I misteri delle due Pievi di Monte Tauro
13 Gennaio 2020 / Paolo Zaghini
Gioacchino Maria Vaccarini: “Montetauro. La Pieve ritrovata. Chiesa di S. Innocenza, vergine e martire” Piccola Famiglia dell’Assunta – Montetauro.
Scrive Maurizio Casadei nel volume “Parrocchie e Chiese nel Corianese” (Comune di Coriano,2002): “Alcuni studiosi ritengono che l’antica Pieve non sorgesse sul colle dove si trova la moderna parrocchiale, ma più a valle probabilmente nella località detta appunto Pian della Pieve. Il trasferimento della chiesa sarebbe avvenuto nel 1400, ma si tratta forse di una leggenda popolare; infatti nessun documento, neppure all’interno della massa di carte prodotte per le numerose visite pastorali, ci parla di ricostruzioni dalle fondamenta e tantomeno di uno spostamento della sede dell’edificio sacro accertabile per il secolo indicato. Di certo c’è che la chiesa attuale è stata riedificata interamente alla fine del Settecento: nel 1789, nelle risposte ai quesiti per la visita pastorale di mons. Ferretti, il parroco del tempo scrive che la chiesa è in ricostruzione a causa delle distruzioni prodotte dal terremoto di tre anni prima”.
Il libro di don Gioacchino precisa meglio alcune di queste affermazioni. Occorre però una premessa: questo libro nasce a seguito dei consistenti lavori di manutenzione fatti all’edificio della chiesa fra il 2018 e il 2019 in conseguenza della forte umidità risalita lungo i muri e al dissesto del pavimento. Questi lavori sono stati l’occasione per effettuare, da parte della Soprintendenza Archeologica di Ravenna con l’incarico alla Coop. adArte di Marcello Cartoceti di Rimini, una serie di sondaggi per conoscere ciò che nel corso dei secoli era stato nascosto da una serie di interventi sulla struttura.
Scrive don Vaccarini: “I resoconti delle Visite Pastorali descrivono sommariamente la chiesa precedente al scisma [del 1786] come costruita in età medievale, senza offrire indicazioni più precise, tanto meno delle date documentate. Quello che noi sappiamo con certezza è che a Monte Tauro, l’istituto plebale (organizzazione ecclesiastica medievale delle campagne), era uno dei più antichi e vasti del riminese”, come è documentato nel volume di Currado Curradi “Pievi del territorio riminese nei documenti fino al Mille”(Luisè, 1984). “Certamente il fatto di essere la terra natale di Santa Innocenza, ‘signora di Monte Tauro’, uccisa per la sua fede in Cristo dall’imperatore Diocleziano nel 296, eletta patrona della nostra diocesi da tempo immemorabile, ha influito sulla sua importanza ed antichità, che risale al primo millennio dell’era cristiana”.
Le precisazioni di don Vaccarini a Casadei. Sull’antica Pieve: è “conservata memoria di una primitiva e più antica pieve alle falde della collina ove ora sorge la chiesa parrocchiale. In un luogo ora dimenticato, i cui resti però erano ancora visibili all’epoca di don Giuseppe Cicchetti [parroco di Monte Tauro dal 1906 al 1941], come egli afferma nella sua relazione del 18 agosto 1912, scritta in occasione della Visita Pastorale del vescovo di Rimini mons. Vincenzo Scozzoli”.
Sulla datazione dell’edificazione della nuova chiesa: sempre don Cicchetti “si dice che sia stata fabbricata nel mille e trecento”. Ma in realtà una data certa poteva essere indicata già da tempo grazie alla scoperta che don Giovanni Giommi, parroco di Monte Tauro dal 1869 al 1906, aveva fatto quando “nel ricostruire con zelo il nuovo campanile, trovò un pilastrino in arenaria della vecchie chiesa con iscrizione e data: 1107”. Il parroco “pensò di compiere il suo dovere donando il reperto recuperato al Museo di Rimini, senza fare altre considerazioni di ordine storico riguardo la propria chiesa. Una nota positiva da segnalare è che il pilastrino, passato nelle mani di Luigi Tonini, venne disegnato e pubblicato nella sua ‘Storia di Rimini’” (nel vol. VI, parte seconda, pp. XIX-XX). Il testo dice: “Nel 1107 al tempo del Vescovo Opizone e di Andrea Levita ed Arciprete fu edificato …”. L’iscrizione dovrebbe riferirsi alla chiesa e alla sua consacrazione avvenuta al tempo del Vescovo Opizone I, che governò la Diocesi di Rimini dal 1069 fino al primo decennio del sec. XII.
Questa data, 1107, coincide con l’età delle strutture romaniche ritrovate nel corso degli scavi effettuati. “Nell’occasione del rifacimento del pavimento, abbiamo potuto rintracciare le fondazioni della chiesa e constatare che sono state conservate quelle della chiesa originaria su tutti i lati. Ci è stato quindi possibile ricostruirne la pianta”.
Don Gioacchino nasce in una famiglia straordinaria. Nato nel 1960, è il quinto dei sette figli di Probo divenuto prete a 69 anni, nel 1988, dopo la morte della moglie. I quattro figli maschi sono divenuti sacerdoti. Due delle femmine sono suore. La terza si è sposata ed è madre di quattro figli. A giugno 2019 ha festeggiato i 100 anni nella sua parrocchia di San Martino in XX.
Gioacchino è laureato in Lettere moderne a Urbino, ottiene il Diploma di Pittura all’Accademia di Belle Arti, si laurea anche in Archeologia medievale alla “Sapienza” di Roma. Partecipa in Giordania a scavi archeologici. Negli anni ‘80 incontra la “Piccola Famiglia” di Monte Tauro, svolge presso di essa il servizio civile, ne diventa membro e il 6 dicembre 1996 fa la sua Professione Perpetua.
Dalla Comunità riceve l’impegno di intraprendere rapporti con la Chiesa Ortodossa Russa, impara la lingua, studia iconografia. Intraprende gli studi teologici e nel settembre 2004 consegue il Baccellierato presso la Facoltà Teologica di Bologna. E’ stato ordinato diacono nel 2010 e diventa sacerdote nel 2011.
Per la “Piccola Famiglia” segue i disabili nella comunicazione facilitata. La Comunità monastica è stata fondata da don Lanfranco Bellavista, parroco di Monte Tauro dal 1985 a tutt’oggi, nei locali della parrocchia, con la conformazione di un piccolo villaggio attorno alla chiesa di Santa Innocenza. Don Lanfranco è uno dei discepoli di don Giuseppe Dossetti. Lo stile di vita è povero, le giornate sono scandite dall’accoglienza, dal lavoro e dalla preghiera. La trentina di bambini disabili che fanno parte di questa famiglia religiosa sono affidati come “figli” per tutta la vita ai membri della comunità. Mangiano, dormono e vivono assieme notte e giorno. La “Piccola Famiglia” accoglie anche ragazze madri ed ex prostitute.
Qui si trova dalla fine del 2016 anche Mons. Mariano De Nicolò (classe 1932), Vescovo di Rimini dal 1989 al 2007, convivendo con i monaci e le monache di Monte Tauro e assistito da loro.
Dal 2008 al 23 ottobre 2011, giorno della sua morte a soli 24 anni, il pilota motociclistico Marco Simoncelli si fermava ogni volta che poteva a salutare i giovani disabili ospiti della Comunità. Ricorda don Gioacchino: “Aveva semplicità e gentilezza insieme, era alla portata di tutti, non aveva nessun problema a rapportarsi con i ragazzi, gli riusciva naturale”.
I lavori murari all’edificio sono finiti. Devono però ancora rientrare ed essere sistemate le numerose tele preziose che sono qui conservate da secoli. Con questa operazione prevista per i prossimi mesi la Chiesa di Monte Tauro, dedicata a Santa Innocenza, co-patrona di Rimini, tornerà ad essere la più bella fra la decina di edifici religiosi presenti a Coriano.
Ma don Gioacchino persegue anche un altro obiettivo: ritrovare il luogo dell’antica Pieve, a valle, ed effettuare una campagna di scavo per ricostruirne la storia. Siamo sicuri che perseguirà questa idea fino alla sua concretizzazione. Per far questo ha già arruolato Oreste Delucca, il sottoscritto ed alcuni altri amici. Speriamo di poter incominciare in primavera a fare buchi!
Paolo Zaghini