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Psicodramma ferrovario a Bellaria-Igea Marina, l'identità del PD, giorni decisivi per le colonie


Patrizia Rinaldis di Federalberghi Rimini tra presidenza a vita e culto della personalità


13 Maggio 2023 / Maurizio Melucci

La presidente di Federalberghi Rimini tra culto della personalità e presidenza a vita

Non nascondo di essere rimasto sorpreso dalle conclusioni della votazione per il rinnovo delle cariche sociali di Federalberghi Rimini (AIA). L’associazione degli albergatori riminese è l’organizzazione più importante nel panorama nazionale del turismo ed ha delle responsabilità sociali e politiche nei confronti della comunità riminese e non solo.

La sorpresa deriva dalla mancanza di una comunicazione ufficiale su come è andata l’elezione. Chi ha pubblicato l’esito del voto, come Chiamamicitta.it,  lo ha fatto sulla base di indiscrezioni (verificate) arrivate da chi era presente all’assemblea. Un comunicato ufficiale sarebbe un dovere istituzionale, ma non si è visto. Ma il massimo della sorpresa è stata l’unica nota ufficiale uscita dell’AIA Rimini: la lettera aperta dei dipendenti di Federalberghi Rimini.

Scrivono i dipendenti che i voti in realtà non sono solo 68 ma rappresentano 150 hotel (comunque affluenza bassa rispetto agli iscritti). Poi scrivono i dipendenti: “La leadership della nostra Presidente non è stata mai messa in discussione perché la passione, le capacità che si riconoscono in lei sono indiscutibili, la voglia di fare per tutta la categoria, il fare per gli altri senza pensare al proprio interesse, anche per questo dopo tanti anni nessuno ha avuto il coraggio di sfidarla”.

Siamo al culto della personalità da parte della struttura operativa dell’Associazione Albergatori. Non mi pare che vi siano altre interpretazioni. In pasato in realtà Patrizia Rinaldis è stata sfidata, anche 5 anni fa, con esiti di partecipazione molto diversi.

Patrizia Rinaldis rappresenta la longevità tipica di tante associazioni di categorie. Per carità, liberi gli iscritti di organizzarsi e gestire come meglio credono le proprie associazioni. Tuttavia fa impressione ricordare che Patrizia Rinaldis ha esordito nel cda di Federalberghi nel 1994. Dopo tre anni da consigliera (all’epoca i mandati erano triennali, portati al quinquennio di recente), sono seguiti nove anni da vice di Maurizio Ermeti (poi passato al piano strategico del Comune di Rimini dal 2006). Nel 2006 diventa presidente. Carica che continuerà a ricoprire sicuramente fino al 2028. Quindi in totale nove anni da vicepresidente e 22 anni (a fine mandato) da presidente. Totale 31 anni. Spero che almeno eviti, Patrizia Rinaldis, di parlare di rinnovamento e cambiamento della politica.

Patrizia Rinaldis

Per Bellaria la ferrovia è un incubo

Inutile girarci attorno. A Bellaria Igea Marina la ferrovia rappresenta un grande problema: politico, di organizzazione della città e culturale. Sono 30 anni che si discute in quel comune della ferrovia Rimini-Ravenna.

Si è proposto di tutto e di più. La si vuole spostare a monte e al suo posto metterci una strada; oppure interrarla; oppure alzarla rispetto al livello attuale. Inutile dire, proposte impraticabili oppure costose oltre misura oppure con un forte impatto ambientale e visivo.

La ferrovia divide in due tanti comuni costieri sia sulla linea Rimini-Ravenna che su quella, molto più trafficata, Bologna-Taranto. Rimini, Riccione, Misano, Cattolica hanno risolto il problema in modo “semplice”. Chiusura dei passaggi a livello e realizzazione di sottopassi o sovrappassi (dove è possibile) carrabili e pedonali. Non capisco per quale ragione a Bellaria-Igea Marina non si possa affrontare il problema nello stesso modo.

