28 ottobre 2018 – Risorge il Teatro Galli di Rimini (FOTO)
28 Ottobre 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 28 ottobre del 2018 viene inaugurato il Teatro Galli di Rimini. Dopo ben 75 anni, la cittadinanza può riappropriarsi di un luogo che è simbolo di cultura, civiltà e incontro. Una piazza coperta al centro della città dopo decenni di sostanziale inutilizzo, si potrebbe dire quasi degrado, dopo i bombardamenti del 1943, che lo distrussero per buona parte. Per anni, laddove si ergevano platea, palchi e palcoscenico insistevano dapprima una fiera campionaria e poi una palestra, altro luogo cui – comunque – molti riminesi – specie i non più giovani – erano molto legati. Poi la palestra venne chiusa e la struttura si trasformò – di fatto – in un qualcosa di molto simile ad uno scialbo capannone. Quanto al foyer, e alla porzione di edificio che si affacciano su Piazza Cavour per lunghi anni, pur facendo bella mostra di sé all’esterno, all’interno versavano in stato di incuria ed abbandono.
Il Teatro Galli (clicca sul link per leggere l’approfondimento storico di Paolo Zaghini) era stato costruito tra il 1843 e il 1857, anno della sua inaugurazione (che avvenne con l’esecuzione di un’opera scritta appositamente per l’occasione da Giuseppe Verdi, l‘Aroldo). L’imponente edificio, progettato dall’architetto Luigi Poletti, fu bombardato il 28 dicembre del 1943 da aerei alleati. Erano quelli i momenti più drammatici e tragici di una guerra che a Rimini portò morte e distruzione in ogni dove, mare, monti e campagne. Buona parte del patrimonio edilizio andò letteralmente in briciole. Il Tempio Maltestiano subì gravi danni, ma fu risistemato, pure conservando le numerose cicatrici che ancora ricordano la portata dei crolli in seguito ai bombardamenti. Non fu così per il Teatro Galli di Rimini, che per 75 anni rimase al centro di proclami, annunci e progetti fallimentari, mentre gli spettacoli andavano in scena al Teatro Novelli di Marina Centro. Le bombe distrussero per buona parte la platea e la torre scenica.
I lavori di ricostruzione di platea e torre scenica iniziarono solo all’inizio del 2014. Erano destinati a durare ben quattro anni e mezzo, necessari per restituire alla città il Teatro Galli come era e dove era. Nel 2015, intanto, si avviavano a conclusione si erano conclusi quelli di recupero e restauro dei locali e delle sale interne del Foyer, iniziati nel 2010. Già tra il 1997 e il 2001 il foyer era stato sottoposto a importanti lavori di recupero e restauro, tra questi anche il rifacimento del tetto.
Per quel che riguarda i lavori di ricostruzione vera propria è bene fare alcune precisazioni: il teatro è stato riedificato sul progetto originale “all’italiana”, realizzato a metà Ottocento da Luigi Poletti, con il miglioramento degli spazi e le correzioni necessarie a garantire ottima acustica e visibilità. Per queste opere sono stati investiti oltre 36 milioni di euro, 31,7 dei quali finanziati con risorse comunali. La Regione Emilia Romagna ha invece contribuito con 4,7 milioni provenienti da Fondi europei Por Fesr 2007-2013, oltre allo stanziamento di un contributo straordinario di 400 mila euro per la realizzazione della programmazione artistica.
Nella galleria, le immagini dell’imponente cantiere del Teatro Galli.
Il 28 ottobre del 2018 i riminesi possono finalmente rimettere piede nel teatro polettiano. L’inaugurazione fu affidata alla voce del mezzosoprano Cecilia Bartoli e alla sua interpretazione de “La Cenerentola” in forma semi scenica. Per l’occasione l’evento fu proiettato su un maxischermo allestito sulla facciata del Teatro davanti a una Piazza Cavour gremita da migliaia di riminesi e non solo. Gli eventi inaugurali del Teatro Galli proseguirono poi per alcuni mesi con alcuni appuntamenti che difficilmente verranno dimenticati dagli amanti del teatro a tutto tondo, sia di prosa che lirico. Già il 30 ottobre, calcarono le assi del rinnovato palco Peppe e Toni Servillo con i Solis String Quartet nello spettacolo “La Parola Canta“. Sabato 3 novembre fu la volta di Roberto Bolle con lo spettacolo “Roberto Bolle and friends”. Il 10 dicembre, toccò al direttore d’orchesta Valery Gergiev inaugurare la stagione lirica. Il maestro russo diresse per l’occasione il “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi.
Ecco il racconto della serata inaugurale del 28 ottobre firmato da Enea Conti e pubblicato su Chiamamicittà.it in quelle stesse ore.
Il racconto della serata inaugurale del Teatro Galli comincia nel pomeriggio, quando le porte del foyer si aprono alla città. Per la prima volta, dopo un ciclo di mostre e altri eventi che negli ultimi anni lo avevano – comunque – riportato a nuova vita, il foyer è per davvero l’anticamera di una platea, di un sipario e di una torre scenica, con tutto il concerto di ordini, palchi e loggione. A intrattenersi nel salone d’ingresso nelle ore precedenti al buio in sala sono stati gli spettatori in pectore che hanno avuto la fortuna di accaparrarsi un biglietto a tempo di record, ma anche chi avrebbe partecipato alla cerimonia inaugurale godendosi lo spettacolo in Piazza Cavour, dove la voce di Cecilia Bartoli, accompagnata da una proiezione in presa diretta dello spettacolo su un telo in tulle montato sulla facciata del Teatro. Verso le 19 hanno iniziato a fare il loro ingresso in sala le autorità. Sul tappeto roso hanno sfilato il Vescovo Francesco Lambiasi, il Sindaco Andrea Gnassi, il Prefetto Alessandra Camporota, il Questore Maurizio Improta, il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, gli ex sindaci Alberto Ravaioli e Giuseppe Chicchi, accompagnati dalle loro moglie, l’ex senatore e giornalista Sergio Zavoli, il Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini e l’Assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, E poi assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Nel frattempo centinaia di persone affollavano Piazza Cavour nell’attesa che venisse trasmessa lo spettacolo inaugurale del Teatro.
Alle 20, come da copione, le voci si perdono e lasciano spazio al silenzio già prima del vero e proprio buio in sala. Si apre il sipario, compare la silhouette di un signore anziano. Una luce lo illumina mentre sistema alcuni fogli sul leggio. E‘ Luciano Bagli, nato il 28 dicembre 1943, nel giorno in cui una bomba distrusse il vecchio teatro Galli. A lui il compito di traghettare il pubblico, interno ed esterno, verso la vera e propria cerimonia inaugurale. “E’ la prima volta che parlo di fronte a tanta gente. Sono emozionato. Sono nato nelle stesse ore in cui le bombe cadevano su questo teatro, chiudendolo per 75 anni. La mia età. Mia mamma diceva che sono nato prematuro, forse per colpa dello spavento per quel bombardamento che aveva distrutto quasi tutta Rimini. Una di quelle bombe era caduta nella zona di via Pomposa, sulla casa di fianco a quella dove vivano i miei genitori….”
Subito dopo è il turno del sindaco Andrea Gnassi, che appare subito visibilmente commosso. “Questa sera chiudiamo per sempre un capitolo della nostra storia. Che si era aperto 75 anni fa tra lutti, dolore, distruzione e macerie. Ci abbiamo messo tanto, troppo. Torniamo ad essere eredi di una storia millenaria“. E c’è pure il tempo per un primo accorgimento scenico. Mentre il primo cittadino è intento a pronunciar e il suo discorso il portale anteriore al palco si apre all’improvviso, sullo sfondo compare la Rocca Malatestiana.
Poi dopo i saluti finali del sindaco è per davvero buio. L’orchestra prende posto sul palco e accorda gli strumenti. Un lungo applauso e La Cenerentola di Rossini interpretata dal mezzo soprano Cecilia Bartoli può finalmente partire. Due atti interrotti da una pausa di venti minuti, in cui il pubblico visita gli spazi del ridotto, dove è stato allestito un piccolo buffet e del foyer. Poi si torna in platea sui palchi e nel loggione per il secondo ed ultimo atto. Alla fine sono nove i minuti di applausi tributati dal pubblico. Cecilia Bartoli a fine serata sceglie di ricambiare i presenti uscendo dal portone principale del foyer per intrattenersi con i più appassionati di loro. “Un teatro che riapre è una notizia stupenda, in un momento come questo“. E forse la semplicità di queste parole alza il velo sul significato di un evento che la città aspettava da 75 anni. Tanto, troppo, ma alla fine, se è vero quello che ha detto la Bartoli, tutto è andato come doveva semplicemente andare.
Enea Conti
28 ottobre 1537 – Niente forca per il ladro, “solo” taglio di naso, orecchie e frustate