Rimini, rapporto sull’economia: +4% il valore aggiunto, turismo in buona salute
30 Marzo 2023 / Redazione
Il quadro economico del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
La sintesi
Nel 2022, nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), si sono registrati numerosi indicatori in terreno ampiamente positivo nonostante un anno caratterizzato da difficoltà straordinarie e impreviste:
– aumento delle imprese e delle localizzazioni, con livelli particolarmente elevati di imprenditorialità
– netto incremento del valore aggiunto
– miglioramento delle principali variabili relative al mercato del lavoro (occupazione e disoccupazione)
– riduzione delle ore autorizzate di Cassa integrazione
– crescita della produzione industriale maggiore del trend regionale
– aumento sostenuto delle esportazioni
– buon incremento delle presenze turistiche.
Secondo gli scenari Prometeia aggiornati a gennaio 2023, nel complesso, l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale in un contesto generale nel quale le performance del nostro Paese sono state migliori di quelle medie dell’Area Euro.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le prospettive per il 2023 indicano un aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,5% (+0,5% anche per Emilia-Romagna, +0,4% per l’Italia).
L’analisi dettagliata
Il territorio della Camera di commercio della Romagna, ovvero le due province di Forlì-Cesena e Rimini, è sempre stato caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica, che occupa un posto di assoluto rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Accanto, infatti, a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,5% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore.
In particolare, il territorio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si caratterizza per una diffusa imprenditorialità, con 98 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna: 90, Italia: 87). Le elaborazioni, effettuate al 31/12/2022, riportano 100.741 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate, di cui 90.327 attive; le imprese (sedi) registrate sono 81.501, di cui 71.657 attive. Nel confronto con il 31/12/2021 si riscontra una crescita, sia delle localizzazioni attive (+1,0%) sia delle imprese attive (+0,6%), in controtendenza alle dinamiche negative regionali (rispettivamente, -0,3% e -0,8%) e nazionali (nell’ordine, -0,2% e -0,7%). Tali variazioni comprendono i due Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio che a fine 2021 si sono uniti alla provincia di Rimini; al netto di tale componente esogena, la crescita delle localizzazioni attive sarebbe stata dello 0,7% e quella delle imprese attive pari a +0,2%. In termini di numerosità, assumono particolare rilievo le imprese artigiane attive (21.711 unità a fine anno), pari al 30,3% del totale (31,1% in regione, 24,7% a livello nazionale), con un incremento dell’1,2%; in crescita anche le imprese femminili (+0,8%, 21,3% del totale), le imprese straniere (+5,7%, 12,5%) e quelle giovanili (+2,0%, 6,9%).
Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il Commercio, che costituisce il 22,8% delle imprese attive, risulta in flessione annua (-1,0%), mentre il settore delle Costruzioni aumenta il proprio numero di imprese attive (+3,6%) e rappresenta il 15,6% del totale. Le imprese dell’Agricoltura, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, che rappresentano il 12,0% delle imprese attive totali, sono diminuite dello 0,8%. A seguire, per incidenza, il settore “Alloggio e ristorazione” (10,4% sul totale), anch’esso in flessione (-0,7%). Il Manifatturiero, poi, che costituisce l’8,3% delle imprese, risulta sostanzialmente stabile (+0,1%) mentre le Attività immobiliari (8,2% del totale) registrano un aumento dell’1,8%. Si segnala, inoltre, la dinamica positiva dei settori “Altre attività di servizi” (incidenza del 4,6%, +0,6% annuo), “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (incidenza del 3,9%, con una crescita del 4,1%) e del comparto dei Servizi di supporto alle imprese (tra cui noli e agenzie di viaggio), con un peso del 3,1% e dinamica del +2,7%. In diminuzione infine, dell’1,2%, le imprese del settore “Trasporto e magazzinaggio”, che incidono per il 3,0% del totale provinciale.
Con riferimento alla forma giuridica, più della metà delle imprese attive (il 54,2%) risulta costituita come impresa individuale, stabile rispetto al medesimo periodo del 2021; seguono le società di persone (22,0%), in flessione dell’1,1%, e le società di capitale (21,6%), in aumento del 4,2%.
In base ai principali indicatori dei bilanci aggregati delle società di capitali attive nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), il sistema, nell’anno 2021 (ultimo dato disponibile), presenta una redditività netta media (ROE) pari al 7,7%, un ROI (redditività degli investimenti) pari al 3,8% e marginalità sulle vendite (ROS) pari al 5,2%. Per ogni euro di fatturato il sistema crea 22 centesimi di Valore aggiunto; il 60,0% della ricchezza generata dall’attività caratteristica delle imprese del territorio viene assorbito per la remunerazione del costo del lavoro. L’autofinanziamento della gestione tipica delle imprese in esame è pari all’8,7% dei ricavi di vendita, mentre la remunerazione dei debiti finanziari, per il tramite degli interessi passivi, pesa per lo 0,81% del fatturato. In merito alla struttura finanziaria, infine, il 44,6% delle fonti è patrimonio netto, mentre il rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri si attesta a 1,16.
