Dopo che per 29 anni non c’erano mai state richieste del genere, il Comune di Bologna ha inviato un avviso di accertamento a Roberto Savi, in carcere dal 1994 e all’ergastolo per i delitti della banda della Uno bianca, contestandogli di non aver pagato l’Imu nel 2017.
L’avviso per il recupero, alcune centinaia di euro con la sanzione, è arrivato nei giorni scorsi in carcere a Bollate, dove l’ex poliziotto è detenuto. Riguarda due immobili: uno, sequestrato nel 1994 e un secondo, la cui quota di proprietà era stato ceduta da anni, cioè da quando ci fu la separazione, poco dopo l’arresto, dall’ex moglie.
L’avvocato Donatella Degirolamo, difensore e tutore di Savi, in quanto interdetto a seguito della condanna, si attiverà con gli uffici comunali per chiarire quello che dovrebbe essere un errore nell’intestazione della proprietà e ora potrebbe rivolgersi al giudice tutelare.
Peraltro le parti civili, tra cui il Comune stesso, avrebbero potuto aggredire i beni di Savi in quanto destinatarie di risarcimenti nei processi per i delitti del gruppo criminale, che tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone e ne ferì oltre 100 tra Bologna, Romagna e Marche.
(ANSA)