Home___primopianoEx Questura Rimini, proprietà a Melucci: “Dica che lì non vuole un supermercato”

L'articolata risposta di Marco Da Alto sull'autorizzazione commerciale in via Ugo Bassi


Ex Questura Rimini, proprietà a Melucci: “Dica che lì non vuole un supermercato”


4 Ottobre 2023 / Redazione

ASI riponde all’articolo di Maurizio Melucci in cui si contestava che la società proprietaria dell’area di via Ugo Bassi fosse in possesso di un’autorizzazione commerciale.

Gentile signor Melucci,

da una persona esperta come lei, già assessore all’urbanistica nella stagione in cui Rimini si è dotata di grandi superfici commerciali con protagonisti i marchi dominanti della distribuzione alimentare sul territorio, francamente mi sarei aspettato maggiore professionalità nella ricostruzione cronologica degli eventi e nell’informazione da rendere ai cittadini. Proprio perché ha esperienza e competenza. Proviamo anche noi a dare evidenza del percorso nella sua sequenza cronologica e corretta, secondo gli atti che le alleghiamo.

1 – il 18 gennaio 23 con prot. n. 0018359/23 l’ufficio commercio in sede fissa rilascia parere positivo alla richiesta di autorizzazione commerciale presentata dalla società Rimini Retail di proprietà di ASI;

2 – il 2 marzo 23 con nota dell’Avv. Inzaghi si prende atto del parere positivo dell’ufficio del commercio reso all’interno della conferenza dei Servizi (ultimo capoverso) a seguito dell’istruttoria compiuta, ove l’ufficio non rileva elementi ostativi al rilascio dell’autorizzazione commerciale (essendo del resto ormai decorsi i termini per la richiesta di integrazioni documentali).

3 – in data 4 aprile 2023 con protocollo N.0117253/2023 l’ufficio del commercio notifica il preavviso di rigetto, poi notificato il 17 aprile;

4 – in data 14 aprile 2023 con nota dell’Avv. Inzaghi Rimini Retail e ASI presentano osservazione al suddetto preavviso di rigetto, evidenziando che il preavviso di diniego in oggetto si fonda esclusivamente sulla “Determinazione confermativa di Conclusione Negativa della Conferenza di Servizi” n. prot. 113567 del 30/03/2023 del Dirigente del Settore Governo del territorio e agli effetti che quest’ultimo provvedimento di rigetto comporta in relazione alla suddetta richiesta di autorizzazione commerciale.
Rilevando inoltre che l’Ufficio aveva già rilasciato parere positivo all’interno della Conferenza di Servizi (Protocollo N.0018359/2023 del 18/01/2023) da cui si evince che, Codesto spettabile Ufficio, a seguito dell’istruttoria compiuta, non avesse rilevato alcun elemento ostativo in merito alla positiva conclusione dell’iter autorizzativo commerciale. In tale nota preannunciamo il ricorso.

5 – in data 17 aprile 2023 con protocollo N.0133551/2023 viene notificato a Rimini Retail il rigetto fondato sul presupposto di chiusura negativa della conferenza dei servizi, ma non (perché non poteva essere diversamente) per mancanza dei requisiti soggettivi di Rimini Retail o non rispondenza alle norme commerciali del progetto.

Per essere più chiari è bene ricordare che l’autorizzazione commerciale (che segue un’istruttoria per il controllo dei requisiti del richiedente per l’esercizio dell’attività e i requisiti del progetto alle norme commerciali: la coerenza della superficie di vendita, delle superfici accessorie, dei servizi, ecc.) precede l’autorizzazione edilizia (che segue l’istruttoria per il controllo delle norme edilizie e urbanistiche per la realizzazione del manufatto); sono disgiunte e confluiscono all’interno di un endoprocedimento chiamato Conferenza dei Servizi, dove il responsabile del procedimento raccoglie i pareri di tutti gli uffici e enti.

E’ cristallino che se il TAR o il Consiglio di Stato dovessero darci ragione sul ricorso riguardante il pronunciamento di chiusura negativa della conferenza dei servizi in merito alla conformità urbanistica, ASI potrà realizzare il manufatto (perché si supererebbe il diniego per mancanza della conformità urbanistica) di 6.000 mq di superficie utile e aprire l’attività con 1.500 mq di superficie di vendita e la restante superficie destinata a superficie accessoria (magazzini, lavorazioni del fresco,  servizi, locali tecnici, ecc. ecc.), perché l’autorizzazione commerciale è un atto dovuto che segue il parere favorevole già rilasciato dall’ufficio del commercio.

Converrà anche lei, immagino, che alla luce di questi documenti sia stato fuori luogo da parte del Sindaco parlare di ‘mega centro commerciale’ o ‘centro logistico’ a proposito della proposta di ASI. I suoi stessi uffici avevano rilasciato parere positivo all’autorizzazione commerciale per aver riscontrato il possesso dei requisiti del richiedente e la coerenza del nostro progetto alle regole del commercio, ivi comprese la superficie di vendita e quelle accessorie tanto contestate.

