Rimini, ambientalisti puliscono spiaggia “ma basta energia da fonti fossili”
25 Maggio 2023 / Redazione
“No, non è solo maltempo” è stato il tema della manifestazione di domenica scorsa promossa a Rimini da un gruppo di studenti universitari fra cui alcuni giovani di WWF Young, organizzazione giovanile del WWF Italia, per sensibilizzare i cittadini sugli effetti dei cambiamenti climatici. Circa novanta giovani di diverse associazioni hanno ripulito al mattino la spiaggia di San Giuliano dai rifiuti, soprattutto plastiche, portati in mare dalla alluvione del fiume Marecchia e rigettati a riva dalla mareggiata. E poi nel pomeriggio è seguito un sopralluogo al Parco XXV Aprile, P.zza dell’acqua, presenti studenti, cittadini e rappresentanti di associazioni ambientaliste, con l’Assessora Anna Montini che ha spiegato la funzione svolta dalle opere del PSBO, il piano di salvaguardia della balneazione, e dal parco XXV Aprile che ha funzionato da cassa di espansione nel contenere la violenza della piena ed evitare danni alla città.
L’iniziativa promossa dagli studenti si è poi conclusa in Piazza Cavour con gli interventi delle associazioni ambientaliste, Fondazione Cetacea, Legambiente, Futuro Verde, Italia Nostra e WWF Rimini, che hanno evidenziato il legame fra alluvioni e cambiamento climatico e la necessità di accelerare con decisione la transizione energetica e il superamento del fossile.
“Le alluvioni che si sono ripetute in Italia – spiegano gli ambientalisti – in settembre nelle Marche, con morti e devastazione della valle del fiume Misa dall’Appennino al mare, ed ora due volte in modo drammatico a distanza di pochi giorni in Romagna, sono una tragedia immane dal punto di vista umano, ambientale ed economico. E sono eventi meteo estremi che dobbiamo aspettarci sempre più in futuro, alternati a periodi di siccità grave e prolungata. Lo vediamo nei fatti e ce lo dice la scienza, lo dicono gli studi dei più prestigiosi Enti di ricerca internazionali, dall’Organizzazione Metereologica Mondiale al Meteo France, al Metoffice britannico, la Noaa americana o il servizio Copernicus per il monitoraggio climatico della U.E., l’Accademia americana delle scienze, oltre a tanti scienziati di fama mondiale. Solo una mente malata o presa da incontenibili interessi personali o di parte può negare l’evidenza drammatica di quanto sta succedendo attorno a noi e del rischio che si prospetta per i prossimi decenni di un futuro non più vivibile”.
Che proseguono: “Il governo ha stanziato due miliardi per riparare i danni all’economia ed al territorio. Ottimo. Ma oltre a rispolverare il progetto del ponte sullo stretto di Messina ha in programma – dice – di fare dell’Italia l’hub europeo del gas e…incredibile a dirsi… ha inserito fra gli interventi pro alluvionati norme per facilitare l’installazione dei rigassificatori. E il Governatore della Emilia Romagna ha scelto di fare di Ravenna, con il rigassificatore e altri interventi, il centro nostrano del fossile, nel cuore dell’area colpita dalla alluvione. E dice ‘Rifaremo tutto’. Bene, ma tutto come prima, ricostruendo tutto quello che ha portato alla tragedia dei giorni scorsi? Sono queste le priorità per costruire il nostro futuro?”
Secondo le associazioni ambientaliste “occorre ascoltare l’allerta rossa che ci viene dalla scienza e non sottovalutare ancora con colpevole leggerezza l’allarme che ci viene dato. Occorre perciò sì riparare i danni e risarcire famiglie ed imprese, ma bisogna rifare tutto in modo diverso, indirizzando risorse ed energie su interventi volti a recuperare nel territorio gli equilibri spezzati con la natura e ad avviare con più decisione la transizione dalle fonti fossili, che provocano il cambiamento climatico, alle energie rinnovabili. Altro che hub del gas!!”
“Questo il messaggio venuto alla città dalla manifestazione di domenica scorsa, per la quale ringraziamo gli studenti che l’hanno promossa. No, non è solo il maltempo a provocare le alluvioni…ci sono anche l’impermeabilizzazione e l’urbanizzazione diffusa e pianificata del territorio fino a ridosso degli argini dei fiumi, ridotti a canali ristretti e quasi pensili rispetto al piano di campagna…argini che ora si vorrebbero rifare in cemento. A monte delle alluvioni c’è tutto questo. E molto altro. Vogliamo avere un futuro diverso da quello visto a Settembre nelle Marche e nei giorni scorsi in Romagna, e dobbiamo impegnarci tutti per costruirlo uscendo dalle logiche del passato”, conclude Antonio Brandi, WWF Rimini e Coordinamento associazioni ambientaliste di Rimini.