I principali indicatori ISTAT del mercato del lavoro, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), riportano i seguenti risultati nel 2022, in termini di media annua:
• tasso di attività (15-64 anni) pari al 71,6% (71,7% nel 2021), inferiore al dato regionale (73,5%) e maggiore di quello nazionale (65,5%);
• tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 67,7% (67,0% nel 2021), minore del dato regionale (69,7%) ma superiore alla media nazionale (60,1%);
• tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 5,1% (6,3% nel 2021), in linea con quello dell’Emilia-Romagna (5,0%) ma migliore del dato Italia (8,1%);
• tasso di disoccupazione (15-24 anni) pari al 19,2% (23,0% nel 2021), più alto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (17,3%) ma inferiore al dato Italia (23,7%).
Nel territorio Romagna, nel periodo gennaio-dicembre 2022, sono state autorizzate 5,9 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, di cui l’81,0% di tipo ordinario, il 14,4% straordinario e il 4,6% in deroga; ben l’83,6% delle ore autorizzate ha riguardato il settore manifatturiero, il 4,4% i trasporti, il 4,2% le costruzioni e il 3,5% commercio. In termini di confronto annuo, si assiste ad una decisa diminuzione delle ore di CIG autorizzate (-72,8%), inferiore, comunque, a quella regionale (-76,9%) e nazionale (-73,8%); nello specifico, il calo ha interessato tutte e tre le tipologie di CIG (ordinaria: -65,7%, straordinaria: -10,7%, in deroga: -96,0%).
Nel 2022 le esportazioni del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono state pari a 7.550 milioni di euro, con un incremento del 13,2% rispetto al 2021, inferiore alla variazione regionale (+14,6%) e nazionale (+20,0%). Nello specifico, aumentano le esportazioni dei principali prodotti: +7,2% i macchinari e gli apparecchi meccanici (20,4% del totale), +7,3% i prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (13,0%), +35,3% i mezzi di trasporto (10,8%), di cui +35,7% le navi e imbarcazioni (9,5%), +7,2% i prodotti in metallo (10,4%), +22,3% i prodotti alimentari e le bevande (8,4%), +6,6% gli apparecchi elettrici (6,8%), +18,5% gli articoli in gomma e materie plastiche (5,8%), +8,1% i mobili (5,8%), +3,5% i prodotti dell’agricoltura (5,7%) e +4,3% gli articoli sportivi (4,1%). I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (12,0% del totale), gli Stati Uniti (11,9%), la Germania (10,2%), il Regno Unito (6,1%), la Spagna (4,6%), la Polonia (3,9%) e i Paesi Bassi (3,2%); tutti i suddetti Paesi registrano aumenti, con i più alti che spettano, rispettivamente, agli Stati Uniti (+36,4%) e al Regno Unito (+35,1%). In decisa flessione, invece, l’export verso la Russia (-25,5%), causa sanzioni per la guerra in Ucraina.
I dati provvisori relativi al movimento turistico nell’anno 2022, per l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), rilevano un incremento annuo sia degli arrivi (4.549.105 unità), pari al +23,5%, sia delle presenze (19.992.977 unità), del +18,4%; aumento che caratterizza la clientela nazionale e quella estera, con quest’ultima che fa registrare le maggiori variazioni (+16,0% degli arrivi italiani e +9,6% delle presenze nazionali, contro +72,3% degli arrivi stranieri e +66,8% delle presenze estere). In tale contesto, i comuni della riviera assorbono ben il 94,5% delle presenze complessive. La permanenza media (rapporto presenze/arrivi) è risultata pari a 4,4 giorni (4,6 giorni nel 2021): 4,2 giorni per i turisti italiani (4,5 nel 2021) e 5,1 giorni per gli stranieri (5,3 nel 2021).
In base ai dati sul Credito, specificamente elaborati dalla Banca d’Italia di Bologna, al 31/12/2022, in provincia di Forlì-Cesena si riscontra un incremento annuo dei prestiti totali dell’1,0% (11.265 milioni di euro); nel dettaglio, si rileva un calo dei prestiti alle imprese (-1,7%) e un aumento verso le famiglie consumatrici (+5,4%). Calano, invece, i depositi dell’1,2% (12.576 milioni di euro a fine anno). Le sofferenze, dal canto loro (204 milioni di euro al 30/09/2022), registrano una decisa diminuzione (-48,6%). Il tasso di rischio del credito (1,8%), definito dal rapporto sofferenze/prestiti, pur in progressiva diminuzione, risulta maggiore di quello regionale (1,6%) e nazionale (1,5%). In provincia di Rimini, al 31/12/2022, si rileva un incremento annuo dei prestiti totali dello 0,8% (8.725 milioni di euro); nel dettaglio, si riscontra un calo dei prestiti alle imprese (-1,2%) e un aumento verso le famiglie consumatrici (+4,4%). Calano, invece, i depositi dell’1,0% (11.268 milioni di euro a fine anno). Riguardo alle sofferenze (197 milioni di euro al 30/09/2022), queste registrano una sensibile flessione (–32,3%). Il relativo tasso di rischio del credito (2,2%), in costante diminuzione, risulta però superiore sia a quello dell’Emilia-Romagna (1,6%) sia al dato Italia (1,5%).
