La penna ironica di Enrico Santini ci porta ancora una volta ad occuparci della Confraternita della Tagliatella (la cui storia l’abbiamo raccontata un po’ di tempo fa in “La Confraternita della Tagliatella svela il suo stendardo”). Gran Maestro di questa allegra ed epicurea Confraternita, sin dalla sua fondazione, è il dott. Maurizio della Marchina, medico specializzato in Igiene e Sanità pubblica, gerontologia e geriatria.
Come ormai avrete ben capito, al di là delle ottime mangiate di tagliatelle, nei ristoranti riminesi e zone limitrofe, nel gruppo c’è molta goliardia. Le patacate fanno parte integrante del menù mensile degli incontri a tavola. Il gruppo non conta fra i suoi membri dei giovani rappresentanti. Ci sono tanti liberi professionisti (medici, avvocati, ingegneri) con un po’ di anni sulle spalle. Molti di questi certamente hanno vissuto gli anni riminesi goliardici (per intenderci quelli dei decenni ’60 e ’70). E nella Confraternita hanno ritrovato un po’ di quella leggerezza giovanile.
Ma il nostro amico Santini continua a scantonare. Diciamolo: ha paura. Non vuole parlare, nonostante le ripetute promesse, dei ristoranti dove si fanno le tagliatelle. Ha paura del confronto… e della lapidazione nel caso di opposizione (che potrebbe essere anche cruenta) alle sue valutazioni. Ma noi non demordiamo e continueremo a sollecitarlo. Pena un lungo digiuno con dieta vegetariana. Le tagliatelle gliele facciamo scordare se non onora quanto promesso.
Paolo Zaghini
Dalla esigente redazione di Chiamamicitta.it mi è stata chiesta una intervista al Gran Maestro (in forma sintetica G.M.) della Tagliatella dell’Uso-Conca e Agro riminese, dottor Maurizio N.H. della Marchina, ed io umile scriba non posso farlo, perché nella sua infinita veggenza, il teocratico G. M. non concede interviste.
Proverò allora, a sintetizzare il suo aureo pensiero.
In principio era il Verbo…, come è facile, ma non per tutti, capire. In principio c’è l’idea, il Pensiero, la Filosofia. Cos’è dunque la Tagliatella?
E’ la summa del godimento, il piatto ancestrale della nostra fame, il pensiero ultimo della notte, la sublimazione dell’Amore.
Dalla Tagliatella tutto discende: la tavola, il desco, il piatto, la compagnia, gli amici, l’atmosfera, il bere.
A proposito del bere, in Romagna il bere è il vino, e il vino è il Sangiovese, esclusivamente, tassativamente, delle colline Riminesi. Non si ammettono eccezioni. Vale anche per lo champagne, preferito dagli enofighetti della Barafonda.
Nella Confraternita, i pochi meno di trenta, vengono cooptati a giudizio insindacabile del regnante G.M.
Nell’albo d’oro della gloriosa Confraternita nazional-popolare, i nomi e cognomi degli eletti rimarranno impressi a caratteri cubitali, perché i posteri potranno ricordarli in eterno. Con l’imprimatur del Gran Maestro Maurizio N.H. della Marchina.
E’ tutto.
Rurali sempre.
Enrico Santini