Legambiente: “Sci in Appennino non ha futuro, Regione ER illude popolazioni”
5 Gennaio 2023 / Redazione
“Non chiamiamola emergenza”. Legambiente non ci sta a considerare la mancanza di neve in Appennino come un evento straordinario. Per questo boccia la richiesta di intervento avanzata ieri dalla Regione Emilia-Romagna al governo. “Sottovaluta il cambiamento climatico”, sentenzia l’associazione ambientalista. “Ci saremmo aspettati l’attestazione di una crisi irreversibile e della necessità di investimenti turistici di altro tipo”, commenta Legambiente, che esprime il proprio “sgomento” per “la mancanza di prospettive per la montagna e l’assenza di strategie a lungo termine di adattamento al cambiamento climatico”.
Invece, “tra le proposte che avanza la nostra Regione purtroppo non c’è traccia di un’idea di ripensamento del modello turistico attuale, basato sugli impianti di risalita, ma anzi si parla addirittura di nuove tecnologie per mantenere la neve artificiale anche con temperature più elevate”, contesta l’organizzazione verde.
“Si tratta evidentemente di una completa sottovalutazione degli impatti veri del cambiamento climatico e del fatto che la situazione di quest’anno non può che diventare una costante, con temperature sempre più in crescita. Dunque un trend che mette il settore turistico di fronte alla necessità di cambiare l’offerta invernale, non di inseguire presunte soluzioni tecnologiche fallimentari, sovvenzionate con soldi pubblici”, rincara la dose.
“Se è giusto e necessario supportare le aree fragili dell’Appennino, non è certo utile continuare ad alimentare l’illusione di poter prolungare un modello senza futuro. Gli impianti di innevamento artificiale sono energivori, richiedono grandi quantitativi di acqua e producono una neve molto compatta dannosa per la biodiversità”, denuncia ancora Lgambiente.
“Un atteggiamento purtroppo portato avanti in questi anni recenti con proposte di investimento assurde, come quelle del potenziamento degli impianti di risalita del Corno alle Scale. Unica soluzione è quella di avviare un percorso serio e strutturale di diversificazione dell’offerta turistica, diretta ad una fruizione slow e multistagionale, esplicitando la necessità di abbandonare vecchi modelli”, ribadiscono i vertici regionali dell’associazione, che invita la Regione a accelerare sulle rinnovabili.
“Invece, proprio l’assessore al Turismo regionale (Andrea Corsini, ndr) risulta uno strenuo oppositore della proposta di impianto eolico offshore nel mare di fronte a Rimini, uno dei principali impianti a rinnovabili che il nord Italia potrebbe ospitare. Una contraddizione che avvalla l’impressione che l’emergenza clima sia davvero sottovalutata”, conclude Legambiente.
(Agenzia DIRE)