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Per parlare di sicurezza ho deciso di scrivere una pagina di diario di una giornata tipo, passata ad incontrare persone


Stefano Benaglia: “Caro diario”. Riflessioni sulla sicurezza


4 Settembre 2023 / Stefano Benaglia

Per parlare di sicurezza ho deciso di scrivere una pagina di diario di una giornata tipo, passata ad incontrare persone. Il “Diario” può essere chiunque legge questo testo: un amico, un parlamentare, un Sindaco, un Prefetto…

 

Caro Diario, la mia giornata è iniziata al solito bar per la solita colazione. Si avvicina il barista che mi racconta che ieri sera, verso l’orario di chiusura, 6 ragazzotti divisi equamente in due gang, si sono affrontati a colpi di minacce, sputi e lancio di bottiglie. Ad un certo punto uno dei ragazzotti ha alzato la maglia sopra la cintura, mostrando il calcio di una pistola. Ovviamente il litigio si è risolto all’istante, senza fermarsi troppo ad indagare se fosse vera o finta. Al termine del racconto iniziano inevitabilmente le lamentele sul fatto che il territorio è abbandonato a sé stesso e questi ragazzi sono un vero problema.

 

Finita la colazione, salgo sul monopattino e vado a comprare il giornale in edicola. Qui l’edicolante mi racconta che la settimana scorsa una ragazza è stata portata via con l’ambulanza perché svenuta in seguito al troppo alcol ingerito. Ovviamente tutti sappiamo dove i minori possono comprare alcool a buon prezzo e a qualsiasi ora della notte, rimarcando ancora una volta che le regole non sono per tutti quanti uguali. L’edicolante fa un sospiro di rassegnazione seguito da poche parole: questi ragazzi non hanno un futuro.

 

Riprendo il mio mezzo e dopo pochi metri mi ferma un’altra persona, un imprenditore della zona, che mi chiede se sono a conoscenza del fatto che ci sono alcune società, delle “SRL molto strane”, le quali stanno trattando l’acquisto di due pensioncine sul lungomare di Viserbella, chiuse da qualche anno e dal prezzo di acquisto comunque elevato. Pensioncine che non sono adatte a fare turismo e che nessuno al mondo potrebbe considerare come degli investimenti fruttuosi. L’imprenditore mi dice che secondo lui c’è qualcosa di fortemente sottovalutato e che non si può tollerare tutta questa superficialità nel controllo del territorio.

 

Ultima tappa, caro Diario, è quella che mi porta verso mezzanotte ad incontrare la baby gang locale, quella fatta da giovanissimi e che gestisce il micro spaccio nella zona. Tutti ragazzetti, il più delle volte alterati dall’uso delle stesse sostanze che vendono a spiaggia la sera o nel sottopasso della ferrovia. In base alla sera e all’orario variano dall’essere indifferenti all’essere gravemente molesti. Stasera sono nella via di mezzo, forse perché ancora non è notte fonda.

 

Tornando verso casa mi interrogo, caro Diario, sulla mia giornata e non posso che chiedermi: dove sono le istituzioni? Dove sono le forze dell’ordine? Dov’è finita la politica attiva e il presidio del territorio da parte dei partiti? Quando si è perso il ruolo delle istituzioni a difesa dei cittadini?

 

Caro Diario credo che siamo la rana dentro al pentolone che si sta scaldando, non ci rendiamo conto di come la nostra periferia si sta trasformando giorno dopo giorno in un altro posto, dove regna l’illegalità violenta e il degrado dell’imprenditoria. È avvenuto tutto gradualmente da darci l’illusione che non è cambiato poi tanto nella nostra vita, cullati nella consolazione che comunque in tutte le città è cosi. Il giorno che finalmente apriremo gli occhi saremo bolliti, con le mafie che hanno comprato i nostri hotel riempiendoli di prostitute e spacciatori e un lungomare vuoto e degradato. Allora non resterà che scegliere se lavorare per loro oppure abbandonare tutto e andare altrove.

La fine di questa difficile estate porterà con sé l’accentuarsi delle problematiche ed è per questo che non dobbiamo assolutamente lasciarci sfuggire tutti quei segnali di pericolo che stanno arrivando. Ho solo una domanda a cui però, caro Diario, vorrei una risposta:

Vale la pena fare quello che facciamo, oppure è meglio se ci arrendiamo al decadimento perché tanto qui non c’è la volontà di progettare un futuro?”.

 

Stefano Benaglia