Nadia Rossi, Consigliera Gruppo Pd Assemblea Legislativa Emilia-Romagna interviene sul riconoscimento delle spese Covid alle Regioni:
“Quale modello di sanità vogliono la Lega e i partiti di centrodestra che governano il Paese? È questa la domanda a cui non si riesce ad avere una risposta chiara e che molti esponenti di quei partiti in Parlamento e al Governo, così come in Regione, eludono gettando fumo negli occhi dei cittadini. Da ultimo, le dichiarazioni di Jacopo Morrone si focalizzano su determinati servizi sanitari, a detta sua carenti, ma non si premurano di ricostruire il quadro generale.
La sanità, a ormai tre anni dall’inizio della pandemia, è messa sotto forte stress. Mancano le risorse economiche e quelle professionali per garantire il sistema sanitario pubblico e universalistico che il Partito Democratico considera una priorità. Le spese sostenute per fronteggiare l’emergenza sanitaria e la campagna vaccinale sono ricadute completamente sulle spalle e sui conti delle Regioni. La nostra ha investito oltre un miliardo di risorse proprie nell’attesa che i Governi che si sono succeduti dal 2020 mantenessero le promesse fatte, ovvero di rimborsarle. Sul piano delle professionalità, da tempo aspettiamo una riforma degli accessi alle facoltà universitarie e di reclutamento e inquadramento contrattuale del personale medico e sanitario. Nessuna Regione in Italia può da sola far fronte a tutto questo, e lo dimostrano le prese di posizione della Conferenza delle Regioni (guidata dal governatore leghista del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga) e della Commissione Sanità che riunisce tutti gli assessori regionali alla sanità d’Italia. Sedi di confronto plurale e che rappresentano tutte le forze politiche impegnate sui territori per garantire servizi ai cittadini.
Se i parlamentari e gli esponenti della maggioranza guidati da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non sciolgono i nodi della sanità a livello nazionale, il servizio sanitario pubblico non può avere la forza che serve a garantire risposte adeguate e universalistiche.
Se fossi un’esponente della maggioranza di centrodestra in Parlamento o al Governo, mi preoccuperei di questo. Sono in Assemblea Legislativa e lo faccio, per quanto di mia competenza. Ma non posso tacere l’ipocrisia di chi punta a guardare al dito invece che alla luna, solo per scopi strumentali e di posizionamento politico: bisogna intervenire su quello che sta mettendo a dura prova un sistema globale che si occupa di un bene primario e di tutti, ovvero la salute delle persone. Il resto viene di conseguenza.”, conclude la consigliera regionale.