Con riferimento alle start-up innovative, sulla base dei dati aggiornati al 01/02/2023, nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono presenti 147 start-up, che operano principalmente nei servizi (109 unità) e nell’industria/artigianato (27 unità); in termini tendenziali, si registra un calo del 9,3% (da 162 unità del 1/2/2022 a 147 unità del 1/2/2023), maggiore di quello regionale (-1,9%) e diversamente dalla variazione positiva nazionale (+0,7%).
Altro aspetto interessante è rappresentato dal sistema delle certificazioni. Nell’area Romagna, al 31/12/2022, le aziende certificate SA8000 (certificazione di responsabilità sociale d’impresa) risultano essere 35, cinque in più rispetto al 2021. Nel complesso, si registrano 1.891 certificazioni di impresa, con un incremento annuo del 5,6% (Emilia-Romagna: +6,7%, Italia: +10,7%). Il 63,1% delle certificazioni è ISO 9001 (certificazione di qualità), il 17,0% ISO 14001 (certificazione ambientale) e il 16,5% ISO 45001 (certificazione di sicurezza del lavoro).
In merito alla Green Economy, diretta espressione del concetto di sviluppo sostenibile, gli ultimi dati disponibili, aggiornati a settembre 2022, rilevano 1.123 imprese green (il 17,3% delle imprese green regionali); rispetto a settembre 2021 si registra una crescita del 2,5% (+3,0% in Emilia-Romagna). Più della metà delle imprese green si concentra nell’Agroalimentare (56,4% del totale); seguono, Ciclo rifiuti (6,4%), Energia rinnovabile ed efficienza energetica (6,4%), Mobilità (5,9%) e Gestione verde e igiene ambientale (4,2%).
Proseguendo, nel 2022, nella classifica relativa alle SmartCity di ForumPA, elaborata sull’indice di trasformazione digitale su 108 comuni, le tre città della Romagna si collocano rispettivamente al 15° posto (Rimini), 20° posto (Cesena) e 48° posto (Forlì). Nell’ambito dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Agenda ONU 2030), sulla base degli ultimi dati, aggiornati a novembre 2022 (report FEEM – SDSN Italia), il comune di Forlì ha una percentuale complessiva di raggiungimento degli obiettivi (media semplice della somma di tutti gli obiettivi) che si attesta al 59,6% mentre Rimini al 56,8%. Importante, poi, risulta essere il tema della “Qualità della vita”, dove, secondo l’indagine 2022 del Sole 24 Ore su 107 province italiane, Forlì-Cesena si colloca al 34° posto e Rimini al 46°.
Secondo gli scenari previsionali di Prometeia aggiornati a gennaio 2023, nel complesso, l’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale, in un contesto generale nel quale le performance del nostro Paese sono state migliori di quelle medie dell’Area Euro.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le prospettive per il 2023 indicano un aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,5% (+0,5% anche per Emilia-Romagna, +0,4% per l’Italia)
Il quadro economico della provincia di Rimini (sintesi)
Nonostante un anno caratterizzato da difficoltà straordinarie e impreviste, nel 2022 nel territorio di Rimini si sono registrati numerosi indicatori in terreno ampiamente positivo:
– aumento delle sedi di impresa e delle localizzazioni
– crescita della PLV agricola
– positive le variabili congiunturali del Manifatturiero anche se in rallentamento
– incremento del volume d’affari nelle Costruzioni
– aumento delle vendite del Commercio al dettaglio
– incremento delle esportazioni maggiore di quello regionale
– crescita degli arrivi e delle presenze turistiche anche se non ancora pienamente recuperati i numeri pre-Covid
– forte riduzione delle ore autorizzate di CIG
– tasso di disoccupazione in calo anche se relativamente elevato e superiore a quello regionale
– artigianato in recupero
– cooperazione in ripresa con aumento delle imprese e del fatturato
Secondo gli Scenari Prometeia aggiornati a gennaio 2023, nel complesso il tessuto economico di Rimini ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato pari al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale in un contesto generale nel quale le performance del nostro Paese sono state migliori di quelle medie dell’Area Euro.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2023 indicano un aumento del valore aggiunto stimato allo 0,5% (+0,5% in Emilia-Romagna, +0,4% in Italia).
I dati economici di sintesi dell’area Romagna e provincia Forlì-Cesena e Rimini (aggiornamento al 30 marzo 2023)
L’analisi delle principali tematiche economiche nei territori forlivese, cesenate e riminese dei settori di attività economica sarà oggetto di futuri comunicati stampa monografici.
Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali di sintesi sono pubblicati nel sito www.romagna.camcom.it nelle pagine dedicate all’evento e al Rapporto sull’Economia