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Le misteriose dimissioni di Zilli, la caccia alle tessere in vista del congresso, le manovre e le spaccature fra le correnti


Cosa succede a Rimini nelle segrete stanze di Fratelli d’Italia


22 Settembre 2023 / Paolo Zaghini

Tutti abbiamo letto sui giornali che Filippo Zilli, classe 1988, esponente dei Fratelli d’Italia e vice-commissario provinciale dello stesso partito, il 15 settembre 2023 si è dimesso dal Consiglio Comunale di Rimini (vi era entrato nel giugno 2016 come consigliere della lista “Obiettivo Civico – Vincere per Rimini” e riconfermato nell’ottobre 2021 nella lista di Fratelli d’Italia). Ufficialmente per ragioni personali, per i tanti impegni di partito, familiari e professionali.

Ma, al di là delle dichiarazioni rilasciate, a questa motivazione in ben pochi ci hanno creduto. E’ stato poi Gioenzo Renzi, classe 1946, senior del partito dall’alto dei suoi quasi 78 anni, qualche giorno dopo a buttare benzina sul fuoco: “poteva dircelo prima, faccia a faccia”; “in questi due anni Zilli in consiglio si è visto ben poco ed è intervenuto ancor meno”; “anche come vice-commissario del partito ha fatto ben poco”.

Proviamo a capire cosa sta succedendo. Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio ma che ha mantenuto anche la direzione del suo partito, ha convocato entro la fine dell’anno (ma di questo c’è ben poca certezza finora) tutti i congressi delle Federazioni locali per il rinnovo degli incarichi dirigenziali. Comunque sia le cose si sono messe in moto, sotto la direzione nazionale di Arianna Meloni (sorella della Giorgia) responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia e di Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo nazionale. La Meloni in questo anno ha candidato e promosso, oltre ai parenti stretti, gran parte dei giovani che erano con lei nel Fronte della Gioventù venti anni fa.

Il primo passo verso il Congresso è il tesseramento. Entro il 30 settembre (data ultimativa) dovranno avvenire tutte le iscrizioni al partito: solo coloro che saranno iscritti a quella data potranno partecipare e votare ai congressi provinciali. Ma tante sono le novità: tutte le procedure sono avocate a Roma. Chi si vorrà iscrivere lo potrà fare solo on-line sul sito dedicato e pagare la tessera alla Direzione Nazionale: praticamente è stata tolta ogni possibilità di intervento dei dirigenti locali, compreso il fatto che i soldi del tesseramento vanno tutti a Roma privando il partito a livello locale di ogni entrata. Mi è stato detto che in questi giorni sta avvenendo, anche a Rimini, un tesseramento “furioso”. E’ la caccia agli amici, ai parenti, ai clientes.

La Federazione locale dovrà nominare una Commissione di garanti per lo svolgimento del Congresso, ma tutta la responsabilità organizzativa sarà in capo ad un Presidente del Congresso che sarà indicato da Roma. Sarà interessante vedere chi verrà mandato da Roma a Rimini a gestire il conflitto fra le diverse anime del partito.

Nella data di convocazione del Congresso tutti gli iscritti potranno partecipare e sarà il loro voto ai candidati in corsa a deciderne la elezione. Le candidature potranno essere presentate sino a 24 ore prima del Congresso.

Quanti iscritti finora? Non si sa, perché la Montaruli ha imposto a Roma la “secretazione” dei dati sul tesseramento sino alla convocazione del Congresso. Evviva la democrazia!

Ricordo che, giusto per memoria storica, il Congresso di Alleanza Nazionale del 24 marzo 2002, all’Hotel Continental, finì in rissa, con l’intervento dei poliziotti della DIGOS. In competizione per l’incarico di segretario provinciale, dopo i mesi di commissariamento della Federazione affidata a Italo Ricciotti, Gioenzo Renzi (leader della destra sociale riminese della corrente Storace-Alemanno e sostenuto da Sesto Pongilupi) e Liliana Cingolani (della corrente Gasparri-Berselli e sostenuta da Oronzo Zilli). Il Congresso fu sospeso e annullato.

Perché se è vero che oggi sono tutti meloniani (la leader non tollera dissensi), le differenze e le spaccature (come si è visto fra Renzi e Zilli) nei territori ci sono.

Allora quale è la situazione riminese? La Federazione riminese è commissariata dal luglio 2021 dall’avvocata torinese Augusta Montaruli (classe 1983), nonostante sia stata condannata in via definitiva per peculato, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze della Regione Piemonte, parlamentare per Fratelli d’Italia dal 2018, facente parte del circolo ristretto degli amici della Meloni, nominata sottosegretaria è stata costretta per le sue vicende giudiziarie a dimettersi. In oltre due anni dalla sua nomina a commissario del partito di Rimini le sue presenze in loco non arrivano a contarsi sulle dita di una mano. In questi due anni non c’è mai stata una riunione della Direzione del partito, tanto da provocare, giustamente, risentite proteste dalla non poco paziente avvocato Nicoletta Gagliani.

La Montaruli ha nominato suo vice-commissario in loco (una carica che non esiste) Filippo Zilli.
E Zilli viene indicato, vox populi, come uno dei candidati possibili alla corsa alla segreteria del partito. Suoi supporters l’on. Mimma Spinelli, il segretario di Fratelli d’Italia di Riccione Stefano Paolini, la neo entrata in Consiglio Comunale a Rimini, l’ex poliziotta Ada di Campi. Naturalmente la Montaruli che in lui in questi anni ha trovato un fido scudiero, anche se non sempre politicamente intelligente.

Contro questa candidatura la settimana scorsa c’è stato un incontro per promuovere una ipotesi diversa: si sono incontrati l’avv. Carlo Rufo Spina (entrato in Fratelli d’Italia solo nel 2020), l’on. riccionese Beatriz Colombo, Gioenzo Renzi e Nicola Marcello (entrato in Fratelli d’Italia, proveniente da Forza Italia, solo nel 2021). Da questo incontro sembra sia uscito l’orientamento di candidare alla segreteria della federazione riminese Marcello, forte del numero delle preferenze ottenute e dei suoi tanti clientes.

Inoltre Marcello avrebbe il sostegno di Galeazzo Bignami, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, mentre attraverso la Colombo arriverebbe l’appoggio di Ignazio Larussa. Superando così anche in parte la valutazione negativa che la Meloni avrebbe di Renzi. Quest’ultimo potrebbe diventare il Presidente del partito a livello comunale a Rimini.

In questo quadro si scontrerebbero anche le due onorevoli, Spinelli e Colombo, che non si amano di sicuro.
Fra le cose che ci hanno sussurrato c’è anche l’impegno, nel caso della vittoria di Marcello, che sia lui il primo in lista nel collegio riminese per le regionali del 2025, seguito da Renzi. Invece per le europee del 2024 sembra che Bignami abbia già deciso di puntare su un giovane emiliano.

Infine nulla sembra che la Meloni abbia deciso invece in merito ad una canditura di Gianfranco Fini alle europee. Giorgia teme fortemente ogni possibile competitor intelligente all’interno del partito e dunque prima di valutare l’ipotesi di candidare Fini vorrà da quest’ultimo precise garanzie di sostegno alle sue scelte europee (che potrebbero essere di grande conflitto).

Paolo Zaghini