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8 agosto 1502 – Leonardo da Vinci è a Rimini


8 Agosto 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

L’8 agosto 1502 Leonardo da Vinci giunge a Rimini come ingegnere e consigliere militare di Cesare Borgia, che due anni prima ha conquistato la città scacciandone i Malatesta.

Leonardo  rimane colpito dalle cannelle d’acqua della fontana principale della Città, quella che oggi chiamiamo Fontana della Pigna.

Scrive infatti nei suoi appunti segreti, vergati alla rovescia: “Fassi un’armonia colle diverse cadute d’acqua, come vedesti alla fonte di Rimini, come vedesti addì 8 d’agosto 1502”. 

Questa armonia gli avrebbe suggerito l’idea di costruire un organo idraulico utilizzando l’acqua non come pompa per comprimere l’aria, come accadeva negli organi tradizionali già descritti in testi greci intorno al III secolo a.C., ma facendo suonare l’acqua stessa che cadeva dentro vasi di diversa forma. Un’idea, come tante altre annotate nei suoi appunti, anch’essa già sviluppata in epoca ellenistica, che Leonardo aveva probabilmente trovato in antichi codici. Ma molte di quelle tecnologie, e le relative teorie fisiche su cui si basavano, erano andate perdute da secoli. Vedere con i propri occhi qualcosa che poteva servire a ricostruirle era per lui prezioso. Nel Museo della Città è esposto il modello di un organo idraulico progettato nel 2003 dall’architetto Pier Luigi Foschi, interpretando l’idea di Leonardo.

Leonardo muove da Pesaro alla volta della Romagna e giunge a Rimini l’8 agosto 1502. Raggiunge in seguito Cesena, dove si trattiene per più di un mese, compiendo una serie di rilievi utili al rinnovamento delle difese della città. Ai primi di settembre Leonardo si reca a Cesenatico, sbocco a mare strategico del Ducato di Cesare Borgia, e rileva la planimetria del porto canale. Successivamente, passando dalla città di Faenza, nel settembre 1502 giunge ad Imola, dove rimane fino a dicembre dello stesso anno, momento in cui lascerà definitivamente la Romagna.

Mappa della Romagna e della Toscana disegnata da Leonardo – Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019

A Rimini la sua principale attenzione è rivolta verso i congegni di escavazione dei fossati che aveva già osservato nelle Marche. Nella città romagnola fa riferimento al metodo di lavoro approntato dagli “omini di Rimini”, che vede rimuovere la terra durante l’opera di adeguamento delle vecchie difese fatte costruire da Sigismondo Malatesta.

La fontana che vide Leonardo non era nelle forme attuali, che sono frutto di una ricostruzione della seconda metà del ‘500: in realtà, doveva essere come venne scolpita nel bassorilievo con la veduta della città in epoca malatestiana, situato nella cosiddetta “Cappella dei Pianeti” all’interno del Tempio Malatestiano.

Al centro, la fontana della piazza di Rimini nel bassorilievo del Cancro di Agostino d Duccio nel Tempio Malatestiano

La fontana rappresentò l’unica risorsa di acqua potabile della città fino al 1912, quando fu inaugurato l’acquedotto pubblico. Il condotto di circa 900 metri che la alimenta, prelevando l’acqua in un pozzo oggi in via Dario Campana, fu realizzato in epoca romana all’interno di una galleria sotterranea – il “praticabile” – per permetterne la manutenzione. Probabilmente utilizzato anche come passaggio segreto per sortite in caso d’assedio dalla città e quindi da Castel Sismondo dopo la sua costruzione, questa galleria fu senza dubbio fra le fonti che diedero origine alle tante leggende popolari su di un reticolo di grotte che giacerebbe sotto Rimini, andando a collegarsi addirittura a quelle che, numerosissime, furono scavate sui colli di Covignano.

La pigna sostituì nel 1809 la piccola statua raffigurante S. Paolo posta nel 1545 ed ora visibile nel museo della città. Non sappiamo cosa comparisse sulla sommità della fontana quando la vide Leonardo. Mentre oggi si può leggere il suo appunto sulla fontana stessa, riportato in un’epigrafe.

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