Home___aperturaNiente da fare, per Open to Meraviglia Rimini ha sempre “due secoli di storia”

E a oltre quattro mesi dal disastroso debutto il sito turistico voluto dalla ministra Santanchè riporta ancora che il Teatro Galli è "da ricostruire"


Niente da fare, per Open to Meraviglia Rimini ha sempre “due secoli di storia”


7 Settembre 2023 / Redazione

Non c’è niente da fare, Rimini secondo Open to Meraviglia continua ad avere “due secoli di storia”, negli strozzapreti ci vanno le uova, Italia in Miniatura ha sempre la precedenza su Tempio Malatestiano, Arco d’Augusto e Anfiteatro. La Sagra Malatestiana? Beh, quella no, non appare fra gli eventi che meritano, fra settembre e ottobre a Rimini c’è solo la MotoGP e TTG Incontri.

Nel sito di Ministero del Turismo ed Enit anche i “luoghi insoliti” di Rimini – “tra le città costiere più visitate del centro Italia” – restano quelli originari della prima versione del sito zeppa di fantastici strafalcioni, quando il Ponte di Tiberio attraversava il fiume “Parecchia” e la Baia Imperiale era la più grande discoteca della città, oltre a foto sbagliate e/o anacronistiche. Quindi il portale voluto dalla ministra Daniela Santanchè suggerisce agli amanti dell’insolito (tipo leggere dei libri?) la Biblioteca Gambalunga, poi “Palazzo Ripa, edificio ottocentesco che fu la prima residenza riminese del grande regista Federico Fellini” e infine la noventesca Chiesa di San Girolamo di Marina Centro. Quest’ultimo sì un consiglio insolito, dal momento che permangono nell’oblio le chiese dei Servi e del Suffragio, Santa Rita e San Giuliano, San Bernardino e i santuari di Covignano.

Quanto a Museo e Domus del Chirurgo, il turista virtuale viene giustamente messo alla prova: se non sa che esistono e non digita nell’apposita casella di ricerca, non li troverà mai; sepolti da qualche parte nel sito, ma del tutto assenti dalle schede principali. Così come il Teatro Galli, che del resto “salvo la facciata” resta in macerie; ma meno male che “è stata avanzata recentemente da più parti la proposta di ricostruire a livello filologico il teatro, per consentire il recupero di un simbolico edificio”: e per fortuna che le immagini a commento sono quelle del teatro (non si sa come) ricostruito.

Sono trascorsi quattro mesi mezzo dal catastrofico debutto, quello con i nomi di città tradotti in automatico (Prato: “Rasen”; Brindisi: “Toast”; Camerino: “Garderobe”; “Fermo”: “Stillstand“; Premilcuore: “Herzschrittmacher”; ecc. ecc.), il dominio non registrato ed acquistato per un centesimo da un utente privato, le schede informative sulle città italiane zeppe di esilaranti svarioni. Due di questi mesi sono trascorsi nel silenzio assoluto della Venere influencer, che sul suo profilo Instagram – unico social in dotazione – non ha più scritto un solo post fino a quando la Corte dei Conti ha annunciato di aver aperto un fascicolo sul sito finanziato dall’Unione Europea con i soldi del Pnrr. Quanti soldi? 139mila euro come dichiarato da Santanchè oppore oltre mezzo milione come invece ipotizzato da diversi giornali?

Sta di fatto che, per quel che riguarda Rimini, post promozionali pochi o niente, ma in compenso nessuno si è preoccupato di correggere un bel po’ di castronerie e maldestri copia-incolla. Che a un qualsiasi studente di un istituto turistico sarebbero costati una meritata bocciatura.