Home___primopianoPronta disponibilità, sindacati in rivolta contro AUSL Romagna: “Infermieri spremuti come limoni”

Fp-Cgil e Nursing Up: "Ennesimo tentativo di coprire le carenze di organico a fonte di sacrifici abnormi per compensi irrisori"


Pronta disponibilità, sindacati in rivolta contro AUSL Romagna: “Infermieri spremuti come limoni”


21 Ottobre 2023 / Redazione

Sindacati in rivolta contro l’Ausl Romagna per la pronta disponibilità chiesta agli operatori sanitari. “Esprimiamo la nostra totale contrarietà”, affermano le Fp-Cgil di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, secondo cui si tratta di un nuovo, “ennesimo tentativo di coprire le carenze di organico. L’autogestione e la pronta disponibilità non sono le risposte giuste per affrontare le difficoltà dei nostri operatori– affermano i sindacati- non si possono scaricare sui lavoratori e le lavoratrici le complessità di gestione organizzativa in capo all’azienda. Tutto questo non farebbe altro che andare ad aggiungersi alle gravose condizioni di lavoro, stress e burnout a cui i professionisti della sanità sono sottoposti già da diversi anni”. Piuttosto, sostiene la Cgil, “il Governo deve assicurare finanziamenti necessari e devono essere autorizzate le assunzioni idonee a garantire i servizi adeguati ai cittadini”.

Il sindacato chiede quindi all’Ausl Romagna di “sospendere la sperimentazione della pronta disponibilità”, mentre ai cittadini l’invito è a “prestare attenzione a ciò che sta accadendo e unirsi agli operatori sanitari in difesa del servizio sanitario nazionale”. A testa bassa attacca anche il sindacato infermieri Nursing Up, che parla di “fatti gravissimi, che ci fanno indignare. Potremmo ritrovarci molto presto alle porte di una calda stagione di proteste e di battaglie”, avverte il presidente nazionale del sindacato, Antonio De Palma.

“A partire da novembre – spiega – gli infermieri di tutti i servizi si troveranno a lavorare di giorno e a dover tenere sempre sotto controllo il telefono di notte. La serenità dei nostri professionisti, e anche la loro salute fisica, sono seriamente a rischio”, solo per “tappare le falle delle carenze di personale”. In poche parole, spiega ancora De Palma, “chi la mattina smonterà dal turno di notte, potrà diventare reperibile già a partire dalle 16 del pomeriggio. E non per forza nel suo abituale reparto: la logica del dipartimento fa sì che un infermiere che lavora a Brisighella possa essere chiamato a Ravenna o Lugo, anche di notte”. Tutto questo, peraltro, per “compensi irrisori”, a fronte di “un sacrificio psico-fisico abnorme”. Secondo il Nursing Up, insomma, l’Ausl Romagna non ha “a cuore il benessere dei professionisti”, sottoponendoli anzi a “turni massacranti. Gli infermieri rischiano di ritrovarsi spremuti come limoni – chiosa De Palma – compromettendo la propria salute psico-fisica e anche la qualità dell’assistenza verso i cittadini”.

(Agenzia DIRE)