Home___primopianoSentenza Acquarena Tecnopolo. Biagini: “Non erano illazioni facilmente confutabili”

Per l'ex assessore del Comune di Rimini tante le domande ancora senza risposta


Sentenza Acquarena Tecnopolo. Biagini: “Non erano illazioni facilmente confutabili”


4 Aprile 2023 / Redazione

Non entro nel merito della sentenza emanata dal Tribunale di Rimini: è  un compito che spetta  alle parti processuali, Procura, avvocati degli imputati e delle parti civili.
Rimangono però sospese le domande lasciate senza risposta del sottofondo politico-istituzionale della questione.
Perché il Presidente del C.A.R. (Consorzio Artigiani Romagnolo), di allora, Roberto Perazzini, ha chiamato un consulente da Modena, tal Mirco Ragazzi, mettendolo sotto contratto, per interloquire con il Comune di Rimini?
Chi ha legittimato e autorizzato il Capo di Gabinetto del sindaco Gnassi, Sergio Funelli, ad introdurre Mirco Ragazzi nel settore dei Lavori Pubblici del Comune di Rimini, e a quale titolo?
Perché dopo che si è venuti a conoscenza del contenuto delle intercettazioni nel settembre del 2019 e di tutto il marcio che emergeva: “chi devo far fuori Conscoop e chi l’altra ..Il C.A.R. ?” (Parole di un contenuto estremamente grave e pericolose uscite dalla bocca di Funelli, il Capo di Gabinetto di Gnassi, vi rendete conto?) non sono stati assunti provvedimenti immediati da parte del sindaco Gnassi? 
Perché non l’ha cacciato via a calci nel sedere come avrebbe meritato?
Stessa cosa si può affermare per quanto emerso nei dialoghi tra Funelli e il portavoce della Giunta, Fabrizio Bronzetti dove emerge che hanno sottaciuto al sindaco di aver inoltrato un esposto a lui indirizzato alla Procura della Repubblica. Fatto anch’ esso grave considerando il rapporto fiduciario che legava il sindaco alle due figure.
E il comportamento dei responsabili del PD di allora? Perché invece di etichettare il sottoscritto come “un visionario vendicativo” (mentre non avevo fatto che il mio dovere di denuncia come il codice di procedura penale impone ai pubblici ufficiali) avallando tutto quello che Gnassi ululava (ricordate: “quelle di Biagini sono tutte illazioni facilmente confutabili”), non hanno, alla luce dei vergognosi dialoghi emersi dalle intercettazioni, assunto provvedimenti nei confronti degli iscritti che comparivano nelle intercettazioni?
Perché non hanno stigmatizzato pubblicamente quei comportamenti prendendone le distanze? Facile “sparare”, a comando dell’imperatore e dei suoi “bucellarii”, sul sottoscritto ormai fuori dai ruoli istituzionali.
Di tutto questo non si è mai parlato perché evidentemente doveva rimanere silenziato. Ma perché?