HomeCulturaE la Cenerentola della città riprende il suo ballo interrotto 75 anni fa


E la Cenerentola della città riprende il suo ballo interrotto 75 anni fa


7 Ottobre 2018 / Lia Celi

Una Cenerentola rimasta nell’angolo, lacera e negletta, sta dando gli ultimi tocchi alla sua toilette in vista della sua serata di gala. Fra venti giorni, il suo principe azzurro, la Musica, la prenderà fra le sue braccia per riprendere il ballo interrotto dalle bombe settantacinque anni fa, e farla danzare fino a mezzanotte, per tante e tante sere.

Certo, al teatro Galli ce n’è voluto di tempo per trovare la fata madrina giusta: ce ne sono state parecchie, forse troppe, ognuna con la sua formula, semplice o arzigogolata, rispettosa della tradizione o avveniristica. Ma tutte facevano cilecca, per un motivo o per l’altro, e la povera Cenerentola restava a prendere la polvere in piazza Cavour, oggetto di frizzi, lazzi e compatimento, mentre intorno a lei antichi palazzi e monumenti cittadini si rifacevano belli conquistando nuovi ammiratori.

Finché, nel 2014, il «bibbidibobbidibù» ha iniziato a funzionare, seppur al rallentatore, e il 28 ottobre la complicata favola del teatro inaugurato da Giuseppe Verdi in persona avrà il suo lieto fine.

Più incerta la conclusione della storia per un altro genere di Cenerentole, i riminesi che in questi giorni stanno struggendosi per poter entrare al Galli in quella fatidica sera, vuoi per condividere l’evento clou dell’anno e sentirsi parte della festa, vuoi perché non esserci equivale ad ammettere di non fare parte della gente che conta.

Forse c’è anche qualcuno che spera di trovare un biglietto perché è sinceramente interessato all’opera lirica, e Cecilia Bartoli che interpreta Rossini è imperdibile. Ma i melomani doc sono una minoranza, e da bravi snob puntano sul Simon Boccanegra del 7 dicembre.

Gli altri si stanno dannando per riuscire a infilarsi all’inaugurazione, vegliando su Internet per accaparrarsi un biglietto online o scomodando tutte le potenziali fate madrine possibili – conoscenze in alto loco, amici di amici, ecc.

Potevano muoversi prima, forse. Ma via, siamo sinceri: fino a ieri chi ci credeva veramente, nella resurrezione del Galli, dopo settantacinque anni?

Sono certa che qualche inguaribile scettico, magari già con il biglietto in tasca e il vestito da sera nell’armadio, sotto sotto teme che il 28 ottobre finisca come con il Beat Village l’estate scorsa.

Arrivi davanti al Galli in abito di gala, e trovi sulla porta un cartello con scritto «spettacolo annullato», e un tizio trafelato che spiega confusamente al pubblico sbigottito che c’è stato un nebuloso inghippo burocratico, manca un permesso e il Comune ha bloccato tutto fino a nuovo ordine. Il giorno dopo, sui giornali, sfogo inviperito di Cecilia Bartoli che dichiara di non essere mai stata trattata così in vita sua, e che non c’erano i soldi né per lei né per i musicisti e i tecnici.

Solo quando risuoneranno i primi gorgheggi della virtuosa sul palco del Galli si potrà essere certi che stia succedendo davvero.

(E comunque, se l’attesa per la Cenerentola vi sembra spasmodica, aspettate di vedere cosa succederà per lo spettacolo di Roberto Bolle. Se volete farvi perdonare qualcosa di grosso, ma molto grosso, da una riminese, trovatele una poltrona per il 3 novembre.)

Lia Celi www.liaceli,it