Home___primopianoA Rimini 320 hotel dismessi potrebbero ospitare stagionali turismo e studenti

Delibera pronta per il Consiglio Comunale ma occorre verificare la fattibilità situazione per situazione


A Rimini 320 hotel dismessi potrebbero ospitare stagionali turismo e studenti


26 Luglio 2023 / Redazione

Un patrimonio immobiliare da 320 hotel dismessi da provare a trasformare in residenze temporanee. Per studenti, lavoratori del turismo e dipendenti del settore socio-sanitario. Il problema del reperimento degli alloggi si fa sentire anche a Rimini, in particolare per le esigenze del comparto turistico, e il Comune lavora su diversi fronti, tra cui quello del recupero delle strutture ricettive senza più licenza. Da qui la delibera, illustrata questa mattina in commissione dall’assessore all’Urbanistica Roberta Frisoni (nell’immagine in apertura) prima dell’approdo in Consiglio comunale, con le “linee guida per autorizzare staff hotel, student hotel e in generale soluzioni per alloggi temporanei per il settore del turismo così come per altre situazioni”.

In base a una mappatura effettuata sono circa 320 le strutture, da nord a sud della città, a mare e a monte della ferrovia, non più attive e, facendo leva sull’interesse pubblico come prevede una norma del Rue del 2021, si rende possibile cambiare temporaneamente la destinazione d’uso da turistica a residenziale collettiva.

La delibera, precisa Frisoni, dà dunque mandato alla giunta di siglare singole convenzioni di cinque anni più cinque, senza oneri, con il proprietario della struttura o con un soggetto terzo che la prende in affitto, sia privato che pubblico che partecipato. L’appetibilità dell’operazione, chiosa, dipende anche dal costo dell’intervento necessario ma ci sono alcuni soggetti interessati e si potrebbe fare avanti anche l’Università di Bologna e Unirimini. “Pensiamo ci sia domanda, ci sono varie possibilità e la delibera non ne preclude alcuna”.

E, incrocia le dita, “se avessimo già per l’autunno risposte per gli studenti saremmo felici”. Al momento, prosegue, “siamo in una fase di sperimentazione per capire cosa succede”. L’interesse pubblico forte è la leva dell’operazione e non c’è una trasformazione definitiva a contrario di quanto avviene con i condhotel. “Molto dipende dallo stato dell’immobile – conclude Frisoni – serve un investimento non eccessivo per rendere appetibile la trasformazione”. Si tratta dunque di una tessera del mosaico delle azioni per intervenire sul problema casa e sulle strutture dismesse, in attesa della nuova pianificazione in zona mare.

(Agenzia DIRE)