D’altra parte, gli obiettivi della Regione e del nostro territorio sono chiari. Potenziare la linea Rimini-Ravenna per il trasporto passeggeri turisti compresi. Mettere in rete 70 chilometri costieri è una esigenza fondamentale per promuove il turismo della Romagna. Una grande opportunità e non una sfortuna, anche per Bellaria-Igea Marina.

Il Pd e la sua identità

Da quando Elly Schlein è diventata segretaria del Pd si discute molto del profilo e dell’identità del partito. L’argomento, più gettonato, dai commentatori politici è che con Schlein il Partito Democratico si è spostato a sinistra.

Questo “spostamento” dell’asse ha portato ad un “malessere” dei centristi che avevano trovato casa nel Pd che ora si sentono a disagio. Alcuni hanno deciso di uscire.

Faccio notare che si è parlato poco o niente del malessere subito da almeno venti anni dagli elettori di sinistra (guardando i risultati elettorali si sta parlando di milioni di voti) che si trovati a lungoi senza casa pur non essendo dei pericolosi comunisti dei soviet. Sono semplicemente democratici e di sinistra.

Per questa ragione ho apprezzato la lettera di commiato di Cottarelli da senatore del Pd. Certo avrei preferito che rimanesse ma le sue motivazioni sono condivisibili. Per certi aspetti proprio la scelta di Cottarelli serve anche al Pd per definire una sua identità. Un partito politico non può essere la casa di tutti, come talvolta ha tentato di fare il Pd in questi ultimi anni. La casa di tutti sono le istituzioni o il parlamento.

Un partito è la casa di chi condivide e pratica un programma ed ideali, dal mio punto di vista mi auguro di sinistra.

 

Carlo Cottarelli e Elly Schlein

Sulle colonie inutile giraci attorno

Ci lasciamo alle spalle una settimana importante per il futuro delle ex colonie marine. Prima la presentazione del libro di Stefano Pivato, “Andare per colonie estive” e l’inaugurazione della mostra storica ‘Colonie per l’infanzia sulla Riviera Romagnola. Pedagogia e architettura di regime‘ curata dagli Istituti per la storia della Resistenza ed età contemporanea di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna che ha visto una grande presenza di pubblico.

A seguire, giovedì 11 maggio, nell’aula del Consiglio comunale di Rimini, si è svolto un Forum dedicato al ruolo che le colonie possono rivestire un domani per la Riviera, quali volani per la riqualificazione urbana e ambientale del territorio, nonché di crescita per l’economia e il lavoro. Presenti al dibattito il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, l’Assessora della Regione Emilia-Romagna Barabara Lori, Stefano Pivato.

Mi auguro che questa ritrovata discussione sulle ex colonie nel nostro territorio possa produrre effetti positivi. Dobbiamo essere consapevoli, tuttavia di cosa stiamo parlando. Limitando il ragionamento al solo Comune di Rimini ed in particolare a Rimini sud noi contiamo le ex colonie: Bolognese, Novarese, Enel e Murri.

La colonia Bolognese è stata acquistata da imprenditori locali che hanno intenzione di realizzare un hotel 5 stelle. Benissimo. Si può lavorare per approvare un progetto in tempi rapidi con il coinvolgimento sin dall’inizio della Soprintendenza di Ravenna.

La Novarese è di proprietà di Rimini Terme (società del Comune di Rimini) ed è in attesa di un privato che voglia investire. In questo caso le opportunità vi sono tutte compreso una superficie aggiuntiva di 5mila mq per attività congressuale o di intrattenimento. Non credo si possa fare molto di più.

La Murri è in mano al curatore fallimentare. Il progetto era interessante ma nessuno ha ancora chiuso per investire.

Queste tre colonie vanno recuperate, rappresentano un patrimonio storico, culturale ed architettonico di primaria importanza.

L’ex colonie Enel può essere demolita. E’ stata costruita nel dopoguerra, non ha pregio architettonico e non è vincolata dalla Soprintendenza di Ravenna, ma solo dal PTPR di competenza della Regione.

In conclusione sarebbe un bel successo se dopo anni di oggettivo immobilismo si potessero mettere amno a due delle ex colonie di Rimini Sud.

Maurizio Melucci

L’ex colonia Novarese