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Il (per fortuna) mancato incontro ravvicinato con Willy, lo squali bianco dell'Adriatico


Nuotando a Rimini non seguite mai gli elicotteri


16 Luglio 2023 / Giuliano Bonizzato

Per un nuotatore d’altura i cosiddetti “ punti di riferimento” sono essenziali. Costeggiare un promontorio, raggiungere una isoletta, avvicinare una nave ancorata al largo, insomma nulla a che vedere con coloro che sbracciano al chiuso di una piscina avanti e indrè, ingoiando cloro e hanno come punto di riferimento il bordo opposto della vasca.

Beh, ragazzi, qui a Rimini, in quanto a mete da raggiungere, siamo messi male, anzi malissimo. Una volta c’era il trampolino. Situato abbastanza lontano dalla spiaggia, era il punto d’ incontro gioioso e sano tra giovani nuotatori e nuotatrici, pieni di allegria e di gioia di vivere… e mi fermo qui perché mi sta venendo già il magone. Furono aboliti nel 1969 dalle competenti Autorità, che a partire da quel momento, decisero che il mare di Rimini doveva diventare sempre meno divertente (via anche gli zatteroni, le altalene, i surf, le moto d’acqua…).

I poveri nuotatori riminesi cercarono allora altri punti di riferimento: le boe, la punta del molo e perfino, negli anni 89-90 (udite,udite) le barriere antimucillagine. Beh, per farla corta. Quel giorno dell’estate 1987 non mi parve vero, di raggiungere a nuoto l’elicottero che era apparso, al largo, immobile o quasi, a pochi metri sopra il livello del mare. Ero anche curioso di capire a quale tipo di esercitazione si stesse dedicando. Mi aspettavo, da un momento all’altro di veder calare una scaletta, una fune… Macchè.

Il bestione, che, giunto sul posto, appurai essere dell’aeronautica militare, continuava a starsene lì, a quindici metri di altezza, mentre l’equipaggio a bordo agitava le mani verso di me. Risposi entusiasticamente ai saluti e, senza naturalmente farmi troppo sotto, sostai qualche minuto in attesa della presumibile esercitazione. Niente. L’equipaggio continuava a sbracciarsi. Lusingato da tanta gentilezza, salutai nuovamente anch’io e, considerato che non c’era nient’altro da vedere, intrapresi la strada del ritorno.

Giunto davanti al mio “bagno”, mi venne incontro Luisa, agitatissima. Il Publiphono, aveva dato notizia (pochi minuti dopo la mia partenza) che un elicottero militare stava seguendo le tracce di Willy. Già. Questo era il soprannome dato dalla stampa a un gigantesco esemplare di squalo bianco che, penetrato non si sa come nel Mediterraneo, aveva cominciato a gironzolare anche davanti alla costa riminese e, qualche giorno prima, a Pesaro, aveva portato via, a morsi, la poppa di una barca. Fu così che mi resi conto che i cenni rivoltimi dall’equipaggio dell’elicottero non erano di saluto…

Si trattò, si disse poi, di un falso allarme: ad essere scambiato per Willi sarebbe stato un delfino, tanto grosso quanto giocherellone. Trassi comunque da questa storia un utile insegnamento. Quello di non prendere mai più, come punto di riferimento in mare, un elicottero dell’Aeronautica Militare…

Giuliano Bonizzato