HomeLA LETTERAStefano Benaglia: “I quartieri, istituzione tanto vecchia quanto necessaria”

"Sono luogo di crescita sociale a amministrativa"


Stefano Benaglia: “I quartieri, istituzione tanto vecchia quanto necessaria”


21 Agosto 2023 / Redazione

In questa estate calda e fiacca, messa a durissima prova dal calo netto delle presenze turistiche, ci troviamo nella necessità di riprogettare il nostro futuro. E nel riprogettare spunta sempre fuori un’istituzione vecchia ma che risulta necessaria ai territori: I Quartieri.

Non tanto come carrozzone politico o poltronificio, ma come luogo di crescita sociale e amministrativa.

Perché bisogna dirlo con chiarezza, la politica ha completamente abbandonato i territori e i partiti sono diventati sedi vuote dove due/tre persone prendono decisioni e le comunicano agli iscritti, che sono sempre meno e sempre più anziani.

Serve tornare al dialogo con le parti sociali e a pensare una nuova programmazione del territorio, con l’obiettivo principale di analizzare i bisogni che riguardano i cittadini e i turisti, incentivando la nascita di realtà utili al territorio e alla sua economia.

A Viserbella ad esempio siamo senza medico di base da oltre un anno, con un ufficio postale a mezzo servizio e senza postamat, una banca che fa sportello tre giorni la settimana e solo la mattina. A questa situazione si va ad aggiungere la viabilità domenicale estiva, dove tutta Rimini Nord rimane senza autobus di linea a causa del mercato di Torre Pedrera. Tutte situazioni che evidenziano una totale assenza di analisi dei bisogni e collegamento con la quotidianità, oltre ad una rappresentanza locale eletta impegnata evidentemente in altre partite, su altri tavoli.

 

La vicinanza alle istituzioni permetterebbe di migliorare anche sul tema della sicurezza, rendendo il presidio del territorio molto più efficace. Ci sono tantissime situazioni di degrado e di potenziale pericolo che vengono segnalate sempre in via confidenziale, perché esiste la paura di esporsi in prima persona nel denunciare un’ingiustizia o un crimine. Alberghi con gestioni opache, zone di spaccio, micro criminalità e anche qualche tentativo di intimidazione sono ormai situazioni quotidiane a cui purtroppo ci stiamo abituando perché le istituzioni sono lontane dalla realtà.

Avere un luogo fisico, con una cadenza precisa in cui discutere di idee, di progetti, di bisogni e di quotidianità è l’unica soluzione che permetterebbe di riavvicinare la gente alla vita della propria città.

È passato oltre un anno da quando la vice-sindaca Bellini aveva promesso un regolamento comunale dedicato proprio alla partecipazione attiva della cittadinanza, ma ad oggi non è ancora pervenuto nulla, neanche un accenno o una bozza di idee.

Prima o poi la politica dovrà fare i conti con le periferie e i suoi cittadini e aprirsi finalmente ad dialogo continuo e costruttivo.

Stefano Benaglia