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I ritardi sull'alluvione, il Pd e la nuova SS16, i tapis roulant dell'aeroporto


Sgarbo a Mattarella al Meeting di Rimini, nessun parlamentare locale ad accoglierlo e destra in silenzio


27 Agosto 2023 / Maurizio Melucci

Il Presidente della Repubblica al Meeting dell’Amicizia fra i popoli

A Rimini il presidente Mattarella è intervenuto in modo autorevole su una serie di questioni politico-culturali aperte che, come profonde ferite, sono oggi incise nel corpo del Paese: soprattutto quelle poste dall’afflusso di migranti e dall’esplosione di nuove richieste identitarie plurali, che si discostano da stili di vita e di pensiero tradizionali. La nostra costituzione, dice il presidente Mattarella, “nasce per superare, per espellere l’odio, come misura dei rapporti umani. Quell’odio che, la civiltà umana, ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando così le basi delle regole della nostra convivenza”. Mattarella ha raggruppato “queste questioni, con un gesto teorico di prim’ordine, sotto la rubrica complessiva del rapporto fra identità e pluralità” come scrive Carlo Galli su Repubblica, e ha sostenuto che “l’unità, la normalità, non sono per nulla da confondere con l’omogeneità e il conformismo”. Il presidente sembra veramente stanco di assistere a “contrapposizioni ideologiche”, a superate distinzioni “di caratteri etnici” e ancor più di quanti hanno la “pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi”. Tutto ciò non fa bene al Paese, al suo sviluppo, alla sua crescita. Serve piuttosto “concordia sociale e coesione” per far avanzare l’Italia. Un intervento molto applaudito dal popolo di Comunione e Liberazione.

Non è un caso se la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è guardata bene di commentare l’intervento del Presidente al Meeting. Come il resto del centrodestra, d’altra parte. Mutismo imbarazzato, indifferenza e disagio collettivo. Si era capito sin dall’arrivo di Mattarella al Meeting che la destra di governo avrebbe ignorato l’intervento cercando di relegarlo al solo evento di CL. Infatti non vi era nessun parlamentare del centrodestra ad accogliere il presidente della Repubblica. Non vi erano Domenica Spinelli, Beatriz Colombo di Fratelli d’Italia. Non era presente neanche Jacopo Morrone che pure aveva partecipato a numerose iniziative al Meeting quando erano presenti esponenti del governo. Assente anche Andrea Gnassi del Pd. Il solo parlamentare presente era Marco Croatti del M5Stelle, che ha fatto gli onori di  casa assieme al prefetto di Rimini, al presidente Stefano Bonaccini, alla presidente dell’assemblea legislativa Emma Petitti ed alla vicesindaca Chiara Bellini (il sindaco era fuori Italia per altri impegni).

La prima fila del Meeting mentre interviene il Presidente Mattarella

Mattarella e l’alluvione

Mattarella, senza tanti giri di parole, ha fatto riferimento anche all’alluvione che ha colpito la Romagna. “L’alluvione ha lasciato ferite profonde, i cittadini della Romagna e i loro sindaci non vanno lasciati soli. La ripartenza è una priorità non solo per chi vive qui ma per tutta l’Italia”. Un messaggio chiaro rispetto alle polemiche tra enti locali, regione ed esponenti del governo nazionale delle settimane scorse. Il commissario Figliuolo, anche lui presente al Meeting ha chiarito che a settembre non vi sarà alcun rimborso per famiglie e imprese. Il generale promette per settembre le procedure per quantificare i danni. Dopo di che, assicura il commissario, «chiederò al governo l’allocazione delle risorse per il rimborso totale»: che quindi a oggi non ci sono. Una vera e propria smentita dei parlamentari del centro destra che nei giorni scorsi avevo affermato cose ben diverse, quando affermavano che a settembre ci sarebbero stati i soldi. In realtà ci sono i fondi (in parte) per rimborsare le risorse già spese dai comuni per interventi di “somma urgenza”. Senza nessuna polemica, occorre prendere atto che ci sono dei ritardi e che i fondi stanziati fin qui non sono sufficienti. Sui 9 miliardi di danni stimati, il governo ha previsto un fondo per il commissario di 4,5 miliardi in tre anni. Troppo poco.

Il Pd e la nuova SS16

Periodicamente si riaccende il dibattito sulla variante alla SS16. Il tratto che parte dal confine con Igea per arrivare a Cattolica. Il problema è l’impatto ambientale che provoca. In particolare nella zona della Tolemaide di Torre Pedrera l’area agricola, particolarmente pregiata, verrebbe devastata dal passaggio della nuova statale. Altro punto critico è la zona di Santa Giustina. Anche in questo caso il raccordo tra nuova statale e via Emilia sarebbe di un impatto molto forte. Su questo tracciato, datato 20 anni fa, vi sono stati numerosi interventi, anche istituzionali, per chiedere la modifica del progetto. Nel Partito Democratico vi sono stati autorevoli esponenti, con competenze specifiche sulla mobilità che chiedevano modifiche. La risposta è sempre stata la stessa. “Non si può rivedere il progetto perché si perdono i finanziamenti”. Posizione in qualche modo ribadita anche in questi giorni dal Pd comunale rispondendo alle richieste di modifiche del tracciato avanzate da Ettore Paglierani (del Pd). Penso che una posizione più equilibrata del PD e meno schiacciata sulle istituzioni sarebbe stata più utile. Per una serie di ragioni:

  • I finanziamenti non sono certi
  • Il centrodestra chiede di rivedere il progetto. Nel luglio 2022 è stata respinta una risoluzione presentata in Regione da Matteo Montevecchi (Lega), primo firmatario, e sottoscritta anche dai consiglieri Marco Lisei (Fratelli d’Italia), Marco Mastacchi (Rete civica) e Valentina Castaldini (Forza Italia), che chiedeva la revisione del progetto di variante.
  • Da quando è stata pensata la variante (20 anni fa) ad ora la circolazione sulla vecchia circonvallazione è stata nettamente migliorata
  • La priorità è il tratto di Rimini sud (Riccione in particolare)
  • Per Rimini si sta discutendo di un nuovo casello autostradale per la Fiera

Alla prossima puntata.

 

L’aeroporto e i tapis roulant

E’ notizia di questi giorni di uno studio di fattibilità (masterplan) per riorganizzare l’aeroporto di Rimini nella parte dei servizi e della mobilità. Premetto che dal mio punto di vista la priorità è riempire il tabellone arrivi con nuovi voli da località che interessate al turismo balneare e agli eventi fieristici, sportivi e congressuali. Ricordo che nei primi sei mesi del 2023 il Fellini ha registrato solo 106 mila passeggeri (tra arrivi e partenze). Ma di questo vi saranno altre occasioni per discutere.

Rimaniamo al progetto di fattibilità presentato. I punti sono:

  • Collegamento tra aeroporto e stazione del Metromare. Si tratta di una necessità che negli anni ha visto molte ipotesi, tra cui un collegamento sotterraneo. Ora si pensa ad un tapis roulant, che ovviamente dovrà tenere conto dei costi di gestione e non solo di realizzazione. Facciamo da anni navette gratis per chi vuole andare al mare, si potrebbe pensare a cosa analoga in questo collegamento. Costa di meno ed è anche più funzionale.
  • Quello che non mi è chiaro è “la realizzazione di un nuovo terminal previsto dal masterplan che sorgerà sull’area dell’ex hotel Coronado”. Se a regime quell’area dovrà essere la nuova porta di accesso, già nell’immediato lo spazio dove oggi sorge l’ex albergo dovrebbe servire per migliorare l’ accessibilità e la sicurezza (con anche la realizzazione di una elisuperficie per le emergenze), in attesa che si sviluppi l’intero Masterplan.”

Questo aspetto, oltre ad essere costoso per la necessità di espropriare aree e manufatti privati compreso l’ex hotel Coronado, mi risulta oscuro nelle reali necessità. L’attuale aeroporto ha ampi spazi inutilizzati compreso la parte militare. Poi realizzare un eliporto per le emergenze quando nell’aeroporto opera il 7° reggimento Vega unità equipaggiata appunto con gli elicotteri mi è ancora più oscuro.

Sarebbe interessante valutare tutto il master plan, trovare sedi dove discutere e non solo comunicati stampa.