Home___primopianoRiforma Pronto soccorso, la regione va avanti ma si scontra con i No dei medici di base

Risposta del dott. Pesaresi dei medici di base al dott. Antini della Regione


Riforma Pronto soccorso, la regione va avanti ma si scontra con i No dei medici di base


25 Settembre 2023 / Redazione

I pronto soccorso scoppiano e l’Emilia Romagna prepara la sua rivoluzione. Fortissimamente voluta dall’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, e da tutta la giunta guidata da Stefano Bonaccini, la riforma sanitaria prevede la nascita dei CAU (Centri di Assistenza per l’Urgenza) formati da un’equipe medica non specialistica e che dovrà occuparsi dei casi meno gravi (codici bianchi e verdi) lasciando le emergenze vere e proprie ai pronto soccorso (codici gialli e rossi: esempi infarti, ictus, traumi). Su questa nuova organizzazione vi è stata una lunga intervista al dott. Mattia Altini  responsabile dell’Assistenza Ospedaliera in Regione, al Resto del Carlino

In particolare il dott. Altini spiega che “degli oltre 200 accessi all’ora che oggi vengono effettuati nei pronto soccorso dell’Emilia Romagna, almeno 140 sono composti da bisogni che le persone percepiscono come importanti e vorrebbero risolvere velocemente ma che non costituiscono un pericolo di vita e non hanno i caratteri della tempo-dipendenza. Così facendo, si rischia di innescare, nei grandi numeri, un meccanismo di intasamento del sistema”. Ecco allora la proposta «Renderemo disponibile, 24 ore su 24, un sistema di risposta telefonica in grado di indirizzare il cittadino nel luogo più consono al suo bisogno».  «Vi sarà un nuovo numero di telefono il 116117. Il signor Mario Rossi verrà orientato da un operatore rispetto al proprio bisogno. Nel corso del tempo ci aspettiamo che tutti i cittadini chiamino questo numero e che quindi l’autopresentazione al pronto soccorso o nei CAU si riduca sino ad azzerarsi».

Pronta la replica del Dott Pietro Pesaresi Medico di Medicina Generale Presidente Provinciale SNAMI RIMINI

Caro Dott. Altini, nella sua ampia e dettagliata descrizione della riorganizzazione prossima ventura del sistema territoriale basata sui CAU e sulla centrale operativa 116117 (Intervista al Resto Del Carlino di oggi ) c’è un convitato di pietra che è stato (immagino casualmente) dimenticato ed è il Medico di Famiglia.

Lei ha contezza di quante “urgenze non complesse” gestisce ogni giorno un Medico di Famiglia con accesso telefonico, accesso messaggistica, visita medica al di fuori degli appuntamenti quotidiani in ambulatorio e che potrebbero essere dirottati ai CAU se non immediatamente effettuabili? Ha contato anche questi possibili accessi nella sua statistica?

Lei senz’altro sa che esiste tuttora una continuità assistenziale diurna retribuita dalla Regione Emilia Romagna per la gestione delle urgenze non complesse nei Nuclei di Cure Primarie gestiti dai Medici di Famiglia.

Lei afferma che 140 accessi/ora verranno distolti dal PS e dovranno andare ai CAU. Quindi ci saranno molte decine di medici di guardia ogni ora che visiteranno quei pazienti che magicamente non dovranno più attendere lungamente come in PS? Siamo così certi di una netta suddivisione dei codici colorati attribuiti ai pazienti PRIMA di essere visitati fisicamente da un medico che dovrebbe essere esperto in urgenza e emergenza e che approccia un paziente di cui non sa nulla? Questa ridondanza di ruoli nel sistema sanitario ricorda la moltiplicazione dei pani e dei pesci, quello evangelico è l’unico riferimento di letteratura che viene in mente.

Naturalmente nella moltiplicazione dei pani e dei pesci immaginiamo che potrete prevedere anche il mantenimento delle postazioni di continuità assistenziale notturna prefestiva e festiva. Leggiamo nell’intervista che non è un problema economico: ottimo! Ma nei sistemi sanitari anche con fondi illimitati (e non credo ahimè sia questo il caso) se non si applica una razionalizzazione rigorosa dei servizi di primo accesso non si produce un vero vantaggio per il cittadino ma si ottiene semplicemente una illimitata saturazione complessiva dei servizi: le code infinite invece di alleggerirsi si spostano da un’altra parte, rischiando inoltre di degradare la qualità del servizio offerto.

Ben lungi da qualsiasi provocazione, tali riflessioni scaturiscono da una sincera preoccupazione perché il tema è particolarmente delicato e crediamo sia necessario un confronto e una discussione approfondita con tutte le parti in causa nelle sedi preposte prima di lanciarsi a tutta velocità in trasformazioni radicali le cui conseguenze devono essere attentamente valutate. Un cordiale saluto

Dott Pietro Pesaresi Medico di Medicina Generale Presidente Provinciale SNAMI RIMINI