Home___primopianoHa ragione Sgarbi: «Le idee di Vannacci sono quelle per cui la destra ha vinto le elezioni»

E sono le stesse cose scritte da Giorgia Meloni nel libro firmato assieme ad Alessandro Meluzzi


Ha ragione Sgarbi: «Le idee di Vannacci sono quelle per cui la destra ha vinto le elezioni»


23 Agosto 2023 / Nando Piccari

All’inizio si poteva sospettare che il mondezzaio di oscenità fascistoidi, razziste, omofobe e tant’altro, contenute nel libro di un generale che incredibilmente ha funzioni di comando nell’Esercito della nostra Repubblica democratica, fosse frutto del suo solitario “andar via di testa”. Dalla solidarietà, via via crescente, ricevuta nei giorni immediatamente successivi s’è invece capito come quell’individuo, forte della sua divisa, fosse stato mandato in avanscoperta, a mo’ di coglioncione.

Da chi? Da un bel fascio di Fratelli d’Italia, con l’aggiunta di altro generico cascame di estrema destra, più Sgarbi e Salvini, tutti uniti dallo scontento per le evidenti finzioni neo-moderate in cui si sta esercitando con pacchiano impegno la Meloni. Ma siccome alla cretineria non c’è mai fine, ecco aggiungesi ai difensori del Vannacci nientepopodimenochè il “comunista ridolini” Marco Rizzo: «Altro che frasi omofobe, il generale fatto fuori per le sue idee sull’uranio».

Adottando il “parlare a nuora perché suocera intenda”, è un po’ come se sotto sotto le stessero dicendo: “Guarda che gran parte di nostri elettori ti ha votata perché fino a ieri non ti vergognavi di far vedere che la pensi come quel Vannacci lì. Attenta a fare troppo la signorinella accomodante sia col Quirinale che con Bruxelles, perché Alemanno e Storace non vedono l’ora di portarceli via. Cosa aspetti a ritirar fuori quel bel libro in cui tu e quel bascuzone di Meluzzi avete evidenziato nel 2019 le stesse cose che oggi sostiene Vannacci?”.

Sì, perché in quel libro stava scritto che «il rischio di una sostituzione etnica non può non farci riflettere sul futuro della nostra nazione, della nostra identità e del nostro modo di vivere», tanto più che «i soldi dei bianchi vengono direttamente consegnati ai neri» e siamo vittime di «una specie di “razzismo all’incontrario” che funziona così: Per gli italiani c’è la legge, mentre per i richiedenti asilo c’è tutto».
Il libro esortava inoltre a non lasciarsi andare a troppa faciloneria immigratoria, poiché «in alcune zone della Nigeria è ancora praticato il cannibalismo, strettamente legato al commercio di carne umana. Ci sono mercati in cui acquistare prodotti freschi a base di carne umana, nonché alcune parti del corpo».

Ha dunque ragione Sgarbi: «Le idee di Vannacci sono quelle per cui la destra ha vinto le elezioni». Anche se poi aggiunge una frase che, vista la foto qui sopra, verrebbe da definire una solenne ca..ta: «Il libro, cosa che si è sottovalutata, rispecchia soprattutto la posizione della Chiesa e dello stesso Papa».

Il primo in Italia, e forse nel mondo, a infamare Crosetto per aver osato criticare quel generale maschione dalla testa alla punta dei piedi è stato il suo antico commilitone Mauro Giannini. Le laide corbellerie che Vannacci si limita a scrivere lui le mette invece in pratica nel poco onorevole ruolo di Sindaco di Pennabilli. Queste le sue deliranti farneticazioni: «Ministro Crosetto, giù le mani dal Generale Vannacci. É così che si umilia la divisa e il nome delle Forze Armate e si lede l’onore degli uomini in armi! Rispetto per il pensiero di un PATRIOTA! W l’Italia! Generale Roberto Vannacci, non sei solo!»

Ad aprire la serie dei più illustri sbavatori per le miserabili uscite del Vannacci ci ha pensato il “neofascista doc” Roberto Fiore, proponendogli la candidatura alla prossima elezione suppletiva a Monza, «nella speranza che sia contro la guerra e contro la follia vaccinale Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana».

Seguono a ruota il primo trombone del giornalismo italiano, Vittorio Feltri, per il quale «Vannacci ha detto la verità ma ormai è vietato», e il fedele scendiletto della Meloni, Donzelli, che si chiede: «Cosa vuole il Pd? Il rogo dei libri che non condividono?». No, mio bel cocalone. Quello lo facevano nel ventennio i tuoi adorati progenitori politici.

Non poteva mancare Salvini, che per fare un “regalino al veleno” alla sua premier ha ostentatamente preso le distanze da Crosetto, in quanto «Vannacci ha tutto il dovere e diritto di esprimere le proprie idee. Comprerò il libro perché prima di condannare al rogo come Giordano Bruno è giusto capire di cosa si sta parlando».

Ora, che Salvini legga finalmente un libro è l’unica nota positiva in questa maleodorante vicenda. Anche se gli andrebbe fatto presente che a mandare al rogo Giordano Bruno e tanti altri furono i santi inquisitori di cui il suo ex senatore Pillon non perde occasioni di mostrarsi erede.
Basta questo suo macabro godimento: «Vedere il libro del generale Vannacci al primo posto e quello della Murgia in terza posizione mi conforta. Evidentemente c’è ancora speranza. C’è una maggioranza silenziosa di persone che ancora credono nella normalità e che meritano di continuare ad essere rappresentate».

Per non deludere il suo maestro Pillon, anche il nostro pilloncino santarcangiolese Matteo Montevecchi ha trovato il coraggio di dire la sua: «Ministro Crosetto, non mi rappresenti. Non mi rappresenta la tua linea compiacente con il politicamente corretto».
La notte Crosetto non è riuscito a dormire per il dispiacere.

Nando Piccari