“È più che mai necessario un forte impegno per fermare il degrado legato all’ex polo logistico-commerciale a Miramare”, scrive il consigliere comunale della Lega Andrea Pari.
“Tra le grandi emergenze strutturali che questa amministrazione deve affrontare non si può dimenticare la lotta ad ogni tipo di situazione di degrado o che tenda al degrado, particolarmente nelle periferie troppo spesso dimenticate”, prosegue il consigliere.
“A Miramare, a monte della SS 16, tra l’ex storico bowling e il complesso commerciale composto dal Supermercato ALDI e Tigotà, esiste una grande struttura abbandonata da una decina d’anni, questo edificio, che supera abbondantemente i 1000 mq di estensione ed è a ridosso di una importante zona residenziale, risulta fatiscente dal punto di vista strutturale e vi proliferano topi, rettili e degrado”, continua Pari.
“Fino a qualche anno fa, inoltre, l’edificio era casa per molti senza tetto e probabile base per piccoli reati. Ad oggi la porta principale è stata chiusa, ma gli abitanti della zona sono certi che gli inquilini a non manchino comunque nella struttura. La situazione così come si presenta allo stato attuale non è accettabile per il pubblico decoro e per le conseguenze su tutto il quartiere al di là della SS16. Interrogherò quindi al più presto la giunta per sapere se abbia già preso contatti con la proprietà facendo rilevare la situazione, quali siano state le prescrizioni imposte al privato e quale sia stata la risposta. Inoltre ritengo che in una situazione di questo tipo l’amministrazione non possa e non debba rispondere solamente richiamando all’ordine la proprietà, ma che possa anche valutare come tale circostanza possa diventare una occasione di cooperazione tra pubblico, privato e terzo settore per costruire una proposta che trasformi quel luogo, da motivo di degrado, a motivo di rilancio del quartiere. Chiederò quindi se abbia verificato con la proprietà se esistano progetti di ristrutturazione e rilancio della struttura in linea con la vocazione urbanistica del luogo e, in caso di risposta negativa, se intenda procedere ad una seria valutazione della possibilità di sedersi ad un tavolo con proprietà e, in spirito sussidiario, con attori del terzo settore per verificare la possibilità, anche accedendo a bandi europei, di poter trasformare quell’edificio da ragione di degrado della zona a motivo di rilancio sociale”, conclude il consigliere Andrea Pari.