5 gennaio – “E’ mis-cer ad Michelaz, magnè bev e nu fe un caz”
5 Gennaio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Il 5 gennaio la Chiesa festeggia S. Amelia, vergine martire di Gerona in Catalogna. Pur ignorando praticamente tutto di lei, è stata eletta a patrona dai minatori assieme alla molto più nota S. Barbara, la cui festa cade il 4 dicembre.
I ricordini benedetti di Senta Berbara e Senta Melia erano dunque sempre addosso a quelli che lavoravano int la Busa, o Buga, cioè nelle miniere di Perticara. Un lavoro durissimo e ingrato, dove alla fatica di dover scavare sottoterra si aggiungeva il pericolo e l’insalubrità di aver a che fare con e’ seifni, lo zolfo.
E’DÈ DE GIUDIZI UNIVERSÊL
Quânt ch’l’avnirà
E’ dè de’ Giudizi,
Signor,
-e che al trombi
al svigiarà i murtchi
pur sbrazent,
chi muradur, chi cuntaden
ch’j’ à fadighé
tota la vita,
ad ch’ai da rendar cont incóra ?
No sunê la tromba par ló
Almânch lësi durmì, Signór!
(IL GIORNO DEL GIUDIZIO UNIVERSALE –Quando
giungerà il giorno del Giudizio Signore, – e che le trombe
sveglieranno i morti – quei poveri braccianti, quei muratori,
quei contadini che hanno faticato tutta la vita, di cosa
devono rendere conto ancora? Non suonare la tromba per
loro … Almeno lasciali dormire, Signore!)
Sono i versi dedicati ai minatori romagnoli da Tolmino Baldassari da Castiglione di Cervia (1922-2010), cui lui, sindacalista Cgil, si sentiva particolarmente legato.
Faticare tutta la vita: l’ineluttabile “Clu ch’ vo magnè, l’ha da lavurè”, chi vuol mangiare deve lavorare. O più crudemente, “chi c’han vu lavuré, i smittrà ânch ‘d caghé”.
Però tutti sognano l’universale “E’ mis-cir ad Michelaz, magnè bev e nu fe un caz”, che il dizionario Hoepli dottamente volge in “l’arte di Michelasso è mangiare, bere e andare a spasso”, non senza proporre improbabili derivazioni da “Miquelet, soprannome anticamente usato in Francia e in Spagna per i fedeli che si recavano in pellegrinaggio al santuario di San Michele” e quindi per il popolo vagabondi tout court; o peggio ancora “dal nome di un certo Michele Panichi, un ricco fiorentino che si ritirò dagli affari in età ancora giovane e che visse per il resto dei suoi anni senza far nulla”.
Nella realtà l’ideale di cotal Michelaccio era ed è talmente diffuso da rendere difficile dargli una patria. E fa capolino, addirittura, nelle pagine del Manzoni quando si parla di Don Rodrigo: “potrebbe far l’arte di Michelaccio; no signore: vuol fare il mestiere di molestar le femmine”.
Ma bisogna rassegnarsi e meno male che “la piaza e la mareina, un frânc igna matena”, poiché sulla piazza e alla marina di Ravenna (e non solo) c’era sempre qualcuno disposto a lavorare per una lira.
A meno che abbia “na voja ad lavuré che e’ casca d’indrì”: una voglia di lavorare che casca all’indietro. In altre parole “l’ha na vejpa (vojpa, volpa) c’amaza”, ha una “volpe”, un’indolenza che ammazza.
.Quondamatteo: “Alla domanda che mis-cer fal? ho sentito la bella risposta: l’aiuta ma quei ch’in fa gnint”.
Ma i più continuano a faticare eccome, per poi essere magari mal sopportati, anche se (o proprio perché) fanno mestieri umili e faticosi: a Rimini “Muradur e galafà i fa avnì la fevra ma chi ch’un l’ha”, muratori e calafati fanno venire la febbre a chi non l’ha: perché, come conferma Gianni Quondamatteo i fa casèin e sporcano e mettono tutto sottosopra. A meno che sia ora de “La caghèda de muradur: dicesi di lungo lasso di tempo. Il muratore, accusando un impellente bisogno – vero o falso che fosse – ne approfittava per restare assente dal lavoro qualche tempo; un modo per difendersi dallo sfruttamento del padrone, per tirare su il fiato”.
E a Ravenna: “Sota a i muradur a lavuré, gnânc i chen i ni vo sté”, neppure i cani vogliono stare a lavorare sotto i muratori. Non va meglio per i marinai: “I mariner, j è dop de dulfèin e dop de cuchel”, vengono dopo il delfino e perfino dello stolido e inutile gabbiano.
E tutto questo per cosa? “A forza ‘d sudor e d’ braz, un s met insèn un caz”, non è davvero il lavoro manuale che rende ricchi.
5 gennaio 1973 – Nasce a Rimini Stefano Argilli, il primo a denunciare Calciopoli