fatto che i passeggeri non sono tutti morti.
“Un idrovolante ha recuperato i superstiti della scialuppa Aurora […] La scialuppa Stella del nord è miracolosamente arrivata ad Ancona […] Per quanto mi riguarda io ho una grande notizia da darvi: Lo sapevate che il rinoceronte dà un ottimo latte?”. Nel dir questo il giornalista si scherma le labbra con la mano per non farsi sentire dal rinoceronte, il secondo passeggero della barca, che finalmente sereno, mangia un ciuffo d’erba.
La termine del film manca la parola “Fine”. Per il resto della sua vita, a Fellini sarà chiesto chiesto il senso del latte di rinoceronte.
Le sue risposte, come sempre ritrose quanto evocatrici, sono state di questo tenore: «Perché mi si vuole costringere a spiegarlo? In ogni caso, il rinoceronte che è sulla nave, se ha un significato, questo significato va inteso in senso totalmente opposto. Il mostro di La dolce vita era uno specchio della degenerazione del protagonista, mentre il rinoceronte di E la nave va potrebbe suggerire un’interpretazione, ad esempio, di questo tipo: l’unico tentativo per evitare il disastro, per non precipitare nella catastrofe, potrebbe essere quello diretto a recuperare la parte inconscia, profonda, salutare di noi stessi. E’ in questo senso che si potrebbe spiegare la frase farsi nutrire dal latte del rinoceronte. Ma si tratta sempre di spiegazioni un po’ goffe, com’è goffo l’accostamento del rinoceronte al mostro di La dolce vita. Una fantasia, se autentica, contiene tutto, e non ha bisogno di spiegazioni» .(In “Fellini. Raccontando di me, conversazioni con Costanzo Costantini”, 1996)
E ancora: «Faccio un film alla stessa maniera in cui vivo un sogno, che è affascinante finché rimane misterioso e allusivo e rischia di diventare insipido quando viene spiegato. Come adesso». Oppure: «Gli esperti in viaggi per mare mi hanno assicurato che quasi sempre c’è un rinoceronte a bordo. Scherzi a parte, io dico come Picasso: non cerco, trovo. Mi è apparso un rinoceronte in questa barca e trovo che ci sta benissimo. E basta».
Il film del 1984 vince quattro David di Donatello (miglior film, miglior sceneggiatura, miglior fotografia a Giuseppe Rotunno e miglior scenografia a Dante Ferretti), 5 Nastri d’Argento (premiati anche Franco Cristaldi come produttore, Gianfranco Plenizio per la colonna sonora, Maurizio Millenotti per i costumi, oltre che gli effetti speciali), un Globo d’Oro. Nelle sale, però, dopo un inizio promettente, non ottiene altrettanto successo.
Il rinoceronte è stato realizzato da Valeriano Trubbiani con gommapiuma e catrame. Lo stesso artista ha poi sviluppato il tema con la “Mater Amabilis”, gruppo scultoreo collocato nella piazza Pertini nel centro di Ancona.
A Rimini da Agosto 2021 il rinoceronte felliniano è installato in piazzetta San Martino, presso l’ingresso posteriore del Cinema Fulgor consacrato al Maestro. Icona del Fellini Museum, nel settembre dello stesso anno ha navigato nel Canal Grande alla Regata storica di Venezia.
Fa riferimento al film “E la nave va” anche il monumento nel cimitero di Rimini dove riposano Federico Fellini, Giulietta Masina e il loro figlioletto Federichino; la scultura, opera di Arnaldo Pomodoro, è intitolata Le Vele.