HomePoliticaNovafeltria vuole un Pronto Soccorso, Ausl: “Non serve, i servizi sono già attivi”

La risposta dei vertici dell'azienda sanitaria


Novafeltria vuole un Pronto Soccorso, Ausl: “Non serve, i servizi sono già attivi”


19 Ottobre 2023 / Redazione

Negli scorsi giorni il comune di Novafeltria aveva chiesto a gran voce l’attivazione di un Pronto Soccorso.

In risposta agli articoli, comparsi in questi giorni, contenenti le affermazioni del Sindaco  di Novafeltria sul Pronto Soccorso di Novafeltria, la Dott.ssa Tiziana Perin, Direttore dell’U.O. Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza e del Dipartimento Emergenza, Internistico e Cardiologico di Rimini evidenzia “come ad oggi sul territorio di Novafeltria sia attivo un Punto di Primo Intervento (PPI), dotato di una specifica Unità Operativa Semplice con un suo responsabile, con una buona organizzazione che prevede medici dell’emergenza territoriale convenzionati e non convenzionati, che rispondono direttamente al Dipartimento di Emergenza. E’ presente inoltre un medico di continuità assistenziale (guardia medica) che si sta formando sul campo (come già avviene in altri Presidi), sia in PPI che presso il DEA di II livello per poter acquisire le competenze necessarie a trattare i pazienti in loco. Tale organizzazione in questi anni ha dimostrato di essere in grado di rispondere alle esigenze del territorio in quanto nessun evento avverso ha interessato pazienti che hanno avuto accesso al PPI. Il PPI è infatti in grado di gestire situazioni di emergenza urgenza. Per quelle di maggiore gravità, quando il paziente arriva “autonomamente”, lo stesso viene stabilizzato sul posto con il supporto del medico rianimatore e/o del medico di emergenza urgenza per poi essere centralizzato verso il DEA di II livello di Rimini tramite l’ambulanza in postazione. La centralizzazione avviene anche per i pazienti ricoverati che necessitino di un’intensità di cura più elevata di quella che può offrire l’Ospedale Sacra Famiglia, come avviene anche per l’Ospedale Franchini di Santarcangelo, l’Ospedale Ceccarini di Riccione e l’Ospedale Cervesi di Cattolica. La richiesta di un Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Novafeltria è sbagliata in quanto l’attività del PPI e della Rete dell’Emergenza Territoriale risponde in modo esaustivo alle esigenze della popolazione, sia per numero di accessi quotidiani che per la tipologia delle patologie che vengono gestite con le risorse presenti in Ospedale. Novafeltria, non potrà, al pari di tante altre realtà caratterizzate dall’essere ubicate in zone disagiate, avere un vero pronto soccorso dotato di tutte quelle discipline e competenze che gli consentono urgenze indifferibili e tempo dipendenti. Pertanto chiedere di istituire un Pronto Soccorso senza l’esistenza delle U.O. di supporto alla sua attività equivale, di fatto, a fare solo demagogia. La denominazione non necessariamente è sostanza. L’organizzazione in rete consente di governare, senza difficoltà, le Emergenze potendosi avvalere di competenze e di percorsi in grado di integrarsi tra loro, questo sia in Italia che nel resto del mondo. A livello di percorsi clinici volendo introdurre azioni di miglioramento all’attuale organizzazione ritengo che si possa ampliare la rete mediante l’attuazione del piano approvato dalla CTSS nel luglio scorso che prevede un potenziamento dell’assistenza territoriale attraverso la creazione di un CAU, che consentirà di rispondere alle esigenze della popolazione di questo territorio, sopperendo ad eventuali carenze.”

Il Dott. Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini, precisa che “ l’AUSL della Romagna si è subito attivata, dopo anche il confronto con la comunità locale, chiedendo formalmente alla Regione Emilia-Romagna una deroga per il mantenimento del PPI di Novafeltria in area interna particolarmente disagiata afferente alla rete dell’emergenza-urgenza accanto al CAU di prossima costituzione nell’ambito della Cittadella della Salute in un’area prossima allo stesso PPI, che potrebbe essere individuata anche all’interno della Casa di Comunità. L’azienda pertanto intende perseguire l’importante obiettivo del potenziamento dell’assistenza territoriale previsto da norme nazionali e regionali dando risposte concrete ai cittadini anziché diffondere, come fanno altri,  opinioni prive di ogni plausibile fondamento che certamente non sono funzionali all’interesse della comunità. Anche il confronto con i professionisti (l’ultimo in ordine di tempo nell’ambito del dipartimento cure primarie e medicina di comunità avvenuto giovedì 12/10 u.s.) non ha rilevato nessuna particolare criticità se non elementi utili a confermare la bontà del piano in corso di attuazione.”