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La American Humane Association (Aha) vigila a livello internazionale sui set cinematografici denunciando ciò che non va


L’utilizzo degli animali nel cinema


7 Giugno 2023 / Giovanna Foschi

Da quando nel 1895 i fratelli Lumiére hanno inventato il cinematografo, l’uso di questo strumento si è evoluto fino a diventare la settima arte, sviluppandosi da scene brevi fino ai film di oggi. L’uomo non ha resistito e con il tempo ha coinvolto anche gli animali, sia domestici che selvatici.

Purtroppo i primi tempi non con la dovuta cura e rispetto, un po’ per poca cultura e consapevolezza e un po’ brutalità.

Sono molti i film, da quando è stato inventato il cinematografo, che hanno riportato scene cruente sugli animali: maltrattati, torturati e persino uccisi; inutile aggiungere che ci sono stati registi e produttori piuttosto  sanguinari.

La comunità animalista non è stata certo a guardare.

Nel 1937 fu emanata  una legge: Cinematograph films act che impediva ai film che contenevano scene cruente con animali di non essere distribuiti.

Oggi c’è, tra le altre associazioni, la American Humane Association (Aha) che vigila a livello internazionale, in passato è riuscita ad infiltrare dei suoi associati nei set cinematografici, denunciando ciò che non va.

Oggi, grazie anche alle tecnologia e al digitale le cose stanno cambiando: sempre più spesso, infatti vengono creati degli animali virtuali o in alternativa  dei pupazzi meccanici e quando è necessario la presenza di un animale vero, si usano tecniche di addestramento non più coercitivo come una volta, ma nel rispetto del benessere animale.

Purtroppo le polemiche su un’attrice in sella ad un cavallo bianco che cavalca con poca cura, in una recente fiction, indicano che ci vorrebbe un’azione più decisiva.

Un’ idea sarebbe creare una legge apposita per il cinema, ad esempio l’obbligo di tenere sul set un esperto di benessere animale e che passa dire la propria sulle scene da girare, sul metodo di addestramento/educazione, e che senza la sua approvazione le riprese non possono continuare; un’altra sarebbe quella di creare un’associazione per la tutela degli animali incentrata solo sul vigilare sui set cinematografici affinché le leggi, attualmente in vigore, siano rispettate.

Ricordiamo le leggi che proteggono gli animali: Articoli del codice penale: 544 (bis, ter, quater, quinquies, sexies) e l’articolo n° 727 sempre codice penale.

Quanto detto sopra vale per i film  che vediamo al cinema o in tv o sulle piattaforme in streaming, ma purtroppo c’è una parte di ‘cinema’ che si trova nel Dark Web ossia il web oscuro, illegale, dove gli animali continuano ad essere torturati e uccisi.

Per quello si aspetta ancora che qualcuno faccia qualcosa.

 

Giovanna Foschi

Autrice – Giornalista – Cinofila