Home___primopianoRimini, i 50 anni del parco Cervi: “La più grande opera di mobilità sostenibile” (FOTO)

Il racconto di Roberto Renzi dell'associazione Pedalando e Camminando dal progetto alla realizzazione della pista ciclabile


Rimini, i 50 anni del parco Cervi: “La più grande opera di mobilità sostenibile” (FOTO)


24 Ottobre 2023 / Redazione

Un film amatoriale in 8 millimetri, del quale possiamo qui vedere un fermo immagine, documenta come in una domenica d’estate dei primi anni Sessanta le strade che portano al mare e che passano sotto il “ponte di ferro” di Rimini fossero un unico colossale ingorgo. Tutti si muovevano con la macchina, anche e soprattutto coloro che per raggiungere Marina Centro dovevano spostarsi per pochi kilometri.

 

Era il periodo del boom automobilistico e seppure gli autoveicoli allora in circolazione fossero infinitamente meno di oggi, nessuno si sottraeva alla celebrazione del rito domenicale dell'”uscita” motorizzata!

Una domenica di luglio del 2023 alle 18.45 chi scrive ha imboccato con la bici il percorso perdonale e ciclabile che segue il parco sull’Ausa: dall’Arco d’Augusto al mare sono non più di 5-6 minuti, ma la mia corsa era frenata: in senso opposto, in quel breve lasso di tempo, sopraggiungevano decine e decine di biciclette (più alcuni monopattini), che portavano a casa i reduci della domenica al mare.

Sul viale Vespucci, l’attraversamento delle bici era protetto da una coppia di agenti della polizia locale. Due agenti in maniche corte, con le braccia tatuate… così diversi dai tre impalati “pizzardoni” che cinquant’anni fa il famoso reporter Davide Minghini immortalò durante la deposizione della corona d’alloro sulla lapide che ricorda Alcide Cervi, padre dei sette fratelli trucidati dai nazisti, al quale è intitolata la parte centrale del parco.

 

Il “Parco Ausa” (che invero assume diverse denominazioni a seconda dei tratti) è a Rimini una realtà dal 1973, quando fu completato il percorso dalla città al mare con l’apertura del sottopassaggio della ferrovia.  Creato sopra il torrente Ausa tombinato, dotato di un vialetto centrale riservato a pedoni e ciclisti, si può tranquillamente affermare che in questi cinquant’anni ha contribuito in modo decisivo a togliere dalla marina migliaia di automobili e pertanto costituisce, ben prima che si pensasse espressamente a una rete di piste ciclabili, la più grande opera di mobilità sostenibile mai realizzata a Rimini.

 

Solo nel 2017 un elegante ponte di acciaio e legno ha completato degnamente l’opera, scavalcando la trafficata via Roma (prima c’era un semaforo), ma le origini di questo polmone verde risalgono agli anni Sessanta del secolo scorso, quando nell’ambito dell’operazione “Rimini mare pulito” venne risanato il torrente Ausa, fino ad allora una fogna a cielo aperto, prevedendone l’interramento nel tratto parallelo alle mura cittadine e fino alla spiaggia. Nel 1965 fu coperto l’ultimo tratto a mare, dando origine al piazzale Kennedy, successivamente, tra il 1970 e il 1973, si procedette all’intubamento del torrente con la sistemazione a parco. Decisione non scontata: non pochi cittadini avrebbero voluto che sul torrente tombinato fosse costruita una strada, lasciando al verde pubblico una parte marginale.

Il 21 ottobre 1973, l’onorevole Sandro Pertini, allora presidente della Camera dei Deputati, inaugurò il Monumento alla Resistenza, collocato nel parco Cervi e realizzato dallo scultore riminese Elio Morri. Le tre figure che si staccano da terra rappresentano il Martirio, la Prigione, la Liberazione. Negli anni successivi il parco è stato completato fino al “Lago della cava”, la depressione creata dallo scavo dell’argilla per la Fornace Fabbri, che sorge nei pressi del V PEEP e del Palacongressi. Tre sottopassi consentono l’attraversamento delle trafficate vie che il parco interseca.

Elio Morri con Pertini

 

Il monumento alla resistenza realizzato da Elio Morri

 

Sandro Pertini inaugura il monumento alla resistenza il 21 ottobre del 1973

 

Le varie parti di questa spina verde sono state intitolate ai personaggi più disparati, e così oltre a papà Cervi, nella parte a monte dell’Arco troviamo Giovanni Paolo II e i fratelli Fabbri (quelli della fornace); a mare della via Roma l’intitolazione è a Maria Callas; il tratto tra la ferrovia e piazzale Kennedy è dedicato a suor Elisabetta Renzi.

Il sottopasso della ferrovia, uno stretto budello dentro il quale si “affrontano” pedoni e ciclisti, è il punto più critico, che in un prossimo futuro dovrebbe essere adeguatamente allargato (e speriamo che tale intervento non comporti un lunga chiusura del sottopasso!). Comunque sembrerebbe che qui, miracolosamente, non accadano mai incidenti.

Nel 1996 si sperimentò perfino il transito nel parco del “trenino turistico”, previa installazione di un semaforo al sottovia. La cosa non ebbe seguito, ma il relitto del semaforo restò per anni al suo posto.

 

 

Insomma, la scelta degli amministratori di Rimini degli anni Sessanta fu lungimirante e oggi tutti, riminesi e no, possono disporre di una utilissima greenway urbana!

Roberto Renzi, presidente dell’associazione Pedalando e Camminando