HomeAlmanacco quotidiano4 gennaio – “Znèr, gatèr”


4 gennaio – “Znèr, gatèr”


4 Gennaio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Il 4 gennaio la Chiesa cattolica festeggia Santa Angela da Foligno (mistica francescana vissuta fra il 1248 e il 1309) che ha sopravanzato Santa Benedetta (martire a Roma nel 352). “E’ Luneri rumagnol” di Gianni Quondamatteo riporta però Sent’Ageo. Come mai? E chi era costui?

Aggeo era il nome di uno dei “profeti minori” che compaiono nella Bibbia, acquisito come Santo dai cristiani. Ma il 4 gennaio solo nelle terre di quello che fu l’Esarcato di Ravenna si celebrava un altro Aggeo, martirizzato a Bologna nel 301 insieme a S. Ermete e S.Caio. Si tramanda fossero discepoli del primo vescovo di Bologna, il semi-leggendario San Zama, a sua volta convertito da chi secondo la tradizione portò il cristianesimo nella capitale imperiale Ravenna e in tutta l’Italia nord-orientale, il siriano Sant’Apollinare. Con qualche spericolato salto cronologico, l’arcidiocesi ravennate fin dal VII secolo sostenne che Apollinare aveva ricevuto l’incarico missionario direttamente da San Pietro, da lui conosciuto nella sua Antiochia. Di qui la rivendicazione di piena autonomia da Roma (nonché da Milano cui in origine era soggetta), nei confronti della quale Ravenna si sentiva alla pari.

Il calendario era naturalmente una delle manifestazioni più evidenti di tale potere autonomo. Ecco quindi una serie di santi “ravennati” che in Romagna e in tutte le terre soggette all’Esarca continuarono a essere onorati al posto di quelli di Roma. E’ comunque curioso che a Rimini si ricordasse in tale giorno S. Aggeo invece del più noto S. Ermete, cui da tempo immemorabile era dedicata una chiesa rurale nella frazione che ancora porta il suo nome.

S. Apollinare nei mosaici ravennati

Il trio di martiri bolognesi ci riporta ad un costume di questo periodo che da queste parti veniva riconosciuto come tipicamente felsineo, ma che invece era ben radicato anche in tutta l’Italia settentrionale, e soprattutto in Piemonte, Lombardia orientale, Veneto e Liguria.

Ne resta traccia nel proverbio Zner, gatèr, “gennaio, gattaro”. A Riccione si dice G-ner gatèr e Giuseppe Lo Magro (“Boia d’un birichin – Modi di dire e proverbi in dialetto riccionese”, Famija Arciunesa, 2006) come quasi tutti lo spiega così: “Gennaio dei gatti, in questo mese vanno in amore”.

Se non che, com’è noto, i gatti non vanno in amore solo in gennaio: può capitare verso la fine del mese, ma non è certo il loro periodo canonico di fertilità, che inizia invece ad aprile. In realtà tutti questi riferimenti ai gatti di gennaio nascondono ben altro. E niente di piacevole per i nostri amici felini.

Gennaio, nel bel mezzo dell’inverno, era uno dei mesi più duri. La terra ancora non produceva, le scorte andavano assottigliandosi e la fame era la costante, che diventava un incubo nelle città e soprattutto le più grandi. Come scrive Luca Baccolini (Storie segrete della storia di Bologna“, Newton Compton 2017), “Gennaio, il mese in cui le gatte vanno in amore, nonché quello in cui la fame morde di più, era il periodo aureo per i ciapagatZnèr, gatèr”, si diceva, non per caso“.

E Baccolini spiega: “Ne approfittavano, facendosi concorrenza accanita, anche i muratori a riposo. Chi imparava il verso delle gatte in amore aveva un paio di maschi garantiti in pentola, attirati a tradimento. Furono i muratori a inventarsi il nome alternativo del gatto, simàn, ovvero Simone, e’ cunén dagl’ong, lîvra da còpp, il coniglio con le unghie o lepre dei tetti”.

Usi e nomignoli riemersi drammaticamente in tutta Italia durante l’ultima guerra mondiale, che fra tante orribili stragi comportò anche quella dei gatti.

Così cantava, del resto, anche Fabrizio De Andrè per la sua Genova in Crêuza de mä:

[…]cose da beive, cose da mangiä

frittûa de pigneu giancu de Purtufin

çervelle de bae ‘nt’u meximu vin

lasagne da fiddià ai quattru tucchi

paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi[…]

[…]cose da bere, cose da mangiare

frittura di pesciolini, bianco di Portofino

cervelli di agnello nello stesso vino

lasagne da tagliare ai quattro sughi

pasticcio in agrodolce di lepre delle tegole[…]

(nell’immagine di apertura, mosaico della “Casa del Fauno” a Pompei)

4 gennaio 1938 – Nasce a Rimini Scilla Gabel

4 gennaio 1504 – Venezia si annette Rimini: primo atto, condono tombale