Home___primopianoDonini e Croatti: “Ancora tagli, a questo governo la sanità pubblica non interessa”

L'assessore della Regione Emilia-Romagna: "Nel DEF è evidente la discesa della percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil e già eravamo fanalino di coda in Europa"


Donini e Croatti: “Ancora tagli, a questo governo la sanità pubblica non interessa”


14 Aprile 2023 / Redazione

“La sanità pubblica non interessa a questo governo, non è certo una priorità. Lo conferma il Def con cui si è scelto di tirare il freno a mano sul servizio sanitario nazionale, un documento in cui è evidente la proiezione della curva in discesa della percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil: dal 6,7% nel 2023 si scende al 6,3% nel 2024 e al 6,2% sia per il 2025 che per il 2026”.

Lo dice all’ANSA Raffaele Donini, assessore regionale alla sanità dell’Emilia-Romagna e coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni.

“È vero – dice – che l’effetto post pandemia di rilancio della crescita si sta esaurendo e che le stime del Pil sono inferiori alle previsioni, ma non è possibile non avere alcuna visione riguardo alla sanità che è un asset strategico per il Paese: i tagli effettuati in legge di bilancio e confermati dal Def sono la prova che questo esecutivo non capisce quanto la salute sia un diritto fondamentale ed un bene primario per tutti. L’Italia è già fanalino di coda in Europa per spesa in sanità rispetto al Pil, mi auguro che il governo voglia invertire la marcia al più presto: dopo il Covid si vive un grave disagio e non sono i cittadini a dover pagare o tantomeno medici e personale sanitario che sono stati deificati durante la pandemia”.

Della stessa opinione anche il senatore Marco Croatti.

Nella lotta contro gli ultimi la destra e il governo Meloni non possono certamente essere accusati di incoerenza. Il progetto politico che mira a costruire un Paese che abbandona chi è più debole e sostiene e asseconda chi è più ricco, forte e magari furbo, non poteva che colpire la sanità pubblica, il cui valore di spesa rispetto al PIL scenderà al 6,7% nel 2023, al 6,3% nel 2024, al 6,2% del 2025 secondo dati proprio del governo.

Questa destra ha una visione chiara di sanità: chi dispone di risorse potrà ricorrere alle prestazioni dei privati con la garanzia di efficienza e qualità, mentre chi non può permetterselo dovrà accontentarsi di un Servizio Sanitario Nazionale che il governo Meloni renderà sempre più debole e allo sbando.

Cresce il distacco rispetto a paesi come Germania e Francia che investono nella sanità pubblica oltre il 9% del PIL e allo stesso tempo si decide di non sostenere tutti i professionisti delle ASL e degli ospedali pubblici che si trovano in grande difficoltà per mancanza di risorse, di investimenti e carenza di organico.

La battaglia a favore della sanità pubblica è un altro tema su cui le forze progressiste, in parlamento e in tutto il Paese, dovranno essere unite, compatte e determinate nei prossimi mesi. Questa visione della destra, corporativa e neoliberista, renderà questo Paese più diviso, meno inclusivo e con enormi ingiustizie sociali.”