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E altri se ne potrebbero creare se solo non ci fosse qualche regola di troppo


Voi non immaginate i paradisi dei sub davanti a Rimini


6 Agosto 2023 / Giuliano Bonizzato

Chi non ha dimestichezza con maschere e pinne, non può rendersi conto della straordinaria varietà di vita marina che popola le oasi create dai manufatti sommersi nei nostri fondali.

A Miramare, il paradiso dei sub è rappresentato dalle “Piramidi”. Si tratta di un relitto costituito da blocchi cubici di cemento forato posti a salvaguardia dei gabbioni in traliccio di ferro già usati per l’allevamento dei mitili, a una profondità che varia dai sei ai tredici metri e dunque alla portata anche dei meno esperti. Una intensa vita marina si svolge sia “nel blu” (pesci balestra, dentici, cefali, spigole, branzini, corvine) che sul fondo (passere, sogliole, capponi, paganelli, canocchie, granchi, triglie e seppie). Nelle “tane” (numerosissime) si possono ammirare anguille, gronghi, astici, gamberetti, bavose…

A venticinque chilometri dalla costa ravennate esiste un altro favoloso habitat marino: il “Paguro”. Qui il relitto è rappresentato da una piattaforma Agip di perforazione per il metano che si incendiò nel 1965 trasformandosi in una vera pacchia per occhiaie, scorfani di scoglio, astici e mormore oltre a tutto il resto. Ogni tanto arriva anche un delfino. Ed è, allora, festa ancor più grande.

Detto questo, vorrei fare un passo indietro, tornando al mare prospiciente la nostra spiaggia. Un mare, purtroppo, poco divertente. A parte i divieti, sempre più numerosi, relativi a quei giuochi marini che in altre località turistiche sono ampiamente consentiti, mancano, innanzitutto, quei punti di riferimento che, per i nuotatori, sono essenziali:trampolini, zatteroni, piattaforme, isolotti artificiali. Sott’acqua la musica non cambia.

C’era un deserto di sabbia anche prima, d’accordo, ma almeno era popolato dai… beduini: cannolicchi, acquadelle, granchi, cavallucci marini, vongole e garagòli. Adesso, neppure quelli. La micidiale fascia d’acqua dolce del nostro Po ha fstto fuori pure i…beduini. Ma torniamo al punto. La soluzione più semplice per creare un parco ecologico marino sotto costa, quella di affondare al largo una carcassa d’automobile è, purtroppo, vietata dalla legge. C’è da augurarsi, quindi, che un vecchio peschereccio, ormai inutilizzabile, faccia, prima o poi naufragio a sei-settecento metri dal nostro litorale. Ben presto su un fondale di una ventina di metri si creerebbe un eco-sistema pullulante delle specie mediterranee più svariate. Una vera gioia per gli occhi…

Ehi, ragazzi, sia chiaro! Il peschereccio deve naufragare ‘spontaneamente’…
Toglietevi quel sorrisino dalla faccia!

Giuliano Bonizzato

(Nell’immagine in apertura: il relitto della piattaforma Paguro)