Home___primopianoConfesercenti Rimini difende i chiringuitos: “Ok regole ma chiuderli sarebbe un boomerang”

Il direttore provinciale Mirco Pari: "La crisi delle disco non dipende certo dai locali sulla spiaggia, accanirsi su di loro è pensiero di retroguardia"


Confesercenti Rimini difende i chiringuitos: “Ok regole ma chiuderli sarebbe un boomerang”


31 Luglio 2023 / Redazione

“Puntualmente ogni estate si riapre il dibattito sul divertimento in spiaggia. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo anche questa volta: i chiringuiti rappresentano un valore aggiunto per l’offerta turistica complessiva della nostra città. Lo sono a maggior ragione in una stagione come questa, che ancora stenta a decollare”: lo afferma Mirco Pari, Direttore Confesercenti Provinciale Rimini.

Che prosegue: “Allo stesso modo, abbiamo sempre sostenuto che occorrono delle regole e che bisogna muoversi all’interno di esse per offrire un divertimento sano, senza lasciare al caso e alla spontaneità le iniziative dei singoli. La riflessione sui chiringuiti è anche un ragionamento sull’offerta turistica riminese, su cosa vogliamo che sia e su dove vogliamo andare. Il turismo non è più quello del passato, non siamo più negli anni ’80 in cui c’era una divisione netta delle funzioni. Oggi il costume è cambiato, i giovani e la domanda turistica sono diversi e se non sviluppiamo la nostra offerta rischiamo di non restare al passo. L’accanimento nei confronti della spiaggia è un pensiero di retroguardia che non porta da nessuna parte, è controproducente. Invocare chiusure è un boomerang”.

“Certo – riconosce Pari – questo non significa che tutti gli stabilimenti balneari debbano trasformarsi in luoghi di musica e dj set”. Tuttavia: “Ma non possiamo non aprirci ad una serie di innovazioni che rispondano alle richieste dei turisti di oggi. La forza del nostro turismo è stata sempre quella di anticipare e creare tendenze, ma ora il meccanismo sembra essersi inceppato. Quando Mauro Vanni afferma che bisognerebbe chiudere i chiringuiti alle 21.30, dimentica che l’atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale indica che l’attività può stare aperta fino alle 23.30, in quanto i chiringuiti sono parte integrante del pubblico esercizio. L’associazione presieduta dallo stesso Vanni conta, fra l’altro, alcuni operatori che hanno dato vita a chiringuiti con una collaborazione tra bagnini e pubblici esercizi”.

E ce n’è anche per Confcommercio: “Gianni Indino non può non sapere che non è il divertimento in spiaggia la causa della crisi del modello delle discoteche, che hanno iniziato la loro fase discendente molti anni prima dell’affermazione dei chiringuiti a Rimini. Non è la spiaggia che porta via quote di mercato, così come non ci sembra centrata l’osservazione che sarebbero soprattutto i riminesi a frequentare i chiringuiti. I riminesi vanno anche al ristorante, nei bar, nei locali sul mare, popolano le discoteche di Riccione e Misano. Generano Pil per tutte le attività locali e non si vede perché questi operatori dovrebbero rinunciare alla clientela del posto”.

“In definitiva, qual è l’offerta complessiva che vogliamo proporre? Dopodiché occorre fare seguire regole chiare, in modo che gli imprenditori sappiano cosa possono fare. E’ necessario e non più procrastinabile affrontare l’argomento. Noi restiamo convinti che la spiaggia sia un grande valore aggiunto per la nostra offerta e un elemento essenziale per un turismo complesso come il nostro, con vari target a cui un sistema di microimprese è in grado di proporre un’offerta plurale, la cui forza innegabile sono innovazione creatività. L’alternativa potrebbe anche essere vietare il divertimento e i chiringuito in spiaggia. Crediamo però che avremmo un offerta limitata e peggiore rispetto a quella richiesta. È una questione di scelte e indirizzi. Regole e funzioni devono viaggiare insieme”. conclude Mirco Pari.