Pino Gemmani e la Dc che non fui mai scritta
5 Gennaio 2017 / Paolo Zaghini
E’ difficile crederlo, ma è così. Ad oggi non esiste una storia della DC riminese, un repertorio dei congressi e dei segretari, solo qualche breve traccia in alcune pubblicazioni: “La Democrazia Cristiana” di Francesco Succi nel secondo volume della “Storia Illustrata di Rimini” (AIEP, 1990), il capitolo “Leader politico nella Democrazia Cristiana” nel volume biografico dedicato a Giuseppe Gemmani scritto da Valerio Lessi (San Paolo, 2008). E poi materiale elettorale, alcune relazioni congressuali sparse in alcune biblioteche (alla Gambalunga di Rimini e alla Battarra di Coriano). E quel che si è riusciti salvare dell’archivio della Federazione della DC riminese, grazie al Senatore Armando Foschi, oggi depositato presso l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini (l’elenco delle carte è descritto in “Inventario degli archivi dei partiti politici riminesi” a cura di Gianluca Calbucci e Gabriele Rodriguez, La Pieve 2005). Questo ad oggi è tutto: un po’ poco per il maggior partito italiano per 50 anni e il maggior partito di opposizione nel Riminese.
La DC a Rimini come Federazione autonoma nasce tardissimo, nel novembre 1968, al termine di un lungo percorso di separazione da Forlì. Percorso già compiuto dal PCI nell’aprile 1949 e dal Psi nell’ottobre 1955. Di questo primo Congresso democristiano si sa pochissimo: Succi lo liquida con due righe “Il primo Congresso Circondariale costitutivo (preceduto da uno precostituivo nel ’67) si svolge nel novembre del ’68 e l’ingegner Giuseppe Gemmani, vicino ai dorotei, viene eletto segretario”. Lessi gli dedica 3 pagine, riprendendo però le argomentazioni di Gemmani in una lunga intervista apparsa su Il Resto del Carlino il 29 ottobre 1968, qualche giorno prima dell’appuntamento congressuale.
Ma né l’uno né l’altro hanno usato la relazione di Gemmani contenuta invece nell’Archivio della DC, dove, fra altre cose, è descritto l’iter che portò la DC riminese all’autonomia:
“Ricordiamo gli anni dei primi discorsi che si venivano facendo nella Sezione Marvelli di Rimini [la più importante e storica sezione DC della Città] da parte dell’on. [Giuseppe] Babbi e degli altri amici ricollegati ad aspirazioni che risalivano alla tradizione del Partito Popolare.
Il problema ebbe una impostazione più concreta da parte dell’amico [Giulio] Ferri nel 1962-63 con una azione che condusse all’accordo provinciale stipulato durante la Segreteria di [Lorenzo] Cappelli [cesenate, Segretario provinciale della DC forlivese dal 1960 al 1964] e per conseguenza alla costituzione del primo Comitato Circondariale nell’aprile del 1964. Furono con Ferri tanti altri che sono qui presenti – diedero pure un valido aiuto gli Onorevoli [Angelo] Salizzoni [bolognese], [Gino] Zannini [riminese], [Gino] Mattarelli [forlivese].
Da allora quel Comitato ha avuto sempre fra i suoi primi scopi quello dell’autonomia – tutti hanno lavorato, compreso il Segretario Provinciale [Leonardo] Melandri [forlivese, Segretario provinciale della DC dal 1964] e la Giunta provinciale di Forlì per l’ordine del giorno del 21 gennaio ’68 del Comitato Provinciale votato all’unanimità meno uno – e, col valido aiuto degli Onorevoli [Mariano] Rumor [Segretario Nazionale della DC dal 1964 al 1969], [Flaminio] Piccoli [Segretario Nazionale della DC dal gennaio al novembre 1969, e poi nuovamente dal 1980 al 1982], [Vito] Lattanzio, si è arrivati alla decisione del 22 febbraio 1968 della Direzione Centrale che ci ha permesso di celebrare questo primo Congresso”.
La Democrazia Cristiana riminese, prima della nascita del Comitato di Zona del 1964, era organizzata su base comunale, ogni realtà in diretta dipendenza dalla Federazione provinciale di Forlì. La DC nel Comune di Rimini aveva una quindicina di sezioni, ma la più importante, quella che in realtà decideva tutto su candidature, politiche amministrative del gruppo consiliare era la “Marvelli ” del Centro Storico. Era la sezione, fra tanti altri dirigenti lì iscritti, di Giuseppe Babbi, di Alfredo Floridi, di Vincenzo Cananzi, di Giuseppe Gemmani, di Giulio Ferri.
Il Comitato di Zona prima e poi la Federazione, fra il 1964 e il 1970, nel Riminese contava su circa 3.000 iscritti. Alle elezioni del 23 aprile 1961 a Rimini la DC aveva ottenuto il 33,59% dei voti ed eletto 15 consiglieri comunali (contro il 38,5% e 16 consiglieri del PCI); alle elezioni del 9 maggio 1965 la DC (in una lista con PRI e PSDI) aveva ottenuto il 37,98% dei voti e 16 consiglieri (14 erano democristiani) (contro il 43,22% e 19 consiglieri del PCI).
Un gruppo consiliare nel decennio degli anni ’60 di assoluto valore politico, composto da persone radicate nella Città (e nel variegato mondo ecclesiastico, fra parrocchie e associazioni cattoliche) e di grande esperienza politica e amministrativa: Giuseppe Babbi, Franco Beltrami, Giovannino Bianchi, Sebastiano Bianchini, Walther Bollini, Giorgio Della Biancia, Alfredo Floridi, Virgilio Frisoni, Giuseppe Gemmani, Luciano Gorini, Benito Lombardi, Augusto Pesaresi, Gino Zannini.
La Giunta PCI-PSIUP nata dopo le elezioni del 1965 e dopo la rottura con il PSI aveva al proprio interno uomini di altrettanto valore amministrativo e politico: Sindaco, per l’ultimo mandato, Walter Ceccaroni, Vice-Sindaco Luciano Gambini; Assessori Giordano Gentilini, Ruggero Diotallevi, Sergio Fabbrini, Gino Arcangeli, Augusto Randi, Giovanni Baldinini, Maria Teresa Tiboni.
Segretario del Comitato di Zona della DC venne eletto il 24 aprile 1964 Giuseppe Gemmani (e lo rimarrà sino al 9 novembre 1968, data del 1° Congresso della nuova Federazione Riminese della DC).
Giuseppe Gemmani (1925-2006) divenne Segretario a 39 anni, dopo essere cresciuto nell’immediato dopoguerra nell’Azione Cattolica riminese di Luigi Zangheri e Alberto Marvelli. Eletto in Consiglio Comunale nel 1956, venne riconfermato nel 1957, nel 1961, nel 1965, nel 1970, nel 1975, nel 1980. Sedette dunque sui banchi del Consiglio di Rimini per 28 anni. Contemporaneamente creava la più importante azienda industriale riminese, la SCM.
Qual’era la collocazione di Gemmani nel mosaico, spesso turbolento, delle correnti che animavano la vita interna dello Scudo Crociato, si domanda Valerio Lessi. A questo quesito fa rispondere ad alcuni protagonisti della DC Riminese: Giulio Ferri: “Non era un uomo esclusivamente politico, era prestato alla politica, intendeva la politica come servizio”; E Luciano Chicchi: “Non ha mai avuto una sua corrente, un gruppo consolidato: era il leader capace di realizzare la sintesi, mediando le varie esperienze che animavano il dibattito nella DC”. Ferri sostiene che la sua collocazione era tra dorotei e fanfaniani, senza però identificarsi pienamente con qualcuno di questi gruppi organizzati: “In un certo senso, attraverso l’on. Mattarelli di Forlì, eravamo tutti fanfaniani, volevamo cioè un partito moderno, organizzato, che potesse competere alla pari con la grande forza organizzativa che il PCI aveva nelle nostre realtà locali. Era una posizione favorevole al centro-sinistra, consapevoli però che il mondo era diviso in due e bisognava stare dalla parte giusta”.
Il 1° Congresso Circondariale si tenne a Montescudo dal 9 al 10 novembre 1968 nella Sala da ballo “Romagna mia” (da qualche anno è di proprietà del pittore riminese Vittorio d’Augusta, che ne ha fatto il proprio atelier). Un comune da sempre a guida democristiana, saldamente nelle mani del Sindaco Vincenzo Tordi (in carica dal 1956 al 1980). Esso venne aperto da una relazione di Giuseppe Gemmani, che tenne anche le conclusioni. Tre le liste di corrente in competizione per la elezione dei 30 membri del Comitato Circondariale: la Lista 1 di “Unità Democratica” elesse 15 consiglieri, guidata da Giuseppe Gemmani; la Lista 2 “Autonomia effettiva per il rinnovamento democratico sociale” 6 consiglieri, guidata da Franco Beltrami [Segretario del Comitato Comunale di Rimini dal 20 marzo 1967 al 22 dicembre 1968]; la Lista 3 “Nuova Sinistra” 9 consiglieri, guidata da Armando Foschi, Luciano Chicchi, Augusto Pesaresi.
Nell’articolo del periodico “La Provincia”, diretto da Flaminio Mainardi, del 21 novembre 1968 a proposito delle 3 Liste viene scritto: “Gemmani ha presentato la sua che potremmo definire di un centrismo allargato (ad essa hanno aderito un gruppo di notabili dc quali Floridi, Cananzi e tutti quegli esponenti che hanno mandato avanti il partito al’epoca di De Gasperi e che con il centrosinistra sono stati esclusi dalla stanza dei bottoni) detta di Unità Democratica; Beltrami ha presentato quella della destra Per un rinnovamento democratico e sociale alla quale hanno aderito molti giovani; infine la sinistra ha presentato – leader Foschi – la mozione per una politica della sinistra dc nel circondario di Rimini, illustrata da Pesaresi”.
Molti i temi politici trattati, nazionali e locali, e grande attenzione a ciò che stava avvenendo nel mondo giovanile e studentesco in Italia e nel mondo. Lessi sintetizza la posizione di Gemmani così: “Le manifestazioni degli studenti denunciano il desiderio di una scuola più libera e democratica, va accolto questo impeto rigettando però la violenza”.
Il Resto del Carlino dell’11 novembre 1968 chiudeva il suo pezzo sul congresso DC così: “Un congresso non clamoroso, non eclatante, non inutile. La DC riminese, svincolatasi da forme di tutela provincialistica, ha ora la grande possibilità di mostrarsi all’altezza dei nuovi compiti. Occorre vedere se essa ha idee, uomini e obiettivi validi: forse sì. Ma sarà necessario liquidare per sempre gli ermetici linguaggi e le fumose prospettive”.
Il 10 novembre 1968 il Comitato Circondariale rielesse Segretario Giuseppe Gemmani a larga maggioranza. Ricoprì l’incarico però solo per pochi mesi, sino al febbraio 1969, quando venne sostituito da Giovannino Bianchi sino al 31 gennaio 1970 per poi passare la guida della DC riminese a Giulio Ferri (sino al 19 febbraio 1972). E poi ancora un breve ritorno alla guida della DC di Giuseppe Gemmani ( dal 6 marzo al novembre 1972).
Paolo Zaghini