CONSIDERAZIONI
Anche lei cade in una posizione strumentale, quella che mira a non far aprire il supermercato. Conosco la sua storia e forse sarebbe il caso di smetterla con quest’ipocrisia, anche perché dalle testimonianze raccolte di persona e via social, è evidente che l’abbiamo capito tutti qual è il vero motivo di tutto questo astio e livore verso ASI e la sua proposta.

RiminiLife invece è un progetto inclusivo nel quale attorno ad un’unica strada (via Damerini) sarebbe già potuto nascere un parco attrezzato di oltre un ettaro, tra residenze private, sociali, pubbliche, negozi di vicinato, ristoranti, studentato, biblioteca, asilo e un supermercato, dove si sarebbe favorita la coesistenza sociale tra diverse fasce di età ed estrazione, garantita la sicurezza per l’emarginazione delle auto sui lati del perimetro del comparto, per la diversità di funzioni e di utilizzo degli spazi nelle varie ore della giornata.

L’ostruzionismo con lo scudo del supermercato sta riducendo il tutto ad una lenta agonia in cui sta sprofondando l’intero quartiere, già appesantito da vent’anni di abbandono.

Possiamo continuare all’infinito questa sterile discussione in punta di diritto, ma la realtà è che l’attuale Sindaco passerà alla storia come colui che chiamò “Vergogna” lo stato di abbandono dell’ex questura, per poi adoperarsi per lasciarla in quelle condizioni.

A parole il Sindaco parla di necessità di un progetto unitario di rigenerazione, nella realtà si realizzano palazzine sociali e pubbliche di fronte quel transatlantico malsano di cemento, in barba ad ogni principio di buon senso, di sensibilità e di qualità urbanistica.

Alla storia ci passerà anche il Presidente Bonaccini, che ha consentito l’erogazione di fondi pubblici per realizzare un progetto avulso dal contesto e dal principio di diligenza.

Anche lei ci ha rimproverato la durezza del dialogo, mai decollato e non crediamo per colpa nostra. Per rinfrescarle la memoria le ricordo i comportamenti del comitato di accoglienza organizzato dall’Amministrazione:

1. – Siamo stati accolti con la dichiarazione del Sindaco “Hanno fatto un pessimo affare”, avendo offerto 14,5 milioni pari quasi alla perizia originaria del perito del tribunale, superando un’altra offerta di poco inferiore e aver soddisfatto tutti i creditori, Comune compreso.

2. – A dicembre del 2021 abbiamo incontrato il Sindaco, che poi nei giorni seguenti ha pubblicamente dichiarato di non conoscerci.

3. – A giugno 2022 a ruota della nostra presentazione (prima al Comune e poi alla città) la Giunta ha risposto deliberando il raddoppio della quota dell’esproprio.

4. – Dopo il deposito dei progetti, è arrivata un’altra delibera che giudica inesistente l’interesse pubblico, legittimo, ma senza fornire alcuna motivazione e questo non è corretto.

5. – Dopo gli incontri di giugno e luglio con assessora Roberta Frisoni, cortese e disponibile, il sindaco si è negato ai ripetuti incontri richiesti.

Al termine dell’ultima schermaglia il Comune si auspicava dialogo e non polemica. Formalmente ad oggi dal Sindaco invece non abbiamo avuto nessuna richiesta per un incontro che a questo punto richiederemo noi nuovamente a mezzo posta certificata. Evidentemente non c’è alcuna fretta di trovare una soluzione a questa situazione incresciosa e pericolosa per l’incolumità dei residenti.

L’obiettivo pare quello di far passare il tempo e la frase del Sindaco “chi ha comprato l’ex questura ha fatto un pessimo affare” cominciamo a temere fosse una vera minaccia e questo è molto grave.

Lei ci ha chiesto documenti e glieli abbiamo forniti. Non abbiamo voluto divulgarli pubblicamente, ma li abbiamo forniti a coloro che ce li hanno richiesti. Abbiamo pensato giusto agire così. Lei preferisce invece pubblicarli. Per noi nessun problema.

Siamo certi che anche lei, Sig. Melucci, avrà la stessa correttezza nell’inviarci, immediatamente,  alla mail riminilife2023@gmail.com copia della protocollazione della richiesta di accesso agli atti che le ha consentito di pubblicare i documenti all’interno del suo ultimo articolo, con riserva in difetto di tutelarci nelle sedi opportune anche nei confronti dell’amministrazione comunale, nel caso non avesse adempiuto alle procedure di legge.

Resto confidente di una pubblicazione integrale del testo.

Marco Da Dalto
Responsabile Progetto RiminiLife