Home___primopianoA Rimini servono salvataggi per l’inverno? Chiamate noi, il Club del Trampolino

Saremo rimasti in pochi ottantenni ma lo faremmo gratis per una grigliata di saraghine, un bicchiere di vino, la cabina gratis per cambiarsi


A Rimini servono salvataggi per l’inverno? Chiamate noi, il Club del Trampolino


13 Ottobre 2024 / Giuliano Bonizzato

L’autogol turistico della chiusura degli stabilimenti al 22 settembre (non avendo i bagnini ritenuto remunerativo ottemperare alle recenti prescrizioni circa l’obbligo di mantenere il servizio dei marinai di salvataggio) mi ha lasciato perplesso per un semplice motivo. E cioè che al largo dalla spiaggia (dove esiste una vera necessità di pronto intervento specializzato), non nuota ormai più nessuno. A parte certi vecchietti di cui parlerò più tardi..

Mah! E’ davvero un po’ triste ricordare i tempi in cui i ragazzi e le ragazze che oggi frequentano quasi esclusivamente le piscine, amavano appassionatamente il mare profondo. Quel mare che ti fa lottare contro le correnti, ti culla quando galleggi disteso seguendo il volo di un gabbiano, ti scioglie da ogni tensione mentre nuoti a lente bracciate verso l’orizzonte. E magari ricorda ai più anziani un antico e scomparso punto di riferimento.

Eh, già. Il mitico trampolino. Sulla scaletta di quella piattaforma, prima in legno e poi in profilati metallici, si arrampicava, considerata la distanza dalla costa, soltanto chi al mare dava del tu. Per cui, nel corso della stagione estiva, si ritrovavano lì, sempre gli stessi. Il Club del Trampolino. Con i tuffi di testa che gli istruiti chiamano carpiati e quelli di chi, non volendo rischiare la pancia, si accontentavano della classica scaranata. Seguita da una allegra “buonanotte” all’amico che si trovasse nelle vicinanze, montandogli coi piedi sulle spalle e dandogli una bella spinta verso il basso… Risate, scherzi, battute… Gioia di vivere tra tritoni ed ondine, fuori dalla vista di una società a quei tempi piuttosto repressiva..

Poi, verso i primi anni settanta, i trampolini scomparvero. Così, da un giorno all’altro.
Motivi di sicurezza? Non si è mai capito. Qualcuno ipotizzò che quei trampolini al largo attirassero come una calamita anche chi nel tragitto poteva rischiare di andare a fondo. Beh, ho visto coi miei occhi tre satanassi tuffarsi contemporaneamente dalla piattaforma per salvare un tale che aveva perduto le forze in vista della meta. Non aspettavano altro!

C’è chi ha avanzato la proposta di ricostruirli dove erano e come erano. Ma per chi? Ci arriverebbero a nuoto solo certi ottantenni dallo stomaco dilatato e dai pettorali stanchi che in mare si sentono ancora dei leoni ma che poi non ce la farebbero neppure a salire sulla scaletta.

Gli stessi, peraltro, che, unici a puntare il largo (con tutti i giovani a far l’avanti e indrè in piscina) hanno evidentemente comportato la necessità del servizio di salvataggio anche a fine stagione.
E che dunque sono i veri responsabili della chiusura anticipata degli stabilimenti.

E pensare che, una volta resisi conto della situazione, quei vecchiacci (non più di due o tre nella zona di Marina Centro) si sarebbero probabilmente sacrificati, per il bene della Rimini turistica, a battere il crawl per il lungo e vicino alla riva, dove perfino un bambino avrebbe potuto soccorrerli.

E dunque cari bagnini (o operatori balneari come vuole il politically correct) non vi resta, per la prossima stagione, che mettervi d’accordo con loro.
Una grigliata di saraghine, un bicchiere di vino, la cabina gratis per cambiarsi…
Da fine settembre a metà ottobre.
E la capitaneria di Porto chiuderebbe certamente un occhio.

Giuliano Bonizzato