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Più facile il cammello nella cruna dell’ago che i tir nelle strade di Rimini


20 Ottobre 2019 / Lia Celi

I ricchi possono dormire tranquilli. In Paradiso ci entreranno senza problemi, anzi, probabilmente san Pietro ha già parecchie difficoltà a smistare la ressa di miliardari che premono ai cancelli. Dicevano le Scritture che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco acceda al regno dei cieli – ma che possiamo sapere noi dell’effettiva difficoltà che incontra il cammello nel transitare attraverso la cruna?

Non so voi ma io credo di non aver mai visto un cammello dal vivo in tutta la mia vita, e anche se dovesse essermi successo probabilmente non avrei avuto sottomano l’ago per fare la prova. Ma qui a Rimini assisto tutti i giorni a una prova estrema, rispetto alla quale il passaggio della cruna è una bazzecola: il passaggio del tir nella stradina del centro storico.

Le proporzioni sono più o meno le stesse, abbiamo un gigantesco oggetto semovente che ha deciso di intrufolare la sua mole cospicua in altezza e in larghezza in un pertugio ridicolmente stretto, ostruendolo quasi completamente. La differenza è che almeno il cammello, all’uscita della cruna, non deve curvare per infilarsi in un’altra cruna, mentre il Tir deve o dovrebbe piegarsi come un contorsionista per svoltare a destra o a sinistra.

Eppure a Rimini succede tutti i giorni, quindi si può ipotizzare che anche nel deserto del Sahara o nei caravanserragli dell’Arabia saudita sia un gran viavai di cammelli per le crune degli aghi – e dunque la ressa di ricchi alle porte del Paradiso.

Dove, peraltro, rischiano di finire anzitempo altri che ricchi non sono, ma hanno la sfortuna di abitare in centro e di uscire di casa proprio mentre il Tir sta cercando di infrangere la legge dell’impenetrabilità dei corpi proprio nella loro strada, per consentire a un ricco di andare a suonare l’arpa con i serafini.

O che, in quel delicato momento, decidono di andare a prendere una boccata d’aria in terrazzo. Perché la pericolosità dei camion che percorrono il centro è una minaccia solo per i pedoni, i ciclisti e chi si avventura fuori di casa al momento sbagliato. Non si è al sicuro nemmeno sul terrazzo di casa propria, come ha dimostrato l’incidente di ieri in via Cavalieri, dove per fortuna c’è andato di mezzo solo il balcone: in centro storico non si vedeva una ringhiera così contorta e malridotta dai tempi dei bombardamenti del ’44.

Ed è meglio non chiedersi come sarebbe finito chi si trovasse appoggiato a quella ringhiera. Tanti auguri ai residenti di quella zona, che da oggi diventerà molto più trafficata a causa dell’inversione del senso unico in via Bastioni settentrionali.

Ma anche chi risiede dalla parte opposta della città non se la passa bene. Abito a un pianterreno in una piccola strada in zona Arco d’Augusto, e ci sono momenti in cui la casa precipita nel buio totale in pieno giorno – è un camion di traslochi o un Tir che consegna mobili che passa davanti alle mie finestre, se non si è bloccato un isolato prima perché ha preso male la curva. Una situazione angosciante, non solo perché c’è un povero ricco che non riesce a entrare in paradiso, ma anche perché parecchi riminesi tirano tante madonne che rischiano di finire all’inferno.

Lia Celi