Rimini, Boutique Lappi e mobilificio Pelliccioni sono botteghe storiche
25 Settembre 2023 / Riccardo Magnani
“Fa presente che il 21 settembre 1944 l’esercizio è stato colpito da granate e pertanto la chiusura è stata prolungata.” Scriveva così Eugenia Stambazzi al Sindaco del Comune di Rimini il 23 febbraio del 1946, per giustificare il prolungamento di chiusura della propria attività, avvenuto dal 10 giugno del 1944 al 12 gennaio del 1946. Una comunicazione, riferita anche ad episodi del giorno della liberazione della città, “tendente ad ottenere un certificato per l’esenzione della tassa di R.m. per il periodo di chiusura.” L’imposta di ‘Ricchezza mobile’ che si basava sulla dichiarazione dei redditi.
La storia della “Boutique Lappi” (in foto di copertina negli anni Cinquanta) inizia nel 1942, in via Tolmetta a Torre Pedrera, a pochi metri da dove poi, nel 1948, l’attività si trasferisce e vi rimane fino ad oggi. Uno dei primi negozi della riviera che ha rappresentato un punto di ritrovo per i residenti di Torre Pedrera e che è riuscito a conservare le sue caratteristiche fin dal primo dopoguerra, come dimostrano anche tante cartoline storiche del tempo.
Erano i nonni Stambazzi Eugenia e Lappi Augusto a gestirla in quegli anni difficili, con la vendita di tante tipologie di prodotti e articoli per il mare. Poi alla fine degli anni ’60 sono subentrati i figli Mariateresa e Tonino, con la moglie Turroni Stefania, che hanno dato al negozio una caratteristica diversa, trasformandola in una vera ‘Boutique’ elegante, con solo capi d’abbigliamento delle migliori marche. Caratteristiche che sono state mantenute fino ad oggi. Attualmente l’attività è gestita da Lappi Raffaella (figlia di Tonino e Stafania) che ha deciso di portare avanti la tradizione di famiglia e ottenere la prestigiosa iscrizione come 79^ Bottega storica del Comune di Rimini.
L’altra importante Bottega storica, che da qualche giorno occupa il 78° posto nel prestigioso albo comunale, è la ditta F.lli Pelliccioni s.n.c.. Un bellissimo esempio di imprenditoria familiare, che nasce a Rimini nel 1959 e, da tre generazioni, segue la strada della produzione di arredamenti e porte su misura per conto di aziende e privati.
Il laboratorio artigianale di produzione mobili, nasce nel 1959 col nome di “mobilificio Pelliccioni”, con i fratelli Ezio e Antonino, che imparano il mestiere da papà Paolo, che decide di mettersi in proprio dopo anni di esperienza acquisita in imprese conosciute del territorio, come ‘Babbi’ e ‘Olivieri’. Nel 1967 l’azienda si trasferisce nell’attuale sede di Via Ticino 7 e coinvolge anche i figli Paolo e Loris che decidono di affiancare il papà e lo zio nell’avventura imprenditoriale di famiglia. Oggi il marchio Pelliccioni firma importanti arredamenti per banche, uffici, alberghi, realizzando arredamenti completi o singoli mobili, anche con progetti esterni e su misura, cimentandosi anche in scenografie teatrali, allestimenti di mostre d’arte e interni per la nautica.
Attualmente Paolo e Pierpaolo, rispettivamente padre e figlio sono gli attuali soci. La falegnameria è stata citata nel Libro sulla guida culturale industriale commerciale artigianale e turistica della Provincia di Rimini e della Repubblica di San Marino. Nel 1993 ha ricevuto, dalla Collana Regionale dell’Emilia-Romagna, il Premio cultura ed economia della Provincia di Rimini.
Come noto il prestigioso elenco delle Botteghe storiche è nato nel 2009, in seguito all’approvazione della legge sulla “Promozione e valorizzazione delle botteghe storiche”, che offre l’opportunità alle attività con i requisiti, di fregiarsi del riconoscimento di bottega storica. Come noto per ottenere l’iscrizione è necessario soddisfare tre condizioni principali,
1. Svolgimento da almeno 50 anni continuativi della stessa attività, nello stesso locale (o area pubblica) e con le stesse caratteristiche originarie.
2. Radicamento nel tempo dell’attività, evidenziato da un “collegamento funzionale e strutturale degli arredi con l’attività svolta”.
3. Caratteristiche esteriori proprie della “Bottega Storica”: nei locali o nell’area devono essere presenti “elementi di particolare interesse storico, artistico, architettonico e ambientale”, oppure “elementi particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo”.