Il Viale che da 110 anni si chiama Ceccarini
20 Febbraio 2022 / Paolo Zaghini
Giuseppe Lo Magro: “Da ‘La Viola’ a ‘Viale Maria Ceccarini 1840-1939” – Famija Arciunesa.
Un libro di storia vero, che rifletta sulle straordinarie vicende riccionesi degli ultimi due secoli, non c’è. In compenso ci sono decine di volumi che narrano della nascita del turismo a Riccione, le biografie dei principali protagonisti, il ricordo di luoghi memorabili legati alle stagioni turistiche. Da decenni queste pubblicazioni contribuiscono a mantenere vivo, se non ad alimentarlo, “il mito” di Riccione: da poverissima frazione riminese di ortolani e pescatori sino a divenire una delle capitali del turismo italiano.
Giuseppe Lo Magro, classe 1945, nato e cresciuto in Viale Ceccarini, presidente per alcuni decenni dell’Associazione “Famija Arciunesa”, è da almeno vent’anni il divulgatore storico principe delle infinite storie riccionesi. Le sue pubblicazioni spaziano da quelle dialettali a quelle di storia locale, dalla poesia a quelle sullo sport: sono ormai una quarantina, tutte edite dalla “Famija Arciunesa” e distribuite in città ai numerosi soci dell’Associazione. E’ difficile entrare in una casa riccionese e non trovarne almeno qualcuna.
Il suo ultimo lavoro è un piccolo tributo ai 100 anni della nascita del Comune di Riccione nel 1922. Attraverso le vicende viarie, urbanistiche, turistiche, sociali e culturali di Viale Ceccarini, una delle strade più conosciute d’Italia, Lo Magro dipana le vicende riccionesi dal 1840, il decennio in cui la moda dei bagni di mare si afferma in Italia e in Europa, sino al 1939, l’ultimo anno di pace prima dell’entrata in guerra dell’Italia.
Attraverso centinaia di foto e schede dedicate a tantissimi temi, Lo Magro fa ruotare tutta la storia riccionese lungo il chilometro abbondante di questo viale storico che costituisce da sempre il cuore della vita mondana e turistica della città.
Scrive nella Presentazione del volume Lo Magro: “La popolazione riccionese della prima metà del 19. Secolo se la passava davvero male. Attanagliata dalla miseria e terrorizzata dal brigantaggio, elemosinava lavoro nei campi e raccattava ciò che il mare depositava sulla riva (…)”. Nella seconda metà dell’Ottocento furono due i personaggi che cercarono di alleviare questa situazione di povertà “e migliorare le condizioni di vita: il parroco don Carlo Tonini e la signora Maria Boorman Ceccarini”.
Don Carlo Tonini (1807-1878) “prete squattrinato ma ricco di idee, cercò in mille modi di alleviare le pene dei riccionesi”: tra i promotori della costruzione del porto canale, pioniere del turismo, ideatore della fermata del treno, solo per citare alcune delle infinite attività a cui si dedicò in oltre quarant’anni di indefessa attività per Riccione.
Maria Boorman Ceccarini (1840-1903) ”benestante, colta e progressista, alleviò prima i problemi giornalieri facendo distribuire minestre calde e soldi ai più poveri e poi quelli vitali attuando grandi donazioni: Asilo Infantile, Ospedale, illuminazione stradale, Porto canale”.
Per tutto l’Ottocento il viale centrale si chiamò “Viola”. Il Comune di Rimini deliberò in più occasioni per l’allargamento della strada, la realizzazione di marciapiedi, la piantumazione e la sua illuminazione. Nel 1912 la Giunta di Rimini decise “di rinnovare la toponomastica della città e delle sue borgate marine”. Così Viale Viola diveniva, 110 anni fa, Viale Maria Ceccarini.
Il libro propone continui flash su luoghi e personaggi inerenti il viale: dal Paese al mare lungo Viale Viola prima e Viale Ceccarini poi. Lo Magro racconta come questo è cambiato nel corso dei decenni, chi lo ha frequentato, i locali più famosi: ci racconta la storia del cuore della Perla Verde. Va ricordato poi che l’arrivo della ferrovia nel 1862, fondamentale per la crescita di Riccione, tagliò però in due il viale. Nel 1891 venne edificata la stazione dove è ancor oggi.
Spigoliamo dalle pagine del libro. Nel 1923, subito dopo aver ottenuto l’autonomia comunale da Rimini, i nuovi amministratori acquisirono Villa Riccioni per farne la sede comunale, dove è ancor oggi, contigua a Viale Ceccarini.
Nel 1929 nel Viale viene edificata la Casa del fascio, costruita e donata dall’imprenditore milanese Gaetano Ceschina.
Negli anni a cavallo della Prima Guerra Mondiale vennero edificate lungo Viale Ceccarini numerose ville: “Era il paese delle ville dei bagnanti che i riccionesi chiamavano i ‘s-gnur’ (signori); vi soggiornavano non meno di due mesi”.
Nel 1926 Ceschina acquistò il Teatro Dante (costruito nel 1910 dal marchese Pietro Sghedoni) in Viale Ceccarini, lo ammodernò ed ingrandì sino a 400 posti. “La pluralità di funzioni e di usi ne fece il luogo privilegiato dell’incontro della comunità riccionese”.
Il 26 giugno 1927 venne inaugurata la linea Rimini-Riccione del tram elettrico. Il terminale d’arrivo venne posto in Viale Dante, all’incrocio con Viale Ceccarini.
Naturalmente, lungo e a ridosso di Viale Ceccarini, sorsero alberghi, si aprirono negozi, bar e ristoranti. Il Viale divenne da subito il luogo principale del turismo riccionese.
Dal 1934 al 1943 Villa Mussolini, in fondo a Viale Ceccarini, sul mare, divenne la residenza estiva della famiglia del Duce.
Nel 1938 nacque il lungomare, i cui lavori erano iniziati nel 1935: “A nord e a sud di piazzale Roma si aprirono così ai residenti e ai turisti due bei viali a doppia corsia con aiuole centrali e alberatura laterale (attuali Lungomare della Libertà e Lungomare della Repubblica)”.
Una simpatica e piacevole pubblicazione per immergersi nella storica riccionesità.
Paolo Zaghini