Dehors e via Ducale, Rimini quando ritorna alla normalità?
24 Settembre 2023 / Maurizio Melucci
Dehors, ritorniamo alla normalità
Durante la pandemia per rispondere al distanziamento dei clienti nei locali pubblici (bar e ristoranti) che di fatto riduceva la capacità dei locali di oltre il 50% il governo prima e i comuni poi hanno risposto eliminando il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico e dando la possibilità di realizzare nuovi spazi all’aperto. Non solo nelle isole pedonali o nelle zone Ztl ma ovunque. Abbiamo visto proliferare ampliamenti di dehors su parcheggi oppure parti di carreggiata di strada.
Comprensibile per quel periodo molto meno oggi che la pandemia non c’è, come non ci sono più limiti alla capienza di ristoranti e bar.
Già quest’anno, il Comune di Rimini, come altri, ha fatto pagare il suolo pubblico con la tariffa piena. Un primo passo verso la normalità. Per il totale ritorno ad essa è necessario che i dehors che insediati su sedi stradali e parcheggi rientrino nei confini pre pandemia. Vi sono esigenze di bellezza, fruibilità, accessibilità, sicurezza e concorrenza dello spazio pubblico. Dopo le tante deroghe sarebbe utile rientrare nel regolamento comunale.
Una soluzione per via Ducale
Periodicamente i residenti del rione Clodio, del centro storico di Rimini, esprimono il loro disagio e contrarietà per ragione ambientali, alla decisione del Comune di Rimini di fare passare il traffico di attraversamento monte-mare della città nelle loro strette vie. Un disagio dato da inquinamento ambientale, rumore e pericolosità delle centinaia di macchine (e non solo) che passano durante tutto il giorno. Solo dalle ore 23 scatta la Ztl. Doveva essere una soluzione temporanea, in realtà è diventata definitiva. Non poteva essere d’altra parte diversamente. Dopo la chiusura del ponte di Tiberio senza realizzare un’alternativa e l’inversione del senso di marcia su via Bastioni Settentrionali (da monte-mare a mare-monte), l’unica possibilità di attraversare la città in quella zona, in direzione mare rimaneva la bretella nel cuore del rione Clodio. Io penso che una soluzione vada data. La chiusura del ponte di Tiberio senza realizzare un’alternativa non può ricadere solo sui cittadini di quella zona del centro storico. Non essendo proponibile, ovviamente, la riapertura del ponte di Tiberio, non rimane che dividere questo disagio tra i cittadini riminesi. Quando entrerà in funzione il varco elettronico della Ztl (il Comune è in attesa del via libera dal ministero dei trasporti) gli orari di accesso a via Ducale e quartiere Clodio debbono essere molto più ristretti della situazione attuale. Si potrebbe pensare agli orari che erano previsti per via Verdi: 10-12 alla mattina e 16-18 al pomeriggio. Molto probabilmente si creerà un disagio per molti rispetto alla situazione attuale. In questo caso però il disagio è distribuito in modo più equo.
Il turismo e il caro vita
Tra non molto si faranno i conti della gestione turistica. Un dato comunque emerge. Nell’estate 2023 vi è stata una riduzione dei turisti italiani e un aumento dei turisti esteri. Non è un problema di concorrenza dell’Albania. Si sono recati in quel paese 500mila italiani. Decisamente pochi per incidere in modo significativo sul mercato interno del turismo. Il motivo del calo del turismo italiano ha ben altre motivazioni. I lockdown a oltranza avevano fatto accumulare alle famiglie un surplus di risparmi da spendere a liberazione raggiunta. La festa è durata poco. Perché insieme alla riapertura è arrivata l’ondata di rincari: prima nelle bollette, raddoppiate o, peggio, poi sugli alimentari e gli altri beni di consumo. Tra il 2021 ed oggi l’aumento dei prezzi, calcola l’ultimo rapporto Coop, ha bruciato 6.700 euro di capacità di spesa per famiglia. E poi ecco arrivare gli effetti dei rialzi dei tassi dei mutui e poi ancora il caro benzina. Così il tesoretto di risparmi, se si esclude una fascia piuttosto ristretta di benestanti, si è bruciato. E ai signori Rossi non è restato che tagliare, cosa che hanno fatto a cominciare dalle spese meno essenziali ma per arrivare anche ai beni di prima necessità. La prima spesa ad essere tagliata è la vacanza, ridotta nella durata oppure cancellata.
Un’indagine di questa estate ha evidenziato che il 41% di italiani in vacanza non ci non è andato affatto, principalmente per motivi economici. Ma anche tra coloro che sono partiti, un buon 45% ha cercato di contenere le spese, magari diminuendo i giorni o cercando di spendere meno su voci quali alloggio, cibo e divertimento.
Questo il motivo principale della riduzione del mercato italiano. Non credo che il 2024 sarà molto diverso.
Il contante e il bancomat
E’ cronaca di questi giorni il furto di 18mila euro in contanti dalla cassaforte dell’hotel della presidente dell’associazione albergatori di Rimini. Una somma non assicurata con un evidente danno economico. Non mi interessa sapere perché c’era tanto contante nella cassaforte dell’hotel. Patrizia Rinaldis ha spiegato i motivi: la chiusura dei conti degli ultimi clienti presenti nell’hotel. Contanti che dovevano servire per pagare anche l’imposta di soggiorno al Comune di Rimini (in ogni caso contanti da versare in banca: la pubblica amministrazione non si paga in contanti). Mi interessa cogliere questo episodio di cronaca per riaffermare che il pagamento con moneta elettronica (bancomat, carte di credito ecc) è molto più sicuro e alla fine costa molto meno della gestione del contante. Capisco che l’abitudine al contante è difficile da abbandonare. Ma prima o poi ce la possiamo fare anche in Italia come in tanti altri paesi del mondo.