HomeEconomia e LavoroSan Giovanni in Marignano: la Tenuta del Monsignore iscritta al Registro delle imprese storiche italiane

638 anni di storia e 19 generazioni. Fondata nel 1385 è la terza azienda vitivinicola del mondo


San Giovanni in Marignano: la Tenuta del Monsignore iscritta al Registro delle imprese storiche italiane


14 Luglio 2023 / Redazione

Un’azienda di famiglia tra le più apprezzate del territorio riminese si riscopre tra le più longeve e antiche del mondo. E finisce di diritto nel Registro delle imprese storiche. Parliamo della Tenuta del Monsignore di San Giovanni Marignano, socia di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. Fondata nel 1385, appartiene da sempre alla famiglia Bacchini che grazie al contributo di un team di esperti – i professori Francesco Raimondi e Lucia de Nicolò per la ricerca archivistica, il dottor Emiliano Bianchi per la traduzione di alcuni testi in latino – è riuscita a risalire alle sue origini. Una scoperta da record. “Stando all’elenco della rivista di economia americana Family Business siamo la terza azienda agricola-vinicola al mondo al pari di Marchese Antinori: davanti a noi ci sono solo Chateau Goulaine-Loira, nata nell’anno 1000, e la fiorentina Barone Ricasoli, fondata nel 1141”, spiega con orgoglio Sandro Bacchini, attuale proprietario della Tenuta. E Confagricoltura non può che congratularsi con l’azienda socia.

Tenuta del Monsignore è un’eccellenza per il nostro territorio, ma anche un punto di riferimento nel mondo vitivinicolo – sottolinea il presidente Carlo Carli –. Il riconoscimento che arriva con l’iscrizione nel Registro delle imprese storiche ci riempie di orgoglio, anche perché colloca l’azienda nel ristretto gotha delle più antiche al mondo: non è solo una questione di date e  record, ma di tradizioni, saperi e capacità di innovarsi nel tempo nel solco di una storia familiare che da quasi 20 generazioni lavora la terra dando un grosso contributo, non solo in Romagna, alla crescita dell’agricoltura e della viticoltura in particolare. I Bacchini sono una vera ‘dinastia di mestiere’, un vanto per tutto il nostro mondo”.

Ma come è nato il percorso che ha portato la Tenuta del Monsignore a potersi fregiare di questo riconoscimento? “Tutto è partito dalla mia passione per la ricerca storica – racconta Sandro Bacchini –. Con l’apporto del professor Raimondi abbiamo consultato più di 10.000 atti notarili e una ricerca che spazia dal 1100 ad oggi per risalire alle radici della mia famiglia. Abbiamo dedotto che i Bacchini sono una dinastia di mestiere contadina romagnola che ha legami con una famiglia di Firenze”. La Tenuta del Monsignore è oggi un’azienda che, dopo 19 generazioni e 638 anni di storia, conta 148 ettari di cui 82 di vigneto e 20 a oliveto, è dotata di una cantina da 15mila ettolitri e di un frantoio all’avanguardia per l’olio d’oliva. E per di più svolge attività agrituristica.

Il prossimo passo, magari, sarà quello di far conoscere al mondo alcune delle imprese compiute da questa eccellenza romagnola. “Mio figlio Francesco – prosegue l’imprenditore –, che oggi purtroppo non c’è più, è stato il primo al mondo a introdurre in agricoltura l’uso del sistema di visione nella robotica, brevettato nel 1998. Un’invenzione che oggi è diffusa in vari settori. Nel 2000 questo suo progetto ha rappresentato l’Italia in un importante convegno scientifico a Tokyo. E tre anni prima era stato premiato dal governo francese in qualità di macchina innovativa in campo agricolo. Nessuno, nel nostro Paese, ha mai dato il giusto rilievo a questa impresa: mi piacerebbe che qualcuno prima o poi lo facesse”.  

La Tenuta del Monsignore oggi è guidata da Nicoletta, l’altra figlia di Sandro Bacchini, il quale continua a presidiare quotidianamente l’impresa di famiglia. “Mi vanto personalmente di aver partecipato attivamente a 68 vendemmie – conclude il vitivinicoltore -, trasformare un grappolo d’uva in vino è la mia vita. E so che le invenzioni geniali di Francesco, unite all’intelligenza e alla volontà ferrea di Nicoletta, permetteranno alla tradizione e alla storia di questa azienda di innestarsi al meglio in tutto ciò che ci riserva il futuro”.

In copertina: Sandro Bacchini e Carlo Carli