Fabrizio Pullè non ha dubbi: il Consiglio di Stato annullerà l’elezione della sindaca Daniela Angelini e manderà Riccione di nuovo alle urne. L’esponente del centrodestra, che in quelle elezioni non era stato eletto in consiglio comunale, nustre anche seri dubbi sul fatto che il centrosinistra in quel caso ricandiderà la Angelini. Non spende però neppure una parola su cosa farebb eil suo cehtrdestra: ricandiderebbe Stefano Caldari, già sconfitto al primo turno nel giugno 2022? Allora il cehtrsinistra ottenne il 50,29%, mentre il centrdestra si fermò al 37,84%.
“Mancano davvero pochi giorni – scrive Pullè – all’udienza in Consiglio di Stato (e quindi alla sentenza) sulle elezioni di Riccione del 2022, annullate dal TAR. Molti di Voi mi state chiedendo una “previsione” sul verdetto. Premesso che le previsioni, quando si entra in una aula di Giustizia, è sempre complicato farle, mantengo ferma l’idea che avevo espresso prima della sentenza del TAR di giugno, non essendo cambiato nulla in quanto ad elementi da esaminare, e non avendo, la difesa della ex sindaca e della sua ex maggioranza, apportato ulteriori elementi alla valutazione dei nuovi Giudici. La previsione è dunque questa: la giurisprudenza, sia del TAR che del Consiglio di Stato, per casi di siffatta natura, è chiaramente per l’annullamento del voto. Quindi, in definitiva, mi stupirei alquanto se il Consiglio di Stato rimettesse al suo posto l’ex sindaco e la ex giunta.
Poi tutto può accadere, ma nella normalità delle cose, nel calcolo delle probabilità statistiche, e’ difficile che ciò accada”.
“Comunque – prosegue l’esponente della Lista Civica “Noi Riccionesi” – avrete osservato in queste settimane come tutti i partiti ed i movimenti politici, sia di uno schieramento che dell’altro, siano, in questa fase, attendisti e guardinghi, e non si sbilancino sulle future mosse, preferendo attendere gli eventi. In un periodo “sospeso”, anche la politica si e’, di fatto, autosospesa. In fondo, oggi il Comune e’ retto da un Commissario che sta facendo un buon lavoro, e l’idea (abbastanza diffusa in Città), e’ che ci aspetti una campagna elettorale lunghissima. Questo vale, indistintamente, per tutti i partiti ed i movimenti, tranne che… per la ex sindaca. E’ quasi “commovente”, mi si passi il termine, come Lei si muova in questo periodo: annunci roboanti, conferenze stampa, programmi per i futuri mesi di governo. Come se la sentenza del TAR non ci fosse mai stata, o come se quella del Consiglio di Stato sia solo “una formalità”, che la riporterà automaticamente alla carica che il TAR le ha annullato. Lèggendo i suoi interventi, viene da pensare che ormai sia confinata in una sua “bolla”, dove vive una realtà parallela tutta sua, contorniata dai suoi (ormai sparuti) fedelissimi. Quasi a voler esorcizzare un momento, quello del 10 ottobre, che, in caso di conferma della sentenza del TAR, sancirebbe la sua fine politica. Perché, politicamente, pare complicato che lo schieramento di centrosinistra, visti i non soddisfacenti risultati del primo anno di governo, visto il carattere “particolare” che si dice sia emerso in alcuni degli uomini più vicini a Lei, unito alla sua inesperienza ed alla cronica mancanza di “polso”, la confermi come “candidata” ad una nuova elezione. Questo potrebbe essere pertanto il suo “canto del cigno”, una sorta di “ultimo valzer”; questi potrebbero essere gli ultimi fuochi (fatui…) di una persona al suo crepuscolo politico”.
“Anche le argomentazioni sul “piano strategico del Turismo” di ieri, apparse oggi sui giornali, come quelle sugli “investimenti” di qualche settimana fa, paiono potersi leggere in tale ottica: discorsi vuoti, frasi volutamente ampollose e ridondanti, evidenziazione di linee di principio valevoli per tutte le stagioni (non commento nemmeno il porto “mondiale”…) non sono certo queste le ricette concrete per il futuro, ma valide solo ad avere un minuto di “notorietà mediatica”. E’ da comprendere, per carità. Una “leader” senza partito, una “comandante” senza truppe, non può che rimanere schiacciata dalle richieste e dai veti incrociati dei propri ex sostenitori; una ex sindaca “esodata” a forza, e senza paracadute di salvataggio. Vediamo; come sempre abbiamo detto, il tempo è galantuomo. Noi, per quanto occorrer possa, attendiamo con serenità (e con il basso profilo che ci ha compiutamente contraddistinto in questo periodo su questo tema) il pronunciamento del Consiglio di Stato. Una volta letto tale provvedimento, ed in ragione del medesimo, agiremo. Politicamente e’ da rimarcare anche lo strano silenzio del Partito Democratico: quasi a non volersi sbilanciare, aspettando una sentenza che tolga Loro le “castagne dal fuoco”….
Per ora, per questi ultimi giorni, come per tutti gli altri, viviamo, da “spettatori interessati” questa attesa, e volgiamo lo sguardo e le orecchie a Palazzo Spada, a Roma, sede del Consiglio di Stato, in vista della data ormai prossima del 10 ottobre”, conclude Pullè.