Home___primopianoDopo più di 600 anni i frati lasciano il Santuario delle Grazie di Rimini

La Diocesi continuerà tuttavia ad assicurare i servizi religiosi in uno dei luoghi sacri più amati dai riminesi: la storia e i miracoli, i tesori d'arte e le devastazioni


Dopo più di 600 anni i frati lasciano il Santuario delle Grazie di Rimini


22 Agosto 2023 / Redazione

I frati minori francescani lasciano il Santuario delle Grazie dopo più di 600 anni. Il motivo è nella crisi delle vocazioni che ha già portato alla chiusura di numerosi conventi, ben 17 negli utimi 6 anni nella Provincia Francescana del nord Italia. Nel riminese un paio d’anni fa toccò alla chiesa di Bellariva; oggi restano solo nel convento di Villa Verucchio.

I fedeli hanno appreso la notizia da un cartello affisso sulla bacheca del Santuario: “Come ormai tradizione – si legge nell’avviso – nel mese di settembre i frati del nord Italia sono soliti all’obbedienza e disponibili ai trasferimenti“. Quindi dal primo settembre gli ultimi tre frati presenti abbandoneranno il convento. La Chiesa però non chiuderà: la Diocesi di Rimini continuerà ad assicurare i servizi religiosi con i nuovi orari che ha comunicato; sospese le Messe feriali delle 6.30 del mattino e di quelle festive in programma alle 17; confermate invece le celebrazioni delle 17, dal lunedì al sabato, e delle 9.30 e 11.30 alla domenica.

Il Santuario della Madonna delle Grazie, o più semplicemente “le Grazie”, è uno dei luogi sacri in assoluto più amato dai riminesi. Meta di tradizonali pellegrinaggi, come il Somarlungo che il Lunedì di Pasqua partiva dal Borgo Marina, era oggetto di grandissima devozione sia in città che nel contado. Ma in particolare da parte dei marinai, che invocavano la Madonna delle Grazie quando si trovavano in difficoltà in mare, da dove il sanuario era ben visibile e punto di riferimento per la navigazione: lo ricordano anche il caratteristico e bellissimo soffitto ligneo di una delle due navate della chiesa, a forma di carena di nave, così come gli ex voto che vi sono ancora conservati.

Il soffitto a carena di nave

Una storia di fede ma anche di drammi e devastanti distruzioni, iniziata nel 1286. Narra la tradizione che allora un giovane, tale Rustico, trovandosi  nel bosco di Covignano per fare legna, si trovò davanti a un albero che gli suggerì di scolpire una statua della Madonna. Così fece e la sua opera sarebbe stata messa, su invito della Madonna, su una barca senza nessuno a bordo, finchè approdò a Venezia di fronte alla Chiesa di S. Marziale. Ancora oggi la statua, ritenuta miracolosa, vi è venerata come la Madonna di Rimini. Di recente è stata restaurata e ricollocata sull’altare: purtroppo non è facile vederela, perchè anche la chiesa di San Marziale (San Marzilian in veneziano) nel sestiere di Cannaregio è ormai chiusa al pubbico e visitabile solo su appuntamento.

La Madonna di Rimini in San Marziale a Venezia

Per ricordare il prodigio i riminesi costruirono una cappella, della quale non esistono però più tracce. Nel 1391 fu eretta la chiesa di destra dell’attuale Santuario, in stile gotico e a forma rettangolare, con il suo il campanile. Nel 1396 il servizio liturgico fu affidato ai frati del convento di S. Francesco di Rimini.

All’inizio del 1400 fu realizzato il soffitto in legno a carena di nave. Nello stesso periodo Ottaviano Nelli di Gubbio dipinse la tela dell’Annunciazione. Nel 1416 i Frati Minori conventuali furono sostituiti nel servizio al Santuario dai Frati Minori osservanti. Nel 1431 la chiesa fu dedicata dai Vescovi di Rimini e di Montefeltro.

L’Annunciazione di Ottaviano Nelli

Nel 1578 fu costruita la seconda chiesa, quella di sinistra, unendola alla prima attraverso l’apertura di archi. Al centro del nuovo edificio fu posta la tela dell’Annunciazione di Ottaviano Nelli. Sempre nel Cinquecento fu realizzata la Via Crucis, una delle più antiche della regione, con una serie di cappelle lungo il declivio che scende alla via Polverara. Nello stesso tempo furono costruite le cappelle del Crocifisso e di S. Antonio e fu costruito il portico a capanna per collegare le due chiese. Vista l’importanza che stava assumendo la nuova chiesa, venne in questa trasferito il prezioso soffitto ligneo. All’inizio del 1600 tutta la chiesa fu affrescata. Nel 1661 fu costruita la terza cappella, oggi dedicata a S. Francesco.

Il Santuario delle Grazie prima della seconda guerra mondiale

Il terremoto del 1786 distrusse quasi completamente la chiesa di sinistra e buona parte del convento; fu necessario ricostruirla ma nello stile del tempo, quello barocco. Il convento francscano subì due soppressioni: quella napoleonica del 1808 e una seconda da parte dello stato unitario itaiano nel 1866.

Fino al 1910 nel Santuario c’era anche il cosiddetto altare della Crocifissione di Rimini: un meraviglioso gruppo scultoreo in alabastro oggi conservato solo parzialmente nel Liebieghaus di Francoforte sul Meno. È considerata l’opera maggiore di un misterioso “maestro di Rimini”, cui è attribuita. Era stato realizzato intorno al 1430. I frati, per finanziare la ristrutturazione del tetto del santuario, lo vendettero a un antiquario romano che ne trattò la cessione al museo tedesco.

L’altare della Crocifissione di Rimini

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Durante la seconda guerra mondiale, nel 1944 nei locali del convento fu alloggiato il comando militare tedesco; fra agosto e settembre 1944, nell’infuriare della battaglia della Linea Gotica, tutta l’area subì pertanto pesantissimi bombardamenti aerei, cannoneggiamenti terrestri e perfino dal mare, fino a feroci combattimenti praticamente corpo a corpo durante la presa della postazione da parte delle truppe canadesi. Il convento fu gravemente danneggiato, della prima chiesa trecentesca rimase solo la facciata, la Via Crucis fu completamente devastata. Quest’ultima sarà ricostruita nel dopoguerra e le vecchie stazioni in terracotta furono sostituite da grandi preziose ceramiche dell’artista riminese Elio Morri.

La Via Crucis delle Grazie