Home___aperturaConcessioni di spiaggia e Youporn: le soluzioni del Governo

Elly Schlein e il riformismo. Quando inizia la storia di Rimini?


Concessioni di spiaggia e Youporn: le soluzioni del Governo


10 Settembre 2023 / Maurizio Melucci

Ecco la soluzione del governo per le spiagge

L’8 settembre presso la presidenza del Consiglio dei ministri si è riunito il tavolo tecnico per la mappatura delle spiagge italiane lacuali e fluviali. La tesi è molto semplice. Si vuole dimostrare che non sussiste scarsità di risorsa e per questo motivo non si deve applicare la Bolkestein. Il tavolo concluderà i lavori entro settembre.

In base a questa teoria gli attuali concessionari possono rimanere sulle spiagge di proprietà pubblica per sempre. Uno scenario falso. La scarsità di risorse si fa a livello locale e non certo nazionale compresi fiumi e laghi come pretendono i bagnini (le concessioni lungo i fiumi sono inesistenti). Non solo. I tribunali (da quelli europei a quelli nazionali) hanno sempre sostenuto che non ci possono essere rinnovi senza bandi. E questo va ben oltre la Bolkestein.

Una strada, questa della non scarsità di risorse, non solo assurda – a Rimini le spiagge sono occupate in concessione per il 93% – ma soprattutto pericolosa per gli stessi attuali concessionari.

Infatti. se ci presentiamo in Europa con questa proposta, non solo ci copriremo di ridicolo, ma sarà inevitabile una procedura di infrazione. Che però non sarebbe come quella per le famose “quote latte”, consumata da aziende private mentre il governo pagava “solo” una multa (che ad oggi ci è costata oltre 4 miliardi di euro). Con le spiagge l’infrazione avviene su un’area pubblica e il primo atto che la pubblica amministrazione dovrà fare è revocare la concessione. Un vero e proprio disastro.  D’altra parte, i bagnini italiani sono anni che stanno percorrendo una strada sbagliata.

Governo e la distrazione di massa di Youporn

Sull’onda dell’omicidio di Giogio Cutolo e degli strupri di Palermo e Caivano, il governo ha cavalcato l’indignazione e lo sconcerto dell’opinione pubblica per cambiare la comunicazione. Fino a ieri potevano credere che  emergenze erano la povertà, il salario medio italiano che negli ultimi 30 anni è andato indietro invece che avanti (meno 488 dollari dal 1991: lo dice uno studio di Ambrosetti, non Rifondazione comunista), i milioni di cittadini del Sud lasciati senza reddito di cittadinanza e anche senza lavoro, la frenata dell’economia italiana, il Pnrr che arranca e i contratti che non vengono rinnovati. Ci sbagliavamo: oggi ci svegliamo nel mondo di Giorgia. Dove tutto va bene, a parte i giornalisti cattivi che se la prendono con il fidanzato Andrea Giambruno, il problema vero sono i ragazzini che guardano pornografia su internet. Un fenomeno quest’ultimo (non solo di ragazzini) di livello però planetario. Quarantadue miliardi di visite in tutto il 2019, 115 milioni al giorno sul solo sito Youporn. Se poi si aggiungono i numeri di altre decine di siti porno si tratta di un fenomeno di massa: la gran parte della navigazione on line è generata dal porno, anche se nessuno ne parla. L’età dei ragazzini che guardano questi siti è abbassata a 6-7 anni. Un problema serio che va affrontato coinvolgendo le famiglie e la scuola. Uso responsabile di internet, controllo da parte dei genitori sull’attività dei figli e coinvolgimento della scuola. A livello europeo, la maggior parte dei paesi, specie quelli nordici, da anni ha introdotto l’educazione sessuale a scuola; in Italia dipende molto ancora dalla sensibilità e dall’interesse dei singoli docenti. Troppo poco. In compenso pensiamo sempre e solo a norme repressive, per giunta praticamente inapplicabili. Pur di non pensare ad altro.

Elly Schlein e il riformismo

E’ di qualche giorno fa che alcuni dirigenti del Pd della Liguria si sono dimessi e sono passati al partito di Calenda. Ritengono che il Pd sia passato da un partito Centro Sinistra a un partito senza il centro. La minoranza del Pd chiede alla segretaria di non sottovalutare questi fenomeni e di interrogarsi su un disagio che c’è in una parte del Pd. Tutto giusto. Tuttavia, io sono sempre rimasto nel Pd anche quando non condividevo molto della linea, ad esempio, di Matteo Renzi. In quel caso vedevo molto centro e poca sinistra. Ma non penso che interessi questa disquisizione geopolitica. Penso che interessino i contenuti. Quali sono le proposte che non vanno bene che sta portando avanti la segretaria Schlein e che delineano poco centro e molta sinistra? A seguire un piccolo elenco.

  • Salario minimo, chiesto a gran voce da tutti (ma non dal governo)
  • Finanziamenti alla sanità pubblica
  • Risorse per la scuola pubblica
  • Rinnovo dei contratti di lavoro
  • Transizione ecologica ed ambiente
  • Lotta all’evasione fiscale
  • Utilizzo dei fondi Europei in modo corretto e veloce
  • Rafforzamento delle politiche europee
  • Stanziamento risorse per le armi
  • Diritti civili

Vi sono dei distinguo sulle risorse finanziarie per le armi e su alcuni diritti civili. Ma si tratta appunto di un dibattito che attraversa la nostra società e il nostro elettorato. In ogni caso motivazioni deboli per l’uscita dal Pd. Per questo motivo ho molto spesso l’impressione che le motivazioni siano in realtà diverse da quelle enunciate. Vedo in molte realtà uno scontro politico sul futuro dei gruppi dirigenti. Uno scontro di potere che sicuramente non fa bene alla politica e al Pd e talvolta è meglio fare chiarezza con un dibattito vero.

 

La storia di Rimini

Non c’è niente da fare, Rimini secondo Open to Meraviglia continua ad avere “due secoli di storia”. Si  tratta della famosa compagna promozionale del nostro paese per il mercato turistico nazionale e soprattutto internazionale ideato dalla ministra del turismo Daniela Santanchè e da Enit. D’altra parte, sulla storia di Rimini altri sono corti di memoria. C’è chi pensa che sia iniziata nel 2011. Rimini ha le spalle larghe, prima o poi tutto torna nella normalità.

Maurizio